Erin Brockovich e la battaglia per la salute di una comunità

 

Erin Brockovich - Forte come la verità tratto da una storia vera sull’inquinamento delle falde acquifere

Il film racconta la vera storia di una madre trentenne che, segretaria precaria di uno studio legale a Los Angeles – spinta da curiosità, intraprendenza e senso della giustizia – indaga sulla Pacific and Gas Company che ha contaminato le falde acquifere di una cittadina californiana, provocando tumori ai residenti. Sostenuta dal suo principale, vince la battaglia legale, ottenendo per i 260 querelanti indennizzi per 330 milioni di dollari (e un assegno di 2 milioni per sé).

Un tipico film denuncia.

Erin Brockovich si basa sulla vera storia della piccola cittadina di Hinkley, in California, i cui abitanti sono stati colpiti da svariate terribili malattie e sofferenze, a causa della contaminazione delle falde acquifere ad opera di una importante e spregiudicata compagnia americana. Gli stessi Erin Brockovich e Ed Masrey hanno contribuito a rendere il più fedele possibile questa triste e grave storia di cronaca che ha avuto forti ripercussioni anche nell'ambiente giudiziario americano.

 

La storia era un classico della letteratura trasportato nella vita reale: Davide contro Golia.

Davide era lei, Erin, trent’anni e due divorzi, segretaria precaria in un ufficio legale di un piccolo paese della California dove gli uomini e le donne sembrano morire tutti nello stesso modo: precocemente e di tumore.

Golia era la potentissima Pacific Gas & Electric, accusata di aver contaminato per trent’anni le falde acquifere della zona con il cromo esavalente.

Nel 1991, Erin Brockovich, una mamma single di 31 anni con tre bambini piccoli, viveva a Los Angeles, a 3 ore da Hinkley, una piccola comunità della California meridionale situata nel deserto del Mojave. Stava lavorando come impiegata legale e ha scoperto che un cancerogeno chiamato cromo esavalente (noto anche come cromo-6) aveva contaminato l'acqua a Hinkley. 

 Hinkley era un microcosmo di ciò che sta accadendo oggi nel mondo. 

L'utility PG&E aveva un grande stabilimento a Hinkley. Erin e i suoi colleghi alla fine hanno appreso che il cromo-6 si era infiltrato nel terreno e raggiunto le acque sotterranee da una delle stazioni di compressione del gas. 


Originariamente il cromo-6 era usato per impedire la formazione di ruggine nelle torri di raffreddamento e nei tubi e poi scaricato in bacini di raccolta non rivestiti durante gli anni '50 e '60, per poi lisciviare nel terreno e contaminare la falda acquifera che forniva l'acqua potabile della città. 

Il cromo esiste in diversi stati di ossidazione, tra cui i più comuni sono le forme trivalente ed esavalente. Il cromo esavalente è considerato uno dei più importanti e pericolosi inquinanti ambientali, perché tossico, mutageno e cancerogeno e grazie all’elevata solubilità in acqua, in grado di diffondersi in vaste aree. Il cromo esavalente è uno dei metalli pesanti più utilizzati in ambito industriale ed è impiegato in vari settori (metallurgico, chimico, tessile, ecc.).

Grandi quantità di cromo esavalente, sotto forma di cromati, sono rilasciate nell’ambiente in seguito ad attività come la cromatura dei metalli, la conservazione del legno, la produzione di pigmenti.

La forma trivalente non è tossica se non in dosi elevate, è un microelemento utile al metabolismo, poco solubile in acqua e quindi meno mobile negli acquiferi sotterranei, dove si trova sia sotto forma di specie cationica che tende ad adsorbirsi alla matrice solida, o come precipitato insolubile quale l’idrossido Cr(OH)3.

A partire dal 1° gennaio 2021 il limite del cromo esavalente per acque potabili è fissato a 10 microgrammi/l.


 

Le acque sotterranee di Hinkley contenevano fino a 80 mg/Kg negli anni '90.  Nel 2014, la California è stato il primo stato degli Stati Uniti a regolamentare questa sostanza e stabilire un livello massimo di contaminante di 10 ppb per il cromo-6 nell'acqua potabile. 

L'inquinamento ambientale si sta verificando in tutto il mondo. 

Un rapporto dell'Environmental Working Group ha rilevato che nel 2016 circa due terzi della popolazione degli Stati Uniti beveva acqua contaminata con livelli potenzialmente pericolosi di cromo-6. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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