La storia della cagnolina che ha aperto la strada all'esplorazione umana dello spazio
Laika fu lanciata nello spazio il 3 novembre 1957 segnando un passo fondamentale nella corsa allo spazio.
Laika, una cagnolina randagia, fece storia come il primo essere vivente ad orbitare attorno alla Terra a bordo dello Sputnik 2, lanciato il 3 novembre 1957. Questa missione rappresentò un passo fondamentale nella corsa allo spazio tra Stati Uniti e Unione Sovietica durante la Guerra Fredda. Il lancio dello Sputnik 2 avvenne solo un mese dopo quello dello Sputnik 1, celebrando il 40° anniversario della Rivoluzione Bolscevica.
Purtroppo, Laika morì poche ore dopo il lancio a causa di un guasto al sistema di controllo termico. Nonostante ciò, la missione consolidò la leadership sovietica nell'esplorazione spaziale. Lo Sputnik 2, più pesante del predecessore, aveva un compartimento pressurizzato per ospitare Laika, diventando un trionfo ingegneristico e mediatico globale, ma suscitò dibattiti etici sull'uso degli animali nella ricerca spaziale.
Il programma Sputnik segnò l'inizio dell'era spaziale, dimostrando la superiorità tecnologica sovietica e fornendo dati scientifici preziosi sull'atmosfera terrestre. Il nome "Sputnik", che significa "compagno di viaggio", divenne simbolo di audacia e ingegno umano.
L'URSS lanciò almeno 57 cani nello spazio negli anni '50 e '60, selezionati per la loro resistenza. La maggior parte sopravvisse, tranne Laika e alcuni altri. Il lancio dello Sputnik 2 fu un punto di svolta nella Guerra Fredda, diventando un potente strumento di propaganda sovietica e proiettando l'URSS tra le superpotenze globali.
Il sacrificio di Laika e la missione dello Sputnik 2 aprirono la strada a future missioni spaziali, sollevando interrogativi fondamentali sul nostro rapporto con il vivente e rappresentando un momento di svolta nella storia dell'umanità.
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Quadro storico
Sputnik 2: La conquista sovietica che lanciò una cagnolina tra le stelle (e scosse il mondo)
Nel cuore della Guerra Fredda, mentre il mondo era diviso da tensioni ideologiche e tecnologiche, l'Unione Sovietica sferrò un colpo sensazionale: il 3 novembre 1957, a un solo mese dal lancio del primissimo satellite artificiale, lo Sputnik 1, l'URSS lanciò lo Sputnik 2, un'impresa che avrebbe cambiato per sempre la storia dell'esplorazione spaziale.
Questo lancio non fu solo un'altra pietra miliare nella corsa allo spazio, ma un vero e proprio pugno nello stomaco per gli Stati Uniti. L'eco del successo sovietico risuonò in tutto il mondo, seminando preoccupazione e interrogativi sulla leadership tecnologica americana.
Ma lo Sputnik 2 non portava con sé solo tecnologia all'avanguardia. A bordo c'era un essere vivente, una piccola cagnolina di nome Laika, destinata a diventare la prima creatura terrestre a orbitare intorno al nostro pianeta. Un atto audace, un viaggio senza ritorno che catturò l'immaginazione del pubblico globale, sollevando al contempo importanti questioni etiche sul trattamento degli animali nella ricerca scientifica.
Il lancio dello Sputnik 2 fu anche una potente celebrazione del 40° anniversario della Rivoluzione Bolscevica, un'affermazione di forza e progresso tecnologico che proiettò l'Unione Sovietica sotto i riflettori mondiali.
Nonostante il tragico destino di Laika, che morì poche ore dopo il lancio a causa di problemi tecnici, la missione dello Sputnik 2 rappresentò un passo cruciale verso la conquista dello spazio. Aprì la strada a future missioni, gettando le basi per le successive imprese umane, tra cui lo storico sbarco sulla Luna. Il successo dello Sputnik 2 consacrò il programma spaziale sovietico come leader indiscusso per molti anni a venire, un'eredità che ancora oggi influenza l'esplorazione del cosmo.
Il lancio dello Sputnik 2 non solo rappresentò un avanzamento tecnologico significativo con il secondo satellite artificiale in orbita, ma anche un momento storico con Laika, il primo essere vivente nello spazio, che rimane un simbolo di coraggio e sacrificio nella storia dell’esplorazione spaziale.
