Fortificazioni, Cultura e Società di un Popolo Antico
(Credit archeocartafvg)
La cultura dei castellieri nacque in Istria durante l’età del bronzo medio (XV secolo a.C.) e si diffuse in Friuli Venezia Giulia, Dalmazia, Veneto e aree limitrofe, durando fino al III secolo a.C. prima della conquista romana.
I castellieri erano villaggi fortificati, costruiti su colline e punti strategici, che fungevano non solo da rifugi, ma anche da centri vitali per la vita sociale, economica e religiosa. La loro economia si basava su agricoltura, allevamento, artigianato e commercio, favoriti dalla posizione strategica che permetteva la diffusione di beni e idee.
Tra i siti di maggiore rilevanza, Nesactium, nell’Istria meridionale, rappresenta un esempio significativo, noto per le sue cinte murarie e il ruolo di capitale degli Histri. Questi insediamenti protostorici erano realizzati con terrapieni di legno e ghiaia, successivamente rafforzati. L’introduzione del bronzo portò innovazioni tecnologiche, come strumenti migliori, l’aratro e la ruota, mentre i torrenti fornivano riserve idriche.
Con l’età del ferro e i cambiamenti climatici, molti castellieri furono abbandonati, lasciando spazio ai Romani, che trasformarono il territorio con strade e centuriazioni.
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L’insediamento nel territorio risale a tempi antichi. Con l’aumento della popolazione e l’organizzazione delle comunità, circa 4000 anni fa, durante l’Età del Bronzo antico, emerse il fenomeno dei castellieri. Questi erano particolari abitati fortificati, diffusi in gran parte dell’Europa e con una presenza significativa tra i fiumi Timavo e Isonzo nel nostro territorio.
Oltre a servire come strutture difensive, i castellieri fungevano anche da punti strategici per il controllo del territorio, in un’epoca caratterizzata da intensi movimenti di persone e merci.
Che cosa erano i castellieri?
Nel mondo antico, tra le colline e le montagne del Friuli, dell'Istria e della Venezia Giulia, si ergono imponenti strutture di pietra: i castellieri, sentinelle silenziose di un passato lontano.
Cosa erano esattamente i castellieri? Non semplici villaggi, ma veri e propri borghi fortificati, concepiti per proteggere le comunità che vi abitavano. Immagina mura possenti, spesse fino a cinque metri e alte fino a sette, che cingevano l'abitato in forme diverse a seconda della zona: rotonde ed ellittiche in Istria e Venezia Giulia, quadrangolari in Friuli.
La tecnica costruttiva era ingegnosa: la cosiddetta "a sacco". Due muri paralleli di grandi blocchi di pietra racchiudevano un riempimento di pietre più piccole, terra e altri materiali, creando una struttura solida e resistente. All'interno di queste mura maestose, le case, generalmente modeste e di forma circolare, spesso simili a trulli, poggiavano su una base di pietra calcarea o arenaria, mentre il resto era costruito con materiali deperibili come il legno.
Questi monumenti del passato, sparsi tra Istria, Friuli e Venezia Giulia, ci offrono uno sguardo privilegiato sulla vita delle antiche popolazioni. Tra le centinaia di castellieri ancora visibili, alcuni spiccano per la loro importanza e il loro stato di conservazione:
Il castelliere di Leme, nel cuore dell'Istria occidentale, un esempio affascinante di architettura protostorica.
Il castelliere di Elleri, vicino a Muggia, testimonianza di un insediamento strategico in prossimità del mare.
Il castelliere di Monte Giove, nei pressi di Prosecco (Trieste), che domina il paesaggio carsico con la sua imponenza.
Il castelliere di Slivia, nel comune di Duino-Aurisina, immerso nella natura selvaggia del Carso.
Il castelliere di S. Polo (o della Gradiscata), non lontano da Monfalcone.
Distribuzione dei castellieri nel Caput Adriae. (da Variano 2000)
I Castellieri: Sentinelle di Pietra di un Mondo Antico
Le antiche civiltà che un tempo popolavano la nostra regione, legavano indissolubilmente la propria esistenza alla terra. Agricoltori e allevatori, costruivano la loro vita attorno a villaggi fortificati, i castellieri, veri e propri baluardi di pietra che dominavano il paesaggio.
