Il film, finzione o realtà? La storia è realmente basata su idee fantasiose?

 

 

Il film di Ron Howard risulta una pellicola godibile e spettacolare che permette al grande pubblico di godere dell'ennesima buona performance di Tom Hanks (ri)scoprendo le bellezze di Firenze.

Ma dietro il film c’è sicuramente un mettere in risalto il grande problema della sovrappopolazione.

Dopo un incipit mozzafiato, Inferno detta le regole della visione esplicitando fin da subito gli ingredienti che offrirà. Immagini distorte, dettagli disturbanti, esplosioni improvvise di violenza, ritmo forsennato, piani ravvicinati a simulare il punto di vista del protagonista, il professor Robert Langdon, meno affidabile del solito visto che stavolta lo ritroviamo privo di memoria e costretto in un letto d'ospedale di Firenze dopo un violento trauma cranico.

Forse non sempre in linea con il libro mette in risalto il grande problema della sovrappopolazione e come sia importante affrontare il problema a livello planetario.

Il film, finzione o realtà? La storia è realmente basata su idee fantasiose?

Il 1° gennaio 2014 la popolazione della Terra aveva raggiunto i 7,2 miliardi di persone, così afferma un rapporto della Fondazione tedesca per la popolazione mondiale. Gli analisti sostengono che nel corso dell'ultimo anno il numero della popolazione terrestre è aumentato di 80 milioni. Gli autori del rapporto esprimono preoccupazione per il livello di crescita sproporzionato della popolazione nei Paesi in via di sviluppo. Secondo loro, ciò porterà ad un aumento della povertà nel mondo. Purtroppo le risorse della Terra si stanno esaurendo.

Nel 2008, l’ONU ha evidenziato che la brusca crescita della popolazione mondiale, il cambiamento climatico, una diffusa incapacità gestionale e la crescente domanda di energia hanno accentuato la pressione su risorse idriche mondiali che stanno diminuendo. Secondo un Rapporto elaborato con il concorso di 24 agenzie delle Nazioni Unite, con una popolazione mondiale ormai attestata a oltre 7 miliardi, alcuni Paesi hanno già toccato i limiti delle proprie risorse idriche.

“Il cambiamento climatico renderà questa situazione ancora più drammatica”, ha dichiarato William Cosgrove, coordinatore ONU del “World Water Development Report”. “Non solo perchè aumenterà la variabilità del clima, ma anche perchè provocherà un incremento della già esistente pressione sulle risorse idriche”.

Il Rapporto prevede che, a causa del cambiamento climatico, entro il 2030, quasi la metà della popolazione mondiale vivrà in aree ad alto stress idrico, tra cui l’Africa che conterà tra 75 e 250 milioni di persone sottoposte a tale pressione. Inoltre, la scarsità d’acqua in alcune zone aride e semiaride provocherà lo spostamento di un numero di persone comprese fra 24 e 700 milioni.

“La domanda è in aumento. Sta creando una forte concorrenza e ciò di cui abbiamo bisogno è una migliore amministrazione delle risorse idriche, una migliore legislazione e una distribuzione dell’acqua più efficace e trasparente”, ha dichiarato Cosgrove, rilevando anche che la pressione sulle risorse idriche aumenta drammaticamente con il miglioramento della qualità della vita, la crescita dei centri urbani e l’incremento dei livelli di consumo, tutti fattori che determinano di conseguenza un’impennata della domanda di energia.

Il drammatico aumento nella produzione di biocarburanti, tra cui l’etanolo, triplicato tra il 2000 e il 2007, e la necessità di una quantità oscillante tra 1.000 e 4.000 litri d’acqua per produrre un solo litro di biocarburante, hanno aggiunto ulteriori pressioni a quelle già esistenti.

“Il bisogno globale di energia è destinato ad aumentare del 60% entro il 2030 – secondo una previsione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia – e la domanda di energia arriverà dai Peasi in via di sviluppo”, ha notato Cosgrove, mentre il consumo di energia idroelettrica è destinato anch’essa ad aumentare del 60%. “Con la crescente penuria, una gestione virtuosa delle risorse idriche diventa più che mai essenziale”, ha insistito il Direttore Generale dell’UNESCO, Koïchiro Matsuura

Secondo nuove stime delle Nazioni Unite, la popolazione mondiale raggiungerà i 7 miliardi nel 2015 e si attesterà a 9 miliardi nel 2050, un incremento dovuto soprattutto ai paesi in via di sviluppo. “Non ci sono grandi cambiamenti per le stime più recenti, e le valutazioni per il futuro non sono state modificate,” ha affermato a New York Hania Zlotnik, Direttore della Divisione Popolazione del Dipartimento degli Affari Economici e Sociali (DESA).

Secondo il documento nove paesi contribuiranno per metà all’incremento mondiale, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2050: India, Pakistan, Nigeria, Etiopia, Stati Uniti, Repubblica Democratica del Congo (DRC), Tanzania, Cina e Bangladesh.

Hania Zlotnik, direttrice della Divisione popolazione dell'ONU, ha rilevato che le attuali proiezioni sono basate sull’ipotesi che la fertilità diminuirà passando dall’attuale livello mondiale di 2,5 bambini per donna a 2,1, da adesso fino al 2050. La popolazione dei 49 paesi meno sviluppati cresce ancora oggi più velocemente rispetto al resto del mondo, a un ritmo del 2,3 per cento l’anno.

 

Una delle critiche al film è il fatto che per tutto il film si parla di un patogeno mortale e solo in una scema si parla di sterilizzazione della popolazione. Perché? E’ un errore del regista?

Qualche anno fa correva voce che i potenti del mondo avessero lanciato un'operazione globale contro la popolazione ignara per ridurre e controllare la fertilità. Vaccini e anche colture alimentari di prima necessità sono state modificate per raggiungere questi obiettivi.

Le attività della classe dirigente nel controllo della popolazione, scrive Platone in “La Repubblica”, deve essere tenuto segreto. Egli scrive: " Ora questi passi devono essere un segreto che conoscono solo i governanti, o ci sarà un'ulteriore minaccia del nostro gregge ... lo scoppio di un rivolta"

Bill Gates, nel 2010, ha ribadito l'agenda di controllo della popolazione globale durante la presentazione ad una conferenza nella quale ha dichiarato,

"Il mondo oggi ha 6,8 miliardi di persone. Che si avviano a diventare circa nove miliardi. Ora, se facciamo veramente un grande lavoro sui nuovi vaccini, cure sanitarie, servizi per la salute riproduttiva, potremmo avere una riduzione forse del 10 o 15 per cento".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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