Cronologia degli eventi
Le varie fasi della corsa allo spazio. (rosso) missioni dell’Unione Sovietica, (blu) missioni degli USA, (verde) Regno Unito. Clicca sull’immagine per ingrandire. (Credit RDM)
Sputnik 2: Il secondo passo verso le stelle, un balzo nella storia
A un solo mese dal lancio dello Sputnik 1, l'Unione Sovietica sconvolge nuovamente il mondo con un'impresa ancora più audace: lo Sputnik 2. Lanciato il 3 novembre 1957, questo satellite non era solo il secondo oggetto artificiale a orbitare la Terra, ma portava con sé un carico rivoluzionario: il primo essere vivente nello spazio, la cagnolina Laika.
Ordinato direttamente da Nikita Khrushchev per celebrare il quarantesimo anniversario della rivoluzione bolscevica, lo Sputnik 2 rappresentava un balzo tecnologico impressionante. Sei volte più pesante del suo predecessore, era una vera e propria navicella spaziale in miniatura, dotata di un compartimento pressurizzato per ospitare il suo coraggioso passeggero.
Il lancio dello Sputnik 2 non fu solo un trionfo ingegneristico, ma anche un evento mediatico di portata globale, capace di suscitare tanto entusiasmo quanto un acceso dibattito etico sul ruolo degli animali nella ricerca spaziale. Questo satellite non si limitò a seguire le orme dello Sputnik 1, ma aprì una nuova era nell'esplorazione dello spazio, proiettando l'umanità verso nuove frontiere e ponendo interrogativi fondamentali sul nostro rapporto con il vivente. Lo Sputnik 2 non fu solo un satellite, ma un simbolo di progresso, di audacia e di un futuro inesplorato.
Emissione filatelica URSS del 1957 commemorativo del lancio dello Sputnik 2. (Credit: collezione privata RDM)
Sputnik: La Conquista dello Spazio che Stupì il Mondo
Un mondo in piena Guerra Fredda, una competizione serrata tra due superpotenze. In questo scenario di tensione e innovazione, emerge un nome destinato a cambiare la storia: Sputnik.
Tutto ebbe inizio nel 1948, quando l'ingegnere sovietico Sergej Pavlovič Korolëv, ispirandosi alla tecnologia dei missili V-2 nazisti, concepì un'idea audace: lanciare satelliti artificiali in orbita. Un progetto visionario che avrebbe aperto le porte all'era spaziale.
Korolëv, sfruttando la necessità militare di un missile balistico intercontinentale (ICBM), l'R-7, trasformò un'arma in uno strumento di esplorazione. Mentre l'esercito richiedeva un missile con una gittata di 8000 km, Korolëv vedeva oltre: un vettore capace di proiettare l'umanità verso le stelle.
La competizione con gli Stati Uniti si fece sempre più serrata e il Cremlino, desideroso di primeggiare, premette su Korolëv per accelerare i tempi. Il successo del primo lancio dell'R-7, il 21 agosto 1957, diede il via libera all'impresa che avrebbe sconvolto il mondo.
Il 4 ottobre 1957, dal cosmodromo di Bajkonur, una sfera metallica di nome Sputnik 1 si librò nel cielo, diventando il primo satellite artificiale della storia. Un segnale radio, un "bip" costante, proveniente dallo spazio, annunciò al mondo l'inizio di una nuova era. La corsa allo spazio era ufficialmente iniziata e l'Unione Sovietica aveva sbaragliato gli Stati Uniti.
Sputnik 1 orbitò attorno alla Terra per 21 giorni, trasmettendo dati preziosi sulla densità dell'atmosfera superiore e sulla ionosfera. Dopo aver compiuto il suo storico compito, continuò la sua orbita silenziosa per alcuni mesi, per poi disintegrarsi al rientro nell'atmosfera il 4 gennaio 1958.
Il 3 novembre 1957, Sputnik 2 portò con sé un essere vivente: Laika, una cagnolina. Sebbene il suo viaggio si concluse tragicamente dopo poche ore a causa di un guasto al sistema di areazione, il suo sacrificio aprì nuove prospettive sull'esplorazione biologica dello spazio, suscitando al contempo importanti dibattiti etici.
Tra il 1957 e il 1961, il programma Sputnik lanciò in totale dieci satelliti, ognuno dei quali contribuì in modo significativo al progresso scientifico, tecnologico, militare e politico. Sputnik non fu solo un successo tecnologico, ma un simbolo di progresso e di sfida, un'icona che ha segnato per sempre la storia dell'umanità.