Queste imponenti strutture, disseminate sui nostri colli, erano molto più che semplici abitazioni. Erano centri nevralgici di vita sociale, economica e religiosa, luoghi dove si coltivavano i campi, si allevavano gli animali e si forgiavano gli strumenti necessari alla sopravvivenza. Ma erano anche rifugi sicuri, protetti da mura massicce, in cui le comunità si rifugiavano in caso di pericolo.
La vita nei castellieri era scandita dai ritmi della natura. L'agricoltura, con la coltivazione dei cereali, e l'allevamento, soprattutto di ovini e caprini, erano le attività principali. Curiosamente, nonostante l'abbondanza di ferro, la lavorazione del bronzo rimase a lungo la più diffusa, testimoniando un'affascinante evoluzione tecnologica.
Castellieri: Cuori Pulsanti dell'Economia Antica
Le comunità che vivevano nei castellieri non si limitavano a sopravvivere: prosperavano, grazie a un ingegnoso sistema che integrava difesa, produzione e commercio.
I castellieri, eretti in posizioni strategiche su alture o punti di controllo cruciali, offrivano una protezione ineguagliabile. Le loro fortificazioni non erano solo barriere contro le minacce esterne, ma garantivano la sicurezza delle risorse e la continuità delle attività economiche, creando un ambiente stabile per lo sviluppo.
All'interno di queste mura protettive, la vita pulsava al ritmo di un'economia diversificata e autosufficiente. L'agricoltura, cuore pulsante della comunità, nutriva la popolazione con cereali, legumi e altri prodotti della terra. L'allevamento di bovini, ovini e suini, insieme alla caccia, integrava la dieta e forniva materie prime preziose come pelli e cuoio.
Ma i castellieri non erano solo agricoltori e allevatori. Abili artigiani forgiavano armi, attrezzi agricoli, fibule finemente lavorate e altri ornamenti. Questi manufatti, simboli di maestria e ingegno, non solo soddisfacevano le necessità interne, ma diventavano preziosi beni di scambio con le comunità circostanti.
La posizione strategica dei castellieri li trasformava in centri di scambio commerciale. Merci e prodotti fluivano tra diverse comunità, arricchendo non solo le casse dei castellieri, ma anche il tessuto culturale e sociale dell'epoca. Questi scambi favorivano la diffusione di idee, tecnologie e tradizioni, creando un'interconnessione vitale tra le diverse popolazioni.
Nesactium: la capitale dei castellieri istriani
Il castelliere di Nesactium, situato nell'Istria meridionale, rappresenta uno dei siti archeologici più importanti della regione. Fondato in epoca protostorica, Nesactium fu un importante centro di potere e cultura per la popolazione degli Histri, che lo elessero a loro capitale e principale luogo di culto.
La sua posizione strategica, protetta da una doppia cinta muraria, lo rese un punto di riferimento per il controllo del territorio e per la difesa dalle incursioni esterne. La sua importanza crebbe nel corso dei secoli, tanto che, dopo la conquista romana, Nesactium fu trasformata in una roccaforte militare, a testimonianza del suo ruolo strategico anche in epoca imperiale.
Le imponenti mura, ancora oggi visibili, testimoniano la grandezza e la potenza di questo insediamento, che rappresenta una delle testimonianze più significative della cultura dei castellieri, un fenomeno architettonico e culturale che ha caratterizzato l'Istria e altre regioni limitrofe durante l'Età del Bronzo e del Ferro.
Il castelliere di Udine
Un segreto millenario rivela la sua storia. Sotto i pavimenti di Palazzo Mantica, nel cuore di Udine, si nascondeva un tesoro inatteso: le antiche fondamenta di un castelliere, un villaggio fortificato risalente all'Età del Bronzo. Un ritrovamento sensazionale che ci riporta indietro nel tempo di oltre 3.500 anni e ci svela un capitolo inedito della storia della nostra città.
La vita nei castellieri
Tutte le popolazioni che, nel corso dei secoli, si succedettero nella regione, avevano un carattere stanziale ed erano dedite, in prevalenza, ad attività primarie come l'agricoltura (cereali) e l'allevamento (suini, ovini e caprini soprattutto, scarsi i bovini). Anche i campi destinati alla coltivazione venivano spesso delimitati da mura ed erano cosparsi di castellieri dalle dimensioni ridotte che con ogni probabilità venivano adibiti a rifugio o a deposito.
