I longobardi, per vendetta, distruggono Oderzo.
Oderzo distrutta dai Longobardi nel 667 per vendetta. Il re longobardo Grimoaldo si vendicò dell’omicidio dei suoi due fratelli, Caco eTasone, avvenuta anni prima a Oderzo per mano del patrizio Gregorio.
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Tra il 610 e il 625, il patrizio Gregorio, governatore della città, invitò a Oderzo i longobardi Caco e Tasone, figli di Gisulfo II duca del Friuli per un incontro conviviale, e giurando di tagliare la barba al primo e di "adottarlo" come proprio figlio.
Caco e Tasone erano rimasti orfani di padre per mano degli Avari. Tra il 610 ed il 617-625 circa, Caco e Tasone assunsero il governo del ducato del Friuli.
I due fratelli ricercarono un'alleanza con i bizantini come il padre, ma caddero in un'imboscata tesa loro nella città di Oderzo dal patrizio bizantino Gregorio. Questi aveva promesso a Tasone di adottarlo come figlio, con il rito del taglio della barba; il duca lo raggiunse insieme al fratello e con una piccola scorta. Appena arrivati a Oderzo, Gregorio fece chiudere le porte della città e inviò i suoi armati contro i Longobardi. I fratelli compresero immediatamente la situazione, si prepararono a combattere e si scambiarono il bacio della pace e l'ultimo saluto. Si dispersero quindi per le strade, uccidendo chiunque si trovassero davanti e, scrive Paolo Diacono, "facendo grande strage dei Romani; ma alla fine anche loro furono uccisi". Gregorio mantenne comunque la sua promessa: ordinò che gli portassero la testa di Tasone e gli tagliò la barba. All'epoca la città di Oderzo era retta dal vescovo san Tiziano.
La vendetta dei Longobardi
Per vendetta, Oderzo venne distrutta per ordine di re Rotari nel 634 (https://www.biosost.com/index.php/storia/storia-del-friuli-venezia-giulia-e-dell-istria/storia-del-friuli/475-1492/901-02-06-21). Durante questo evento i cittadini più ricchi scapparono e raggiunsero le foci del Piave e la laguna, In tale occasione venne fondata Eraclea, chiamata anche Città nuova.
Successivamente Oderzo venne ricostruita.
Molti anni dopo, nel 667, Opitergio, l’attuale Oderzo, venne distrutta per ordine dal re longobardo Grimoaldo. Grimoaldo, fratello minore di Caco e Tasone, non aveva perdonato la città per gli omicidi che si consumarono all’interno delle sue mura. La città venne nuovamente distrutta fino alle fondamenta creando degli ampi spazi. Era tale il disprezzo dei Longobardi che, al fine di impedirne la ricostruzione, parte del territorio fu dato ai trevigiani, parte ai friulani e parte ai cenedesi (attuale Vittorio Veneto).
Oderzo venne attaccata il giorno del sabato santo. Un giorno importante in quanto era tradizione battezzare i bambini con un rito solenne nella chiesa maggiore. Era tale la rabbia di Grimoaldo che fece annegare i diaconi nella fonte battesimale.
Gli abitanti fuggirono verso la laguna dove con altri profughi provenienti da Concordia Sagittaria, Aquileia, Padova, Altino e altre città della pianura veneta, fondarono Rialto, la futura Venezia – con il suo primo Doge, Paolo Lucio Anapesto (697-717).
Oderzo, dove partiva la Stradalta dalla via Postumia, fu successivamente un piccolo villaggio di agricoltori che provvidero a ricostruire le loro fatiscenti abitazioni sui rimasugli del vecchio centro che veniva ininterrottamente depredato dai primi Veneziani per impossessarsi del materiale da utilizzare per l’edificazione della loro nuova città. Solamente nel 963 viene citata in un documento come semplice paese – ma col passare degli anni acquisì la prima Corte Regia (sede di re o imperatori). Nel 974, la città fu nuovamente distrutta dai Veneziani. Dopo l’anno 1000, con la realizzazione del Castello e lo sviluppo all’interno della città muraria, Oderzo riprende a vivere.
Nota. Nella chiesa primitiva c’era l’usanza di battezzare i fedeli solo due sabati all’anno: quello che precedeva la Pasqua e quello della Pentecoste. Successivamente, in alcuni luoghi, fu introdotta anche la giornata dell’Epifania.
Francesco di Manzano. Annali del Friuli. Volume 1. 1858
Antonino Ellero, Notizie varie di Oderzo scritte nel 1734 ripubblicate nelle faustissime nozze Moro-Costantini il febbraio del 1848
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