Risorse strategiche e conflitti globali nel XXI secolo

Materie prime critiche al centro delle tensioni geopolitiche

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Le materie prime critiche, come le terre rare, il litio e il cobalto, sono diventate il fulcro di una nuova guerra geopolitica.

La loro importanza strategica per le tecnologie avanzate e la transizione ecologica le rende oggetto di competizione tra le maggiori potenze mondiali. L'Ucraina, ricca di queste risorse, è un esempio emblematico di come la loro militarizzazione possa alimentare conflitti e instabilità. La corsa al controllo di queste risorse cruciali sta ridisegnando gli equilibri globali e ponendo nuove sfide per la sicurezza e la sostenibilità.

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Nel cuore dell'Europa infuria un conflitto, non solo per il controllo del territorio, ma è diventato fulcro di una battaglia geopolitica che trascende i confini dell'Ucraina.

L'Ucraina, un tempo granaio d'Europa ora si rivela uno scrigno di risorse preziose. Le terre rare, indispensabili per la produzione di smartphone, auto elettriche e armamenti, sono al centro di un gioco di potere che coinvolge le maggiori potenze mondiali.

Metalli e terre rare dell’ucraina

Metalli e terre rare dell’ucraina (fonte Ukrainian Geological survey, ukraineinvest)

I metalli e le terre rare ucraine sono diventati la nuova moneta di scambio tra Kiev e Donald Trump. Il presidente Zelensky ha tentato in tutti i modi di trasformare la ricchezza mineraria del suo Paese in un assegno per le forniture militari del Pentagono e, in piccola parte, il suo piano sta riuscendo. 

Il maggior produttore mondiale di terre rare è la Cina, che con il 30% circa delle riserve mondiali scoperte è diventata il monopolista globale. Secondo alcune stime Pechino deteneva il 97% del mercato nel 2011, calato al 70% del 2022, ma continua a controllare l’85% dei processi di trasformazione. Nella classifica gli Stati uniti sono il secondo produttore, con il 15,5% dei giacimenti. Seguono Myanmar e Australia. 

Probabilmente, nell’ottica della nuova guerra commerciale contro la Cina, per Trump appropriarsi dei diritti di sfruttamento di un territorio potenzialmente ricco di tali risorse diventa fondamentale.

Volodymyr Zelensky ha posizionato ai primi posti del suo «Piano per la vittoria» presentato al parlamento ucraino proprio questi metalli. «L’Ucraina detiene risorse naturali, tra cui metalli e terre rare, per un valore di migliaia di miliardi di dollari. Abbiamo uranio, titanio, litio, grafite e altre risorse strategiche e di enorme valore che intensificheranno la competizione globale».

Secondo il Servizio statale di geologia e sottosuolo ucraino le riserve di litio del Paese ammontano a circa 1/3 di quelle accertate in Europa (circa il 3% dei giacimenti mondiali). Inoltre: l’Ucraina è tra i primi 5 paesi per riserve di grafite, tra i primi 10 per il titanio (il giacimento di titanio di Stremygorod nella regione di Zhytomyr è uno dei più grandi al mondo), al primo posto in Europa e all’undicesimo nel mondo per l’uranio.

Tre anni di guerra e quasi il 27% del territorio nazionale occupato dai russi hanno impoverito le disponibilità minerarie ucraine (soprattutto di litio), ma tutto sommato in modo non significativo. Per le terre rare, tuttavia, il discorso è molto diverso: l’area del più grande giacimento del Paese (che secondo gli studi dovrebbe svilupparsi dalla costa del Mar Nero e risalire lungo il confine pre-bellico tra le regioni di Zaporizhzhia e Donetsk) è in buona parte occupato dalle truppe di Mosca.

Il Donbas è un territorio ricco di materie prime in generale, non solo di materie prime critiche.

La militarizzazione delle materie prime rappresenta un fenomeno complesso e controverso, caratterizzato dall'utilizzo strategico di risorse naturali come strumenti di potere e conflitto. Metalli preziosi, minerali critici e risorse energetiche, quali petrolio e gas, assumono un ruolo centrale non solo nell'economia globale, ma anche nelle dinamiche geopolitiche.

Questo processo si concretizza in diversi modi: il controllo delle risorse può fungere da leva diplomatica, mentre la loro scarsità può alimentare rivalità internazionali. Ad esempio, il possesso di terre rare è diventato un elemento cruciale per lo sviluppo di tecnologie avanzate, come batterie per veicoli elettrici e dispositivi elettronici, rendendo questi materiali una questione di sicurezza nazionale per molti Paesi.

La militarizzazione delle materie prime è anche una causa scatenante di conflitti armati. Regioni ricche di risorse, ma politicamente instabili, spesso diventano teatro di guerre per il controllo di queste ricchezze naturali. Questo scenario, noto come "maledizione delle risorse", ha impatti devastanti sulle popolazioni locali, che si trovano intrappolate in un circolo vizioso di violenza e sfruttamento.

L'Ucraina è un esempio emblematico di come le materie prime possano diventare un elemento strategico e, in alcuni casi, militarizzato. Il Paese possiede risorse naturali significative, tra cui litio, titanio, grafite e terre rare, che sono fondamentali per tecnologie avanzate come batterie per veicoli elettrici, semiconduttori e applicazioni aerospaziali .

Con l'invasione russa del 2022, una parte considerevole di queste risorse è finita in territori occupati, aumentando la competizione geopolitica per il loro controllo . Inoltre, l'Ucraina è stata al centro di accordi strategici con l'Unione Europea e gli Stati Uniti per garantire l'accesso a queste risorse, evidenziando il loro ruolo cruciale nella sicurezza energetica e tecnologica.

La militarizzazione delle materie prime in Ucraina non si limita al conflitto diretto, ma si estende anche alla competizione economica globale, con Paesi come la Cina che dominano il mercato della lavorazione di queste risorse.

 

Definizione di terre rare e di materie prime critiche

Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi chimici della tavola periodica, che include i 15 elementi del gruppo dei lantanoidi, più scandio e ittrio. Sono essenziali per una vasta gamma di tecnologie moderne, tra cui magneti, batterie, dispositivi elettronici, turbine eoliche e molto altro. Nonostante il loro nome, non sono effettivamente "rare" in natura, ma la loro estrazione e il processo di raffinazione possono essere complessi e costosi.

Le materie prime critiche, invece, sono materiali considerati di importanza strategica per l'economia di un Paese o di una regione, ma che presentano rischi significativi in termini di approvvigionamento, spesso a causa della dipendenza da pochi fornitori globali. Questi materiali includono, oltre alle terre rare, elementi come litio, cobalto e platino, utilizzati in settori chiave come l'energia, la tecnologia e i trasporti.

Entrambe le categorie sono cruciali per la transizione ecologica e lo sviluppo tecnologico.

L'Unione Europea ha identificato una lista di materie prime critiche fondamentali per l'economia e la transizione ecologica, ma con un alto rischio di approvvigionamento. Alcuni esempi includono:

Litio 

Cobalto 

Terre rare (come il neodimio e il disprosio) 

Grafite 

Nichel

Magnesio

Niobio

Titanio

Bauxite

Stronzio

 



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