Per quanto riguarda le attività secondarie, grande sviluppo ebbe la siderurgia, curiosamente legata, almeno fino al V secolo a.C., più alla lavorazione del bronzo che non a quella del ferro.
I Castellieri: Sentinelle del Tempo nella Pianura Friulana
Immagina un paesaggio antico, dove la pianura friulana si estende rigogliosa, solcata da fiumi e torrenti che disegnano percorsi vitali. Qui, tra il 1900 e il 1500 a.C. circa, l'uomo ha lasciato un'impronta indelebile, erigendo i castellieri, sentinelle del tempo che ancora oggi ci narrano storie di ingegno e adattamento.
Queste fortificazioni primordiali sorsero lungo le lavie e i torrenti, fonti di sostentamento per uomini, animali e campi coltivati. I boschi, un tempo fitti e selvaggi, iniziarono a cedere il passo a un'attività umana più intensa, grazie all'introduzione del bronzo, che permise la creazione di strumenti più robusti. La gestione del territorio si fece più oculata: i boschi venivano sottoposti a tagli regolari, per controllare la crescita degli alberi e ricavare legname per le difese, le abitazioni e gli utensili.
La natura offriva generosamente i suoi frutti: selvaggina, frutti selvatici, fogliame e ghiande, mentre ai margini dei boschi si estendevano i campi coltivati.
Verso il Bronzo Antico la diffusione in Friuli della ruota e dell’aratro permisero agli abitanti dei castellieri di facilitare e velocizzare il trasporto verso i villaggi di materiale edilizio come il legno, la terra e i ciottoli e di estendere le aree coltivate.
Successivamente le acque di lavie e torrenti vennero in alcuni casi incanalate verso i fossati dei castellieri o in rogge che scorrevano nelle loro vicinanze, per creare delle riserve idriche facilmente raggiungibili e sempre disponibili.
Con il passare dei secoli, l'intervento umano si fece più incisivo. Le tecniche agricole migliorarono, la popolazione crebbe e nuovi castellieri sorsero, a nord della linea delle risorgive, per controllare le vie di comunicazione fluviali. I terrapieni, baluardi di legno, terra e ghiaia, vennero ampliati e rafforzati, a testimonianza di un'epoca di cambiamenti e sfide.
L'età del bronzo cedette il passo all'età del ferro, portando con sé un clima più rigido e piovoso. Le colture si adattarono, privilegiando l'orzo, e molti castellieri vennero abbandonati. La popolazione si concentrò in pochi centri fortificati, che controllavano un vasto territorio, dove campi, pascoli, frutteti e orti si alternavano a capanne isolate, rifugio di contadini e pastori.
L'arrivo dei Romani segnò una svolta radicale. Il paesaggio fu rimodellato dalla centuriazione, una suddivisione del territorio in lotti regolari, con la creazione di strade strutturate.
L’aspetto del paesaggio fu modificato radicalmente in epoca romana. Una buona parte del territorio fu suddiviso in lotti (quadrati di circa 50 ettari) lungo i cui assi furono realizzate le prime strade strutturate; questo tipo di organizzazione prende il nome di centuriazione.
Nota. La fascia delle risorgive (che divide anche la pianura friulana in alta e bassa) si estende, a sinistra del Tagliamento, da Codroipo al Carso Monfalconese e, alla destra del Tagliamento, da Codroipo a Sacile, dove raggiunge le polle del Livenza, ai piedi del Cansiglio.
Esistono tracce di attività artigianali all'interno dei castellieri?
Questi insediamenti antichi ospitavano una varietà di attività produttive. Gli artigiani dei castellieri producevano oggetti come armi, attrezzi agricoli, fibule e altri ornamenti. Questi manufatti non solo soddisfacevano le esigenze locali, ma potevano anche essere scambiati con altre comunità.
Inoltre, sono state trovate tracce di lavorazione delle ossa e delle corna di cervo, nonché la produzione di piccoli elementi in leghe metalliche a base di rame. Queste attività artigianali dimostrano che i castellieri non erano solo centri di difesa, ma anche importanti centri di produzione e commercio.
FVG. La vita quotidiana nei villaggi protostorici.
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