In breve. Quale era l'obiettivo principale del programma Sputnik?
Sputnik non era solo un satellite. Era un simbolo, un grido di sfida lanciato dall'Unione Sovietica al mondo intero. Il suo scopo primario era, senza dubbio, la messa in orbita di satelliti artificiali, un'impresa mai tentata prima. E il 4 ottobre 1957, con il lancio di Sputnik 1, il mondo assistette alla nascita dell'era spaziale.
Sputnik 1, il primo satellite artificiale della storia, non si limitò a orbitare attorno alla Terra. Fu molto di più:
- Una dimostrazione di potenza tecnologica: In un periodo di forte competizione tra Stati Uniti e Unione Sovietica, Sputnik rappresentò un'affermazione inequivocabile della superiorità tecnologica sovietica nel campo aerospaziale.
- Una finestra sulla scienza: Il programma Sputnik non era solo propaganda. Permise la raccolta di preziosi dati scientifici sull'atmosfera terrestre e lo spazio circostante, aprendo nuove frontiere nella ricerca.
- L'alba di una nuova era: Sputnik aprì la strada all'esplorazione umana dello spazio, gettando le basi per future missioni e per la comprensione del nostro universo.
Sputnik non fu solo un "compagno di viaggio" della Terra, come suggerisce il suo nome russo. Fu un pioniere, un messaggero di un futuro in cui l'uomo avrebbe finalmente varcato i confini del proprio pianeta. Un ruggito che ancora oggi risuona, ricordandoci l'audacia e l'ingegno che ci spingono verso le stelle.
Sputnik 2: un balzo nel buio
L'eco del primo beep dello Sputnik 1 non si era ancora spenta, che già l'Unione Sovietica si preparava a un nuovo, audace capitolo della corsa allo spazio. L'anniversario della Rivoluzione d'Ottobre incombeva
Dopo il successo del lancio dello Sputnik 1 Korolëv andò al Cremlino e Krusciov gli disse:
"Non avremmo mai pensato che avresti lanciato uno Sputnik prima degli americani. Ma l'hai fatto. Ora, per favore, lancia qualcosa di nuovo nello spazio per il prossimo anniversario della nostra rivoluzione”
Sergej Korolëv, l'ingegnere visionario, raccolse l'invito con un coraggio che rasentava l'audacia. Dimenticando protocolli e convenzioni, ordinò ai suoi uomini di lavorare a briglia sciolta, guidati solo dalla propria coscienza e dall'urgenza del momento. In un turbine di creatività e improvvisazione, nacque lo Sputnik 2, un gigante sei volte più pesante del suo predecessore, destinato a portare un essere vivente oltre i confini della Terra.
"Tutte le tradizioni sviluppate nella tecnologia missilistica sono state eliminate (durante i lavori sul secondo satellite)", ha scritto Boris Chertok, vice di Sergei Korolëv. "Il secondo satellite è stato creato senza un progetto preliminare o alcun tipo di progetto".
Gli ingegneri sovietici pianificarono frettolosamente lo Sputnik 2 dopo che il premier Nikita Khrushchev aveva richiesto un volo in coincidenza con il 7 novembre 1957, il 40° anniversario della rivoluzione bolscevica russa. Usando ciò che avevano appreso dallo Sputnik 1 senza equipaggio, le squadre lavorarono rapidamente per costruire una navicella che includesse un compartimento pressurizzato per un cane. Lo Sputnik 1 aveva fatto la storia, diventando il primo oggetto artificiale in orbita terrestre il 4 ottobre 1957. Lo Sputnik 2 , sei volte più pesante rispetto allo Sputnik 1, avrebbe portato un essere vivente nello spazio.
Dopo una serie di test sui motori a razzo, volti a selezionare i propulsori con le caratteristiche prestazionali più elevate, il razzo destinato a trasportare lo Sputnik-2 fu spedito a Baikonur il 19 ottobre 1957
Il satellite artificiale che trasportò Laika. (Credit Laika ac)
La scelta cadde su Laika
La scelta cadde su Laika, una cagnetta randagia dal manto fulvo e dallo sguardo dolce, strappata dalle strade di Mosca e catapultata nel ruolo di pioniera spaziale. Addestrata con rigore, Laika divenne il simbolo di un'epoca, un'eroina involontaria destinata a entrare nella leggenda.
