L’aspetto del territorio friulano nella preistoria

 

Il paesaggio del Friuli nell’epoca antica

 L'aspetto della pianura friulana al tempo dei castellieri. Già nella preistoria al limite nord della fascia delle risorgive correva una pista utilizzata come via di comunicazione tra est ed ovest. 

L’aspetto che hanno attualmente l’alta pianura centrale e la fascia delle risorgive è molto diverso da quello che dovevano avere in passato.

 

 

L’alta pianura centrale si estende tra il fiume Tagliamento e il torrente Torre nella zona settentrionale della pianura friulana.

In epoca protostorica il territorio appariva ondulato e irregolare.

Il terreno dell’alta pianura è piuttosto arido. Il suolo è infatti composto da un sottile strato di limo e di “ferretto” – una terra argillosa di colore rossiccio - che ricopre uno spesso livello di ghiaie permeabili, che non sono cioè in grado di trattenere l’acqua. I fiumi e i torrenti che la percorrono alternano piene repentine a lunghi periodi di siccità.

Durante la protostoria nessun corso d’acqua raggiungeva il mare.

Le loro acque erano assorbite dalle ghiaie, come nel caso delle lavie, o si disperdevano formando a volte delle paludi all’interno della fascia delle risorgive. Nei pressi dei corsi d’acqua crescevano rigogliosi boschi di querceto misto, formati cioè da diversi tipi di querce e di latifoglie, a cui si alternavano piccole radure; lungo le rive, numerosi erano gli olmi e gli ontani.

Ai margini della foresta si sviluppava una bassa boscaglia composta da noccioli, cornioli e pomoidee ossia alberi come il melo e il pero selvatici, sorbi e  biancospini. Le selve davano rifugio a diversi animali selvatici, come i cervi, i caprioli e i cinghiali.

Le aree libere dalle foreste erano coperte da prati.

La fascia delle risorgive

Il paesaggio muta radicalmente quando ci si sposta verso sud, nella zona centrale della pianura, la cosiddetta fascia delle risorgive. Essa è costituita da una striscia di terreno ampia tra i 2 e gli 8 km che si estende dal Carso fino al Tagliamento e continua risalendo verso ovest. In quest’area le ghiaie si incontrano con il suolo limoso-argilloso. Poiché l’argilla è impermeabile, e quindi non permette all’acqua di passare, si crea l’ambiente ideale per la risalita delle falde freatiche, cioè dell’acqua che si è infiltrata e scorre nel sottosuolo nell’alta pianura.

Grazie a questo fenomeno si originano molte sorgenti. Da qui nascono numerosi fiumi che scorrono attraverso la bassa pianura fino al mare. Questi corsi d’acqua hanno un regime regolare - la loro acqua ha un livello sempre uguale durante tutto l’anno - ed in passato erano verosimilmente navigabili.

Già nella preistoria al limite nord della fascia delle risorgive correva una pista utilizzata come via di comunicazione tra est ed ovest.

A valle l’abbondante presenza di acqua creava delle zone acquitrinose poco adatte all’insediamento stabile ma ricche di boschi e selvaggina.

 

Gli uomini che si erano insediati nell’alta pianura centrale e lungo la linea delle risorgive potevano quindi fare affidamento sulle risorse offerte da due ecosistemi molto diversi tra di loro. Essi cercarono di sfruttarle al meglio tentando di piegare alle loro esigenze l’ambiente circostante e trasformandone il paesaggio.

Si può immaginare che inizialmente la presenza dell’uomo non abbia inciso molto sul paesaggio naturale. Gli insediamenti erano sparsi, nella maggior parte dei casi di dimensioni ridotte e occupati per periodi di tempo non prolungati. Vicino agli abitati si trovavano ampie zone di prateria e piccoli campi coltivati. Era praticata la transumanza, ossia in primavera il bestiame era accompagnato dai pastori verso gli alpeggi per poi essere riportato in autunno in pianura o nei pressi delle risorgive dove l’acqua era sempre disponibile e i prati erano verdi per buona parte dell’anno. Da qui le greggi raggiungevano l’ambiente salmastro della laguna.

Nell’alta pianura con la costruzione delle tombe a tumulo, le genti dell’antica età del bronzo cominciarono ad affermare il loro possesso del territorio e a utilizzare in modo regolare e continuo le sue risorse.

 

Tra il Bronzo Antico e il Bronzo Medio, vennero fondati i primi castellieri.

Essi sorsero lungo le lavie e i torrenti Corno e Cormôr che garantivano l’approvvigionamento idrico per uomini, animali e campi. Lo sfruttamento dei boschi iniziò a farsi più intenso grazie all’introduzione e alla diffusione delle leghe di bronzo che permisero di ottenere asce più robuste e funzionali. I boschi erano probabilmente cedui, ossia erano sottoposti a tagli regolari.

Verso il Bronzo Antico la diffusione in Friuli della ruota e dell’aratro permisero agli abitanti dei castellieri di facilitare e velocizzare il trasporto verso i villaggi di materiale edilizio come il legno, la terra e i ciottoli e di estendere le aree coltivate.

A partire dal Bronzo Medio le acque di lavie e torrenti vennero in alcuni casi incanalate verso i fossati dei castellieri o in rogge che scorrevano nelle loro vicinanze, per creare delle riserve idriche facilmente raggiungibili e sempre disponibili. Con l’età del bronzo recente l’intervento dell’uomo sull’ambiente si fece più incisivo, le tecniche agricole migliorarono e di conseguenza la popolazione diventò più numerosa. Sorsero nuovi abitati fortificati. A nord della linea delle risorgive tra la fine del Bronzo Medio e il Bronzo Recente vennero fondati su dossi poco rilevati nuovi castellieri che controllavano la pista e utilizzavano i fiumi navigabili di risorgiva.

Con il passaggio dall’età del bronzo all’età del ferro si registra un nuovo peggioramento climatico.

Le temperature subiscono un nuovo calo mentre le precipitazioni aumentano. Per questo motivo vengono privilegiate alcune colture più resistenti, come ad esempio l’orzo. Nel corso dell’VIII secolo a.C. molti tra i castellieri che erano sorti nella pianura friulana durante l’età del bronzo furono abbandonati.

La popolazione si concentrò in pochi abitati fortificati che controllavano un territorio vasto dove vi erano non solo campi e pascoli ma anche frutteti coltivati, orti e, probabilmente, capanne isolate.

 

L’aspetto del paesaggio fu modificato radicalmente in epoca romana. Una buona parte del territorio fu suddiviso in lotti (quadrati di circa 50 ettari) lungo i cui assi furono realizzate le prime strade strutturate; questo tipo di organizzazione prende il nome di centuriazione.

 

FVG. La vita nei villaggi protostorici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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