In Italia, secondo il rapporto di AmbienteItalia 2018 “Ecosistema Urbano”, poche città stanno operando nell’ottica di una città più sostenibile.

 

 

 

Per migliorare le nostre città bisogna riequilibrare il rapporto tra le aree verdi e l’ambiente costruito, riprogettare i servizi di mobilità, il ciclo delle acque e dei rifiuti mirando all’efficienza e circolarità delle risorse, modernizzare le reti infrastrutturali, ridisegnare lo spazio urbano in funzione della soddisfazione dei cittadini e insieme della mitigazione e dell’adattamento al rischio clima e ai fenomeni naturali estremi, del benessere, dell’inclusione sociale, dell’accessibilità, della salute e della qualità della vita e considerare tutti questi aspetti interdipendenti.

Guardando complessivamente alle cento città italiane analizzate è comunque il segno positivo a prevalere. Negli ultimi dieci anni ad esempio la presenza delle polveri sottili nei capoluoghi ha visto una contrazione del 20% dei valori medi annui.

Ancor più significativa l’evoluzione della raccolta differenziata che nell’ultimo decennio è praticamente raddoppiata. Parallelamente è più bassa del 15% la produzione di rifiuti. Dopo anni di stasi tornano a crescere anche le isole pedonali, grazie a grandi interventi di recupero dello spazio cittadino,

In grossa sofferenza è il trasporto pubblico locale, si osserva una contrazione dell’offerta tra il 2008 e il 2017 che si accompagna ad una riduzione dei passeggeri.

 

 

 

E’ opinione di coloro che hanno redatto il documento che non solo i centri medio-piccoli del nord sono i predestinati alla qualità ambientale. Ma ci sono sempre più amministrazioni locali che hanno coraggio e capacità di innovazione ma, nello stesso tempo, è il Paese che deve fare un investimento politico ed economico e mettere tra le priorità di governo un piano per traghettare le città, tutte insieme e non una alla volta, al di là delle secche.

Si osservano due tipi di città: da una parte le città formica, laboriose, che non s’accontentano; dall’altra le città cicala, che cantano future trasformazioni e in realtà assecondano la crisi ambientale urbana anziché cercare di correggerla. Tra le formiche ci sono sicuramente i capoluoghi in testa alla graduatoria di Ecosistema Urbano di quest’anno: Mantova, Parma, Bolzano, Trento e Cosenza. La coda della graduatoria ambientale urbana spetta a Catania, Agrigento, Massa.

Indietro, nelle ultime venti posizioni, si trovano alcuni grandi centri urbani: Napoli, Roma, Palermo. Tutte e tre sono ciclicamente vittime dell’emergenza smog e rifiuti, Napoli e Palermo non hanno ancora raggiunto l’obiettivo di raccolta differenziata previsto per il 2006 (il 35 per cento) e Roma è purtroppo protagonista di un articolatissimo spazzatour (rovescia in giro per la penisola una gran quantità di rifiuti che non è capace di smaltire in casa) e ha un trasporto pubblico alle prese con un’emorragia costante di passeggeri e un’enorme crisi economica. Ma anche Torino e Genova appaiono in deficit di qualità ambientale e troppo pigre nel formulare risposte all’altezza.

Continua a crescere in Italia la generazione distribuita da energie pulite insieme all’innovazione energetica, accompagnata da un nuovo modo di essere cittadini prosumer (produttori-consumatori di energia) e dalla diffusione delle comunità dell’energia.

 

Performance ambientali delle città. Classifica 2018

 

Città

N° Abitanti

Posizione

Milano

1.372.810

23

Torino

879.808

78

Roma

2.865.234

87

Napoli

964.004

89

Palermo

673.735

100

Friuli Venezia Giulia

 

 

Pordenone

51.183 

6

Udine

99 518

19

Trieste

204.234

29

Gorizia

34.453

30

 

 

Fonte AmbienteItalia

 

 

 

 

 

 

 

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