I reclutatori di cani sovietici iniziarono la loro ricerca con un branco di cani randagi femmine perché le femmine erano più piccole e apparentemente più docili. I primi test determinarono l'obbedienza e la passività. Successivamente i medici valutarono la loro resistenza in capsule pressurizzate e le loro reazioni ai cambiamenti della pressione dell'aria e ai forti rumori che avrebbero accompagnato il decollo. Alla fine alcuni cani si adattarono alle condizioni estreme.
Alla fine, il team scelse Kudryavka (Little Curly) come cane cosmonauta dello Sputnik 2 e Albina (White) come riserva. Presentata al pubblico via radio, Kudryavka abbaiò e in seguito divenne nota con il nome Laika, "imbonitore" in russo.
Tre giorni prima del decollo programmato, Laika entrò nel suo spazio di viaggio ristretto che consentiva solo pochi centimetri di movimento. Pulita di recente, armata di sensori e dotata di un dispositivo igienizzante, indossava una tuta spaziale con cinture di metallo incorporate.
Il lancio dello Sputnik 2
Il 3 novembre 1957, alle prime luci dell'alba, lo Sputnik 2 ruggì verso il cielo, portando con sé Laika e le speranze di un'intera nazione. Il cuore della cagnetta batteva all'impazzata, mentre il razzo la spingeva verso l'ignoto. L'orbita terrestre fu raggiunta, ma il trionfo si trasformò presto in tragedia.
Il National Air and Space Museum conserva stampe declassificate che mostrano la respirazione di Laika durante il volo. Laika raggiunse l'orbita viva, girando intorno alla Terra in circa 103 minuti. Sfortunatamente, la perdita dello scudo termico fece aumentare inaspettatamente la temperatura nella capsula, mettendo a dura prova Laika.
“Morì subito dopo il lancio", rivelò nel 1993 il medico russo e addestratore di cani spaziali Oleg Gazenko. "La temperatura all'interno del veicolo spaziale dopo la quarta orbita ha registrato oltre 43°C".
Un guasto al sistema di controllo termico trasformò la capsula in una fornace, condannando Laika a una morte prematura. L'Unione Sovietica, desiderosa di mantenere alta la propria immagine, nascose la verità per anni, alimentando la leggenda di una Laika sopravvissuta per giorni nello spazio.
Lo Sputnik 2 continuò a orbitare per cinque mesi.
Sei giorni dopo il lancio, il 10 novembre 1957, lo Sputnik-2 esaurì le batterie e smise di trasmettere dati. Con tutti i sistemi morti, il veicolo spaziale continuò a girare intorno alla Terra fino al 14 aprile 1958, quando rientrò nell'atmosfera
Molte persone avrebbero visto una scia infuocata dello Sputnik-2, mentre sorvolava New York e raggiungeva la regione amazzonica in soli 10 minuti durante il suo rientro.
Durante e dopo il volo, l'Unione Sovietica aveva mantenuto la finzione che Laika fosse sopravvissuta per diversi giorni. Le trasmissioni sovietiche affermavano che Laika era viva fino al 12 novembre. Il New York Times ha persino riferito che avrebbe potuto essere salvata; tuttavia, i comunicati sovietici hanno chiarito dopo nove giorni che Laika era morta.
La verità, cruda e dolorosa, emerse solo decenni dopo. Laika non era sopravvissuta, ma il suo sacrificio aveva aperto una nuova era, dimostrando che la vita poteva resistere oltre l'atmosfera terrestre. Il suo volo, seppur tragico, aveva spianato la strada ai futuri viaggi spaziali, un passo fondamentale verso la conquista dello spazio da parte dell'umanità.
I cani nel programma spaziale sovietico
Negli anni '50 e '60, l'Unione Sovietica si lanciò in una corsa sfrenata verso lo spazio, e i cani divennero i pionieri di questa epopea. Selezionati per la loro resistenza e adattabilità, questi animali randagi venivano sottoposti a un addestramento rigoroso, abituati a spazi angusti, accelerazioni estreme e l'isolamento del volo spaziale. Laika, con il suo pelo ispido e gli occhi curiosi, fu scelta per il volo orbitale dello Sputnik 2, un'impresa che avrebbe segnato la storia.
In questo periodo, l’Unione Sovietica lanciò nelle proprie missioni almeno 57 cani. La maggior parte degli animali sopravvisse, mentre i pochi che morirono furono persi per lo più a causa di guasti tecnici, ad eccezione di Laika, il cui volo non prevedeva atterraggio.
