Promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti
Il Goal 8 e dedicato alla promozione di un nuovo modello di sviluppo economico che coniughi la crescita e la salvaguardia ambientale, garantendo inclusione ed equità nella distribuzione delle risorse economiche e delle condizioni lavorative. Il monitoraggio della crescita economica si riferisce alla performance delle economie e alla loro capacità produttiva, da sostenere e rafforzare stimolando la diversificazione, il progresso tecnologico e l’innovazione.
Specifici target sono indirizzati alla promozione dell’efficienza nell’utilizzo delle risorse naturali.
Anche prima dell'attuale crisi, l'economia globale cresceva ad un ritmo più lento rispetto agli anni precedenti, nonostante i miglioramenti nella produttività del lavoro e nella disoccupazione. La pandemia l'ha sconvolta bruscamente e profondamente, spingendo il mondo in una recessione.
Si prevede che, a causa della pandemia, nel secondo semestre si avrà una diminuzione dell’orario di lavoro di circa il 10,5%. I settori maggiormente colpiti saranno le piccole e medie imprese, i lavoratori in condizioni di lavoro informale, i lavoratori autonomi, i salariati giornalieri ei lavoratori dei settori a maggior rischio di interruzione.
Prima della pandemia, dopo una breve interruzione durante la recessione economica globale del 2008-2009, la produttività del lavoro ha continuato a crescere; nel 2019 è aumentato dell'1,4% rispetto all'anno precedente.
In Italia
I dati sono precedenti alla pandemia
Dopo la ripresa del periodo 2015-2017, gli ultimi due anni evidenziano un rallentamento della crescita del Pil pro capite, più accentuato nel 2019 (+0,4%).
L’evoluzione del quadro economico e caratterizzata da livelli ancora significativi di lavoro irregolare. Nel 2017, in Italia, la percentuale di occupati irregolari sul totale e pari al 13,1%, una quota stabile rispetto all’anno precedente. Il lavoro irregolare risulta più diffuso in agricoltura e nelle attività artistiche e di intrattenimento, oltre che nel settore dei servizi alle famiglie, in cui quasi 60 occupati su 100 sono irregolari.
Percentuale di occupati non regolari, per settore di attività economica. Anno 2018
Nel 2019 nei Paesi Ue28 il tasso di occupazione (15-64 anni), pari al 69,2%. In Italia il tasso è pari al 59% superando i livelli di pre-crisi (58,6% nel 2008).
L’indicatore che misura il numero di infortuni mortali e con inabilità permanente corrisponde all’obiettivo di promozione della sicurezza nei luoghi di lavoro, in vista sia dell’adozione di nuove misure preventive rispetto alle aree di rischio identificate, sia della valutazione delle misure in atto.
In Italia, il numero di infortuni mortali e inabilità permanenti per 10.000 occupati mostra un andamento decrescente a partire dal 2010, passando da 15,4 a 11,4 nel 2017.
La diffusione dei servizi finanziari formali sul territorio risulta essenziale per l’inclusione finanziaria, per consentire cioè alla popolazione di accedere a prestazioni quali i servizi assicurativi, i pagamenti, il credito e le rimesse. Le banche restano una delle istituzioni chiave per l’accesso ai servizi finanziari formali: indicatori relativi alla disponibilità, rispetto ai potenziali fruitori, di filiali e altri punti di accesso, quali gli sportelli automatici.
Nel 2018, sul territorio italiano sono operanti 505 banche, 25.409 sportelli operativi e 40.396 ATM. Negli ultimi anni, la rete dei servizi bancari sul territorio ha subito una decisa contrazione, per effetto di molteplici fattori, legati in parte alle ripercussioni della crisi finanziaria globale sul sistema bancario nazionale, in parte al crescente ricorso degli utenti a procedure online per la gestione delle operazioni bancarie.
L’analisi degli andamenti della spesa pubblica destinata alle misure per incentivare l’occupazione e alla protezione dei disoccupati risulta rilevante ai fini del monitoraggio delle politiche del lavoro. La quota di Pil destinata dall’Italia alla protezione sociale dei disoccupati e sostanzialmente in linea con il valore medio dell’Unione Europea
Friuli Venezia Giulia (SDGS 2019)
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