Rapporti Ambientali
IPCC 2019. Cambiamento climatico e territorio
Rapporto EEA. Contaminanti nei mari europei
IPBES: Biodiversity and Ecosystem Services
30x30. A blueprint for ocean protection
La globalizzazione 4.0 ci aiuterà ad affrontare i cambiamenti climatici
Ecosistema urbano. Rapporto 2018
IPCC 2018. Global Warming of 1.5°C
Clima ed il protocollo di Kyoto
Protocollo di Kyoto: punti in evidenza
La natura sta declinando a livello mondiale a ritmi senza precedenti nella storia umana
I governi hanno deciso collettivamente che il mondo ha bisogno di limitare l’aumento medio della temperatura globale.
In Italia, secondo il rapporto di AmbienteItalia 2018 “Ecosistema Urbano”, poche città stanno operando nell’ottica di una città più sostenibile.
Leggi tutto: Performance ambientali delle città italiane. Classifica 2018
Ci vorrà una collaborazione senza precedenti per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C.
Leggi tutto: La globalizzazione 4.0 ci aiuterà ad affrontare i cambiamenti climatici
I paesi industrializzati che hanno firmato l’annessione al Protocollo di Kyoto, responsabili nel 1990 di oltre la metà delle emissioni mondiali di gas serra e soggetti ad obblighi di riduzione, tra il 1990 e il 2010 hanno diminuito le proprie emissioni di quasi il 9%: da 19 miliardi di tonnellate di anidride carbonica equivalente (GtCO2eq) a 17,3 miliardi. È molto probabile che i dati definitivi relativi agli ultimi due anni confermeranno il rispetto dell’obiettivo finale del Protocollo, pari a una riduzione delle emissioni rispetto al 1990 di almeno 5,2% come media del periodo 2008‐2012.
L’Agenda 2030, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e costituita da 17 obiettivi finalizzati all’eliminazione della povertà, alla protezione del pianeta e al raggiungimento di una prosperità diffusa.
RAPPORTO SDGS 2020. Goal 01. Sconfiggere la povertà. Dati FVG
RAPPORTO SDGS 2020. Goal 02. Porre fine alla fame. Dati FVG
RAPPORTO SDGS 2020. Goal 08. Promuovere una crescita economica duratura. Dati FVG
RAPPORTO SDGS 2020. Goal 09. Costruire infrastrutture resilienti. Dati FVG
RAPPORTO SDGS 2020. Goal 10. Ridurre le disuguaglianze. Dati FVG
RAPPORTO SDGS 2020. Goal 12. Garantire modelli di produzione e consumo sostenibili. Dati FVG
L’Istat ha pubblicato la seconda edizione del Rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs) adottati con l’Agenda 2030 il 25 settembre 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
L’Agenda 2030, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e costituita da 17 obiettivi finalizzati all’eliminazione della povertà, alla protezione del pianeta e al raggiungimento di una prosperità diffusa.
Agenda per lo sviluppo sostenibile 2015-2030
Agenda per lo sviluppo sostenibile 2015-2030: impatto umano sulla Terra
Agenda per lo sviluppo sostenibile 2015-2030: cambiamento tecnologico
Agenda per lo sviluppo sostenibile 2015-2030: disuguaglianza ed esclusione sociale
Agenda per lo sviluppo sostenibile 2015-2030: difficoltà di governance globale
Rapporto ISTAT
RAPPORTO SDGS 2019. Sconfiggere la povertà. Dati FVG
Il mondo non può aspettare che la nebbia dell'incertezza geopolitica e geo-economica si dissolva. La scelta di cavalcare il presente nella speranza che il sistema globale “ritorni indietro” si corre il rischio di perdere delle finestre cruciali per affrontare le sfide urgenti.
Su questioni chiave come l'economia, l'ambiente, la tecnologia e la salute pubblica, le parti interessate devono trovare modi per agire rapidamente e con uno scopo all'interno di un panorama globale instabile. Questo è il contesto in cui il World Economic Forum pubblica la 15a edizione del Rapporto sui rischi globali.