Nel programma spaziale sovietico fu scelto il cane in quanto erano considerati animali ben adatti a sopportare lunghi periodi di inattività. Per abituarli agli spazi angusti delle navicelle spaziali, gli animali venivano messi in piccole gabbie per un periodo di 15-20 giorni. Venivano scelti cani randagi, piuttosto che animali abituati a vivere in casa, in quanto si riteneva che sarebbero stati in grado di tollerare meglio i rigori termici e le intense sollecitazioni del volo spaziale. Venivano scelti inoltre cani di sesso femminile, perché considerati più docili, e perché il meccanismo che doveva raccogliere l'urina e le feci degli animali era dotato di uno speciale dispositivo, progettato per funzionare solo con le femmine.
Gli animali prima del lancio venivano inoltre dotati di tute spaziali che portavano per un certo periodo di tempo, in maniera da abituarli, e venivano anche messi in macchinari che simulavano il lancio ed in speciali centrifughe che simulavano l'elevata accelerazione del lancio stesso.
I cani lanciati in orbita venivano alimentati con un nutriente gelatinoso ricco di proteine
Perché i Sovietici Scelsero i Cani per i Primi Esperimenti Spaziali?
I sovietici scelsero i cani per i primi esperimenti spaziali per diverse ragioni pratiche e scientifiche:
I cani, in particolare quelli randagi, erano considerati più resistenti e più facili da addestrare rispetto ad altri animali.
I cani di piccola taglia erano ideali per gli spazi ristretti delle capsule spaziali.
Inoltre i cani hanno comportamenti prevedibili e possono essere monitorati facilmente tramite sensori e telemetria
Laika divenne famosa come il primo essere vivente a orbitare intorno alla Terra, anche se purtroppo non sopravvisse al volo.
Belka e Strelka furono lanciati a bordo dello Sputnik 5 nel 1960 e furono i primi a tornare sani e salvi dalla missione spaziale. Questo successo aprì la strada ai voli umani nello spazio.
Sputnik 2: la propaganda dell’annuncio
Nel cuore della Guerra Fredda, mentre il mondo tratteneva il fiato, l'Unione Sovietica sferrò un colpo che avrebbe cambiato per sempre il corso della storia: il lancio dello Sputnik 2. Un evento che andava ben oltre la semplice conquista scientifica, trasformandosi in una potente arma di propaganda.
Il 31 ottobre 1957, l'annuncio risuonò come un tuono: in occasione del quarantesimo anniversario della Rivoluzione bolscevica, l'URSS avrebbe lanciato un secondo satellite artificiale.
Il giorno seguente, l'eco si fece ancora più forte: l'ambasciata russa a Bonn rivelò che lo Sputnik 2 sarebbe stato più grande del suo predecessore e avrebbe portato a bordo un essere vivente, un cane che avrebbe fatto rientro sulla Terra. La notizia fece il giro del mondo, alimentando l'immaginario collettivo e proiettando l'URSS nell'olimpo delle superpotenze.
Titolo di “Stampa Sera” del 4 novembre 1957
Il cane siberiano, noto con il nome Laika, a bordo dello Sputnik 2. (fonte Stampa sera 4 novembre 1957)
Laika, una cagnetta siberiana, divenne così la prima creatura vivente a orbitare attorno alla Terra. La sua immagine, diffusa dai giornali di tutto il mondo, divenne un simbolo della supremazia sovietica, un'icona della Guerra Fredda.
Ma l'impresa dello Sputnik 2 non era solo una questione di tecnologia e scienza. Era anche, e soprattutto, una mossa propagandistica magistrale. Mentre gli Stati Uniti faticavano a rispondere, l'URSS si ergeva a leader indiscusso nella corsa allo spazio, dimostrando al mondo la sua superiorità tecnologica e la sua capacità di superare i limiti.
Il professore Arturo Crocco commentò l’avvenimento mettendo in risalto che si studiava già da tempo il comportamento degli animali nelle elevate altitudini: i russi lavoravano con i cani mentre gli americani con le scimmie e i porcellino d’India.
“Il lancio nella stratosfera di animali viventi non è una novità assoluta. Durante lo scorso anno gli americani hanno inviato dei missili con a bordo scimmie e porcellini d’India fino ad una altezza di 200 Km: le cavie sono state poi recuperate per mezzo di paracaduti automatici.”
La Casa Bianca, inizialmente, scelse il silenzio, mentre il ministro della Difesa americano minimizzò l'accaduto, dichiarando che non ci sarebbero stati cambiamenti nei programmi missilistici statunitensi. Ma il mondo intero aveva già percepito il messaggio: l'era spaziale era iniziata, e l'URSS ne era il protagonista.
