L'esordio del cinema italiano nel genere fantascientifico.

Noto ai più come vignettista e scrittore, Yambo (al secolo Enrico Novelli) si cimenta assai presto con il cinema.

Nel 1910 gira “Un matrimonio interplanetario”. Il soggetto di questo film è probabilmente ispirato a “La colonia lunare”, romanzo fantastico dello stesso Novelli. 

 

Nel romanzo La colonia lunare, edito nel 1908, Enrico Novelli armonizza nozioni scientifiche ad alcune tendenze letterarie avventurose, esotiche e fantastiche, sia d’élite sia popolari, perlopiù ispirate ad autori francesi.

La storia è ambientata nel 1910. In questo futuro prossimo alcuni terrestri hanno fondato, da tempo, una colonia sulla Luna. Yambo ci presenta alcuni deputati, ognuno rappresentante di una nazione terrestre, mentre dibattono aspramente nel parlamento di Selenopoli: il contendere è il futuro della colonia stessa, minacciata da alcuni ribelli.

Dal capitolo successivo Yambo cede il passo alla cronaca del giovane Otto. Il diario dello studente tedesco ci riporta indietro nel tempo, a Friburgo in Brisgovia, e descrive minuziosamente la sua storia d’amore con Grëtchen – i promessi sposi lunari.

L’autore illustra i particolari scientifici dell’impresa. Vengono descritte le fasi di costruzione della nave, la successiva partenza, il viaggio spaziale, l’approdo sul satellite e infine la nuova vita lunare.

 

 

 

Novelli fu fortemente ispirato dal monento storico infatti, a proposito del primo libro da lui pubblicato “ Dalla Terra alle stelle”, Mario Novelli (suo figlio) scrisse che

 

è un racconto di prefantascienza frutto delle innumerevoli letture del non ancora sedicenne autore rapito dagli scritti di Wells, di Verne, di Robida e dai racconti dei giornali di viaggi. Proprio in uno di questi racconti trovò lo pseudonimo Yambo

 

Yambo si cimentò anche con il cinema. Il suo modello era un registro avveniristico coniugato col registro comico, al pari di Méliès, ma al contrario di quest’ultimo (che mostra pure un attacco dei seleniti ai visitatori terrestri), Yambo lo intreccia con una storia sentimentale.

Nel soggetto, infatti, non si incontrano drammi di sorta; e se la trama risulta, infine, esile, l’autore crea espedienti narrativi che favoriscono incidenze assurde, fantastiche o esilaranti: l’ambientazione in paesaggi stranianti, l’esibizione di tecnologie futuribili ed elementi propri della caduta comica cinematografica. Lo spettatore ha così l’opportunità di vedere sullo schermo le manovre di navicelle, batiscafi spaziali e capsule, nonché la sfilata di eccentrici costumi marziani e seleniti, il tutto sullo sfondo di scenari extraterrestri.

Nel film, imitando Méliès, crea un’ambientazione onirica.

 

 

Abbiamo tutti problemi nelle nostre vite e nelle nostre relazioni. Ma cosa succede se la persona che ami vive letteralmente su un altro pianeta? Questo è il problema che affligge la coppia in Matrimonio Interplanetario.

 

Il film si apre con Aldovin che esplora la superficie di Marte attraverso il suo telescopio: vediamo che è pittorescamente scolpita e che i funghi sono abbondanti.

Non solo c'è vita su Marte, è la vita che Aldovin trova molto attraente - è immediatamente alla testa del Martian Yala. Yala e suo padre Fur, un astronomo marziano, guardano indietro attraverso il loro telescopio, e anche Yala è molto presa da Aldovin. Aldovin diventa molto eccitato e gesticola selvaggiamente, chiamando il suo amico per condividere la sua scoperta e la sua gioia.

Fortunatamente, c'è un servizio di radiotelegrafo tra la Terra e Marte (l'ufficio è stato utilmente intitolato in italiano, francese, tedesco e inglese, il regista Enrico Novelli evidentemente ha prodotto il film con un occhio al mercato di esportazione). L'effetto visivo utilizzato per rappresentare la trasmissione è fantastico.

Aldovin riceve un messaggio da Fur: "Se vuoi sposare mia figlia, vieni in un anno sulla Luna." Così si dà da fare per costruire un razzo a propulsione per raggiungere la Luna. Su Marte, Fur e sua figlia fanno gli stessi preparativi.

Alla fine, i due si incontrano sulla Luna!

 

C’è da sottolineare che gli elementi fantastici nel film non si limitano alle navi spaziali o ai luoghi extraterrestri: su tutti spicca l’invio del telegramma che, in forma di lettere dell’alfabeto vorticanti, viaggia tra le stelle.

Il film, oltre all’atmosfera scanzonata del soggetto, evoca, paradossalmente, una tematica di attualità per l’epoca: il colonialismo e, in filigrana, la pace fra i popoli, in stretto anticipo sulla guerra italo-turca.

 

 

Denis Lotti, Yambo sulla Luna di Verne e Méliès. Da “La colonia lunare” a “Un matrimonio interplanetario” in “Immagine – Note di Storia del Cinema” n. 1, 2010

 

 

"Matrimonio Interplanetario" diretto da Yambo (1910)

 

 

 

 

 

 

 

 

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