World Economic Forum - Global Risks 2020. Un mondo instabile
World Economic Forum - Global Risks 2020. I rischi economici
World Economic Forum - Global Risks 2020. Affrontare la minaccia climatica
World Economic Forum - Global Risks 2020. Pericoli causati dalla perdita di biodiversità
Il rapporto presenta i risultati dell’ultima indagine effettuata dal World Economic Forum sulla percezione globale dei rischi, in cui circa 1.000 esperti del settore pubblico, del settore privato, del mondo accademico e della società civile valutano i rischi che affliggono il mondo. La maggioranza prevede un peggioramento degli scontri economici e politici tra le maggiori potenze. Nell'arco di un orizzonte di dieci anni, i problemi estremi legati alle condizioni climatiche e ai cambiamenti climatici sono considerati le minacce più gravi.
World Economic Forum - Global Risks 2019: un grido di allarme
World Economic Forum - Global Risks 2019: fuori controllo
World Economic Forum - Global Risks 2019: non c’è spazio per la nostalgia
World Economic Forum - Global Risks 2019: testa o cuore?
World Economic Forum - Global Risks 2019: Rischio biologico
World Economic Forum - Global Risks 2019: aumento del livello dei mari
World Economic Forum - Global Risks 2019: possibili shocks futuri
IPCC 2019. Cambiamento climatico e territorio
pubblicato nell'agosto 2019
Presentato il rapporto "Cambiamento climatico e territorio" del comitato scientifico dell'Onu sul clima. A pagare le conseguenze del riscaldamento globale saranno soprattutto le popolazioni più povere
Il riscaldamento globale causato dall'uomo farà aumentare la siccità e le piogge estreme in tutto il mondo, pregiudicando la produzione agricola e la sicurezza delle forniture alimentari. A pagarne le conseguenze saranno soprattutto le popolazioni più povere di Africa e Asia, con guerre e migrazioni. Ma anche il Mediterraneo è ad alto rischio di desertificazione e incendi
IPCC 2019. Cambiamento climatico e territorio. Il rapporto in sintesi
IPCC 2019. Cambiamento climatico e territorio. Inquadratura e contesto
IPCC 2019. Cambiamento climatico e territorio. Interazioni terra-clima
Pubblicato nel maggio 2019
Verso un ambiente marino pulito e non tossico
"Il più allarmante tra tutti gli assalti dell'uomo sull'ambiente è la contaminazione di aria, terra, acqua e mare con materiali pericolosi e persino letali"
Per decenni, i paesi europei hanno condiviso una visione comune di un ambiente marino non inquinato ma, nonostante gli sforzi, la scoperta e l’utilizzo di nuove sostanze chimiche hanno portato ad una situazione preoccupante dei nostri mari.
Questo rapporto rappresenta un primo tentativo di mappare le "aree problematiche" di contaminazione e le "aree non problematiche" dei mari europei.
Rapporto EEA. Contaminanti nei mari europei. Origine dei contaminanti in mare
Rapporto EEA. Contaminanti nei mari europei. Contaminanti, agenti del cambiamento
30x30 per salvaguardare i nostri oceani
Rapporto pubblicato da Greenpeace nell'aprile 2019
L'alto mare comprende il 43% della superficie terrestre e il 70% dello spazio vitale del pianeta. Questi enormi spazi ospitano un mondo marino complesso.
La vita marina in alto mare guida la pompa biologica dell'oceano, catturando il carbonio in superficie e immagazzinandola in profondità - senza questo servizio essenziale, la nostra atmosfera conterrebbe il 50% in più di anidride carbonica e il mondo sarebbe più caldo.
Gli oceani stanno affrontano lo sfruttamento crescente da parte di una manciata di nazioni prevalentemente ricche: la pesca e l'emergente industria mineraria dei fondali marini si stanno unendo alle minacce derivanti dai cambiamenti climatici, dall'acidificazione, dalla plastica.
