La massiccia indagine condotta dal quotidiano francese fa emergere in una mappa i siti contaminati da PFAS in tutta Europa. 

L’Europa risulta pesantemente affetta dalla contaminazione da PFAS. Questo è il risultato di un’ampia indagine svolta da ‘Le Monde’, che ha condotto un lavoro investigativo e giornalistico di vasta portata in collaborazione con numerosi partner globali, tra cui la rivista italiana ‘Le Scienze’.

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"Inquinamento eterno" anche nelle acque del Friuli Venezia Giulia

   I PFAS

   PFAS e ambiente

   I PFAS e la salute

   La mappa in FVG



L’indagine del periodico francese "LeMonde", durata più di un anno, ha rivelato la massiccia contaminazione dell’Europa da parte dei Pfas (sostanze perfluoro alchiliche)  – composti chimici utilizzati in campo industriale. Si tratta di sostanze chimiche, praticamente indistruttibili, utilizzate in una vasta gamma di oggetti – una su tutte le padelle antiaderenti – che si sono aggiudicate anche il nome di "Forever pollution", "inquinamento eterno", per la loro capacità di resistere nel tempo.

I PFAS

Le PFAS, o sostanze perfluoroalchiliche, rappresentano un gruppo di composti chimici formati da catene carboniose di lunghezza variabile, alle quali sono attaccati atomi di fluoro e vari altri elementi funzionali. Tra queste molecole, le più conosciute sono l’acido perfluoroottanoico, noto come PFOA, e l’acido perfluoroottansolfonico, abbreviato in PFOS.

L'acido perfluoroottanoico veniva usato come rivestimento impermeabilizzante per tessuti, pellame, carta e nella cera per pavimenti in quanto dà alle superfici trattate proprietà di oleorepellenza e idrofobicità. Veniva inoltre usato nell'incisione del vetro, come schiuma negli estintori e per l'impermeabilizzazione dell'abbigliamento sportivo (nomex, gore-tex).  Il suo sale perfluoroottanoato viene usato industrialmente nella polimerizzazione in emulsione per la produzione di polimeri perfluorurati. Tuttavia verrà rimpiazzato a breve con altri tensioattivi.

PFOS è in genere commercializzato come sale sodico o potassico. È stato usato soprattutto per materiali come tessuti, tappeti e carta al fine di renderli resistenti a grasso, olio e acqua. Inoltre, è stato ed è ancora utilizzato in modo limitato in galvanostegia, in fotografia, fotolitografia, nell'industria dei semiconduttori, in schiume antincendio e in fluidi idraulici per l'industria aerospaziale

I PFAS sono impiegati per conferire resistenza all’acqua e ai grassi a diversi materiali come tessuti (ad esempio il Goretex), tappeti, moquette, carta e contenitori alimentari. Questi composti sono essenziali per creare il rivestimento antiaderente delle padelle, le schiume usate negli estintori, nonché pitture e vernici. Trovano applicazione anche come rivestimenti antipolvere in ambito microelettronico (per esempio nei microfoni dei cellulari), nella fabbricazione di cosmetici, farmaci e in numerose altre applicazioni. La loro scarsa biodegradabilità e la stabilità termica e chimica li rendono ideali per l’utilizzo in padelle antiaderenti (Teflon) e nell’abbigliamento tecnico (Gore-Tex).

l politetrafluoroetilene (PTFE) è il polimero appartenente alla classe dei perfluorocarburi (PFC) derivante dall'omopolimerizzazione del tetrafluoroetene. Altamente cancerogeno se la sua permanenza e assunzione è prolungata nel tempo. Normalmente è più conosciuto attraverso le sue denominazioni commerciali Teflon, Fluon, Algoflon, Hostaflon, Inoflon e Guaflon, in cui al polimero vengono aggiunti altri componenti stabilizzanti e fluidificanti per migliorarne le possibilità applicative, oppure cariche a base di silice, carbone, bronzo, inox e solfato di bario per incrementare le prestazioni in ambito meccanico, pneumatico o chimico, così come per applicazioni farmaceutiche. Il Gore-Tex è composto da politetrafluoroetilene (PTFE) espanso termomeccanicamente.