Lo sputnik 2 tra propaganda e politica
Alla notizia del lancio dello Sputnik 2, la stampa americana fece leva sul nazionalismo
“È ora di mostrare i muscoli.... e non per una bravata!” (San Bernardino Sun, Volume 64, Number 55, 4 November 1957)
Importante fu l’attegiamento dei politici occidentali nelle trattative di pace e del processo di denuclearizzazione che si stava discutendo in quel periodo. Se da una parte i sovietici pensavano di intimorire gli americani con i successi dello Sputnik, si osservò un inasprimento dei rapporti bilaterali.
L’Unità del 6 novembre 1957
Il segretario di Stato americano Dulles fece una dichiarazione affermando che la superiorità tecnologica americana non esisteva più. Con questa affermazione alcuni si attendevano una maggiore disponibilità alla denuclearizzazione invece l’attegiamento di Dullas fu bellicoso
Egli ha espresso la speranza che alla prossima conferenza dei capi di governo della NATO, gli Stati Uniti siano in grado di proporre un piano per la creazione di un deposito atlantico di bombe atomiche (L’Unità del 6 novembre 1957)
Il Herald Tribune scrive:”Gli americani sono rimasti allibiti di fronte al nuovo trionfo della scienza sovietica, che on ha eguali dopo la scoperta copernicana del sistema solare. E’ inutile chiudere gli occhi… Siamo certi che il presidente rafforzerà il programma dei missili e metterà fine alla dannosa rivalità fra le varie armi, e che la responsabilità per l’attuazione di questo programma, incluso il controllo dei fondi, verrà affidata ad un solo uomo.”
Il New York Time scrive: “Si dovrebbe subito cominciare a unificare i programmi per i missili e i satelliti e portarli avanti sotto la guida di una personalità di primo piano.”
L’8 novembre ci fu un cambio di passo degli americani: il ministero della difesa dispose che fosse l’esercito a lanciare il primo satellite, indipendentemente dal progetto della marina Vanguard. L’esercito avrebbe utilizzato lo Jupiter C
Lo Sputnik 2 ritorna sulla Terra
La Nuova Stampa, 13 aprile 1958
Lo Sputnik II ha sorvolato Londra. Il suo passaggio è stato segnato da una scia luminosa in quanto in attrito con l’atmosfera terrestre.
Con la finr dello Sputnik II, nello spazio sono rimasti tre satelliti artificiali: l’Explorer I, il Vanguard I e l’Explorer III .
Smithsonian Magazine, The Sad, Sad Story of Laika, the Space Dog, and Her One-Way Trip Into Orbit, 11 aprile 2018
Stampa Sera, 31 ottobre 1957
La Stampa, 1 novembre 1957
Roberto Paradiso, Noi abbiamo usato le matite!, 2021
James J. Harford, "Korolev's Triple Play: Sputniks 1, 2, and 3", adattato da James J. Harford, Korolev: How One Man Masterminded the Soviet Drive to Beat America to the Moon (John Wiley: New York, 1997)
RussianSpaceWeb, Preparing Sputnik-2 for flight
San Bernardino Sun, Volume 64, Number 55, 4 November 1957
L’Unità, 6 novembre 1957
L’Unità, 9 novembre 1957
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Il lancio dello Sputnik 1 il 4 ottobre 1957 da parte dell'Unione Sovietica segnò un evento epocale dando il via alla corsa allo spazio tra le potenze mondiali. Questo satellite pionieristico aprì la strada all'esplorazione spaziale. Sputnik 1: L'alba dell'era spaziale e l'inizio della corsa allo spazio |
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Il 15 maggio 1958 l’URSS lanciò il Terzo Satellite Artificiale della Terra. Mentre due precedenti satelliti sovietici erano stati lanciati nello spazio principalmente per considerazioni politiche, lo Sputnik-3 era stato progettato per essere un vero laboratorio scientifico. Sputnik 3: Il Primo Vero Laboratorio Spaziale |
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Il 4 ottobre 1957, l'Unione Sovietica lanciò Sputnik 1, il primo satellite artificiale ad orbitare la Terra. Questo evento epocale segnò l'inizio dell'era spaziale e alterò radicalmente il panorama geopolitico della Guerra Fredda. La dimostrazione di superiorità tecnologica sovietica spinse gli Stati Uniti a creare la NASA e a dare inizio alla corsa allo spazio. Lancio dello Sputnik 1, l’impatto mediatico e politico |
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