I santuari oceanici sono uno strumento chiave per proteggere gli habitat e le specie, ricostruire la biodiversità degli oceani, aiutare gli ecosistemi a recuperare e mantenere la propria vitalità.
Avviando uno strumento internazionale giuridicamente vincolante per la protezione della vita marina e degli habitat al di fuori della giurisdizione nazionale, le Nazioni Unite hanno l'opportunità di creare e governare santuari oceanici in alto mare.
Gli scienziati chiedono che almeno il 30% degli oceani di tutto il mondo venga protetto come santuari oceanici. Lo studio 30x30 spiega come questo obiettivo può essere raggiunto.
30x30: Perché gli oceani sono importanti?
30x30: l’alto mare in pericolo
30x30: l’importanza dei santuari oceanici
30x30. Due aree particolarmente a rischio: l’Oceano Meridionale e il Mediterraneo
30x30. La vita nei mari profondi
30x30. I Servizi eco sistemici: il servizio ecosistemico vitale
30x30. Lo stato attuale dei mari (I)
30x30. Lo stato attuale dei mari (II)
30x30. Lo stato attuale dei mari (III)
Studio conoscitivo dei cambiamenti climatici e di alcuni loro impatti in Friuli Venezia Giulia
Rapporto pubblicato marzo 2018 e confermato nel marzo 2019
I cambiamenti climatici sono oggi un tema prioritario che coinvolge scienza, società e politica: sono infatti uno dei settori interconnessi oggetto dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e, in Italia, della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile 2017-2030 e l’attenzione pubblica sulla questione è molto cresciuta negli ultimi anni.
Il riscaldamento del sistema climatico è inequivocabile e, dal 1950, molti dei cambiamenti osservati sono senza precedenti nei decenni e nei millenni. L'atmosfera e l'oceano si sono riscaldati, la massa di neve e ghiaccio è diminuita, e il livello del mare è aumentato. L’influenza umana sul sistema climatico è chiara e le recenti emissioni antropogeniche di gas ad effetto serra sono le più alte nella storia. I recenti cambiamenti climatici hanno avuto impatti diffusi sui sistemi umani e naturali.
La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia da un lato è impegnata sul fronte della mitigazione tramite il Piano energetico regionale che persegue sviluppo e potenziamento del sistema energetico in FVG insieme alla riduzione delle emissioni climalteranti, secondo i principi dell’Accordo di Parigi; dall’altro ha intrapreso il proprio percorso verso una Strategia Regionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, di cui questo studio costituisce il primo passo.
I cambiamenti climatici in Friuli Venezia Giulia: variabilità climatica futura
I cambiamenti climatici in Friuli Venezia Giulia: l’impatto dei cambiamenti climatici (parte I)
I cambiamenti climatici in Friuli Venezia Giulia: l’impatto dei cambiamenti climatici (parte II)
I cambiamenti climatici in Friuli Venezia Giulia: cambiamenti climatici e specie invasive
I cambiamenti climatici in Friuli Venezia Giulia: ecosistemi marini
I cambiamenti climatici in Friuli Venezia Giulia: ecosistemi delle acque interne
I cambiamenti climatici in Friuli Venezia Giulia: le foreste
I cambiamenti climatici in Friuli Venezia Giulia: agricoltura e produzione alimentare
un rapporto speciale dell'IPCC sugli impatti del riscaldamento globale di 1,5 ° C rispetto ai livelli preindustriali e relativi percorsi globali di emissione di gas serra, nel contesto del rafforzamento della risposta globale alla minaccia del cambiamento climatico, sviluppo sostenibile e gli sforzi per sradicare la povertà
IPCC 2018. Global Warming of 1.5 °C. Cosa sappiamo. (prima parte)
IPCC 2018. Global Warming of 1.5 °C. Cosa sappiamo. (II parte)
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