PFAS e ambiente

Le sostanze PFSA sono diventate ubiquitarie, tanto da essere rilevate persino nei ghiacci artici, dovuto alla loro notevole capacità di diffusione nell’acqua e alla loro estremamente limitata biodegradabilità.

Per quasi un anno, Le Monde ha lavorato con i giornalisti di 17 media partner per provare a misurare l'entità di questa contaminazione in Europa. Secondo una stima prudente, basata su migliaia di campioni ambientali, in Europa ci sono più di 17.000 siti contaminati a livelli che richiedono l'attenzione delle autorità pubbliche (superiori a 10 nanogrammi per litro). Gli esperti hanno stimato che in più di 2.100 "punti caldi" la contaminazione raggiunge livelli considerati pericolosi per la salute (più di 100 nanogrammi per litro).

PFAS ha acquisito notorietà con il film Dark Waters di Todd Haynes del 2019 , in cui Mark Ruffalo interpreta l'avvocato americano Rob Bilott. Il vero Rob Bilott ha scoperto le prime prove di questo crimine ambientale nelle vicinanze dello stabilimento dove il gruppo chimico DuPont produceva il suo Teflon , a Parkersburg, West Virginia. Era il 1998. Ma mentre gli Stati Uniti hanno fatto i conti con l'entità della contaminazione da PFAS negli anni successivi, lo scandalo non ha attraversato l'Atlantico.

I PFAS permangono per molto tempo nell’ambiente e sono in grado di contaminare il terreno, l’acqua ed entrare nella catena alimentare.

I PFAS e la salute

Gli PFAS (acronimo di perfluoroalchilici) sono sostanze chimiche utilizzate in vari prodotti industriali e di consumo, come rivestimenti antiaderenti, schiume antincendio, tessuti impermeabili e prodotti per la cura personale. Tuttavia, la loro diffusione nell’ambiente e i potenziali effetti sulla salute umana sono motivo di preoccupazione.

Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, quando i livelli di PFAS superano le soglie di sicurezza, rappresentano un serio pericolo per l’uomo, come danni al fegato, malattie della tiroide, obesità, problemi di fertilità e cancro. 

A causa della loro alta stabilità molecolare, i PFAS possono persistere nell’ambiente per anni, finendo per diffondersi nei bacini idrici e risalendo la catena alimentare fino agli esseri umani.

La mappa proposta dal quotidiano svela come il problema riguardi anche il Friuli Venezia Giulia, indicando i siti attualmente contaminati. Benchè la nostra regione, paragonata ad altre zone, risulti ancora un’isola felice si evidenziano alcuni "punti caldi". 

La mappa in FVG

Il primo posto con livelli sconcertanti di concentrazione delle sostanze tossiche è proprio in provincia di Udine. Si trova a Premariacco e, ad essere contaminate, risulterebbero essere le acque sotterranee. Qui il livello è a dire poco “spaventoso”: si attesta infatti a più di 800 nanogrammi per litro d’acqua. Quattro volte il sito di Porcia, che merita il secondo posto in classifica in regione. Il livello di composti chimici qui si attesta sui 229 nanogrammi per litro d’acqua. Anche in questo caso si parla di acqua di falda. Un nuovo hotspot, ancora una volta nel pordenonese, è a Roveredo, dove il livello di concentrazione di attesta su 75 nanogrammi per litro d’acqua. Il terzo è posizionato nel rio Sentirone a Prata di Pordenone  L’ultima zona rossa della regione si trova invece in provincia di Trieste, nel quartiere di Domio. In questo caso l’inquinamento riguarda acque superficiali. Segnalati casi, tra gli altri, anche a Buia, Rivignano, Sedegliano, Bertiolo.

Siti contaminati in Friuli Venezia Giulia e Veneto. Clicca sulla figura per ingrandire. (Fonte: LeMonde)

 

 Riferimenti

Le Monde, Revealed: The massive contamination of Europe by PFAS 'forever chemicals'

Udine today, "Inquinamento eterno" nelle acque friulane, l'inchiesta di "LeMonde" svela i siti coinvolti

EEA, Cosa sono i PFAS e quanto sono pericolosi per la mia salute?



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