Le microalghe producono idrogeno verde da luce solare e CO2, riducendo emissioni e offrendo un'alternativa sostenibile ai combustibili fossili

Idrogeno Verde: Il Futuro nelle Microalghe

(RDM-AI03_25)

Le microalghe producono idrogeno verde da luce solare e CO2, riducendo emissioni.

Le microalghe sono una fonte promettente di idrogeno verde, un combustibile pulito e rinnovabile. Attraverso processi biologici come biofotolisi e fotofermentazione, convertono luce solare e CO2 in idrogeno, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili e le emissioni di gas serra. Tuttavia, sfide come resa bassa e costi elevati ostacolano la produzione su larga scala. La biomassa di microalghe offre anche altre opportunità energetiche, come il metano, grazie a fermentazione e fotosintesi. A differenza dell'energia solare, il bioidrogeno e il biogas risultano più facili da stoccare.

La biofotolisi sfrutta l'attività delle microalghe per produrre idrogeno da acqua e energia solare, mentre fermentazione e fotofermentazione utilizzano biomassa organica. Questi metodi, benché promettenti, richiedono miglioramenti per efficienza e scalabilità.

Storicamente, Hans Gaffron osservò il fenomeno nel 1939, ma solo decenni dopo Anastasios Melis identificò il ruolo dell'idrogenasi.

Nonostante le difficoltà, l'idrogeno da microalghe rappresenta un’alternativa sostenibile e versatile, fondamentale per un futuro a basse emissioni di carbonio. Ricerca e innovazione mirano a ottimizzare bioreattori e ingegneria genetica, riducendo i costi e rendendo questa tecnologia competitiva su scala commerciale.

#idrogeno, #alghe, #bioidrogeno, #energiarinnovabile, #transizioneenergetica

Produzione di bioidrogeno da microalghe

L'idrogeno, l'elemento più abbondante dell'universo, si sta rivelando una chiave di volta per un futuro energetico sostenibile. Ma come possiamo produrre questo gas in modo pulito ed efficiente? La risposta potrebbe trovarsi in un mondo microscopico: le microalghe.

Questi organismi unicellulari hanno la capacità di produrre idrogeno attraverso processi biologici. La produzione di bioidrogeno da microalghe si basa sulla capacità di questi organismi di adattarsi a condizioni ambientali specifiche. In un ambiente privo di ossigeno e con un'elevata esposizione alla luce, le microalghe attivano meccanismi metabolici che producono idrogeno come sottoprodotto.

La scienza e la tecnologia stanno compiendo molti sforzi per sfruttare appieno il potenziale delle microalghe. L'obiettivo è quello di ottimizzare i processi di produzione di idrogeno, rendendoli più efficienti ed economici. L'implementazione di sistemi biologici per convertire l'energia luminosa in idrogeno rappresenta una sfida ambiziosa.

Uno dei vantaggi più significativi della produzione di bioidrogeno da microalghe è la sua sostenibilità. Questo processo, infatti, non produce emissioni nocive e riduce la dipendenza dai combustibili fossili. Inoltre, le microalghe possono essere coltivate in ambienti non adatti all'agricoltura, come le acque salate o le acque reflue, contribuendo così alla salvaguardia delle risorse idriche.

Tuttavia, la produzione di bioidrogeno da microalghe presenta ancora delle sfide. Uno dei principali ostacoli è la bassa resa di produzione.

 

Alcuni esempi di meccanismi di produzione

Il meccanismo della biofotolisi è paragonabile a quello della fotosintesi. In assenza di ossigeno, le microalghe verdi sono gli unici organismi in grado di condurre la biofotolisi e produrre idrogeno. La fase iniziale prevede la conversione delle molecole d'acqua in ossigeno, protoni ed elettroni. L'idrogeno viene quindi prodotto in presenza di enzimi idrogenasi. Purtroppo il processo ha una bassa efficienza

L'implementazione della biofotolisi indiretta è una risposta alle difficoltà incontrate con la biofotolisi diretta. Per mezzo di fermentazione o respirazione, le microalghe producono idrogeno dal glicogeno accumulato e dall'amido tramite bio-fotolisi indiretta in ambienti anossici Inizialmente le microalghe convertono l'energia solare in energia chimica sotto forma di composti organici, lipidi e carboidrati, al fine di produrre ossigeno come sottoprodotto. Successivamente una reazione anaerobica converte i carboidrati in anidride carbonica e idrogeno.

La fermentazione al buio è un metodo ampiamente utilizzato nella produzione di bioidrogeno. In questo processo, risorse facilmente accessibili come carboidrati e proteine ​​vengono utilizzate dai microrganismi per produrre idrogeno.  Il processo complessivo della fermentazione al buio consiste nella reazione delle sostanze organiche per produrre anidride carbonica e idrogeno

La fotofermentazione è un tipo di fermentazione che avviene in presenza di luce e trasforma le molecole organiche in bioidrogeno e anidride carbonica . Questo processo sfrutta l'energia solare invece di affidarsi al glucosio come fonte di energia. 

L'idrogeno: il futuro verde nelle mani delle microalghe?

Le microalghe, attraverso la fotosintesi, hanno il potenziale di trasformare la luce solare e la CO2 in bioidrogeno, un combustibile rinnovabile e a basse emissioni di carbonio.

La scalabilità è cruciale: i sistemi modulari permetterebbero di passare dai laboratori alla produzione industriale, rendendo l'idrogeno verde una realtà accessibile. Ma le sfide non mancano. I costi di coltivazione, raccolta e lavorazione delle microalghe, insieme all'efficienza del processo di produzione, sono fattori determinanti.

Gli studi si concentrano sull'ottimizzazione dei bioreattori, esplorando configurazioni a più stadi per massimizzare la resa di idrogeno. Tuttavia, la produzione di bioidrogeno è ancora agli albori, con una resa inferiore rispetto ai metodi tradizionali basati sui combustibili fossili.

Il costo di produzione del bioidrogeno dipende dalla progettazione del bioreattore e dal percorso di produzione. Si stima che sia necessario un investimento di $ 5168.000 per costruire un serbatoio con una profondità di 10 centimetri e un'area di 110.000 metri quadrati per produrre bioidrogeno a una velocità di 300 kg al giorno. Inoltre, potrebbero essere sostenute spese di manodopera fino a $ 50 miliardi a causa dell'ampia superficie del bioreattore utilizzata nel processo di coltivazione. Pertanto, al fine di ottenere una produzione commerciale su larga scala, la valutazione dei costi economici dovrebbe essere implementata in modo efficiente insieme a considerazioni ambientali.

La resa della produzione di idrogeno dai sistemi biologici è in genere bassa rispetto ad altri metodi di produzione di idrogeno, rendendo economicamente non fattibile.

L'ingegneria di processo inadeguata, la scarsa conoscenza dell'ottimizzazione dei ceppi microalgali e la bassa produttività rappresentano ostacoli significativi. Ma la ricerca non si ferma. Gli scienziati lavorano per migliorare l'efficienza, ridurre i costi e superare le barriere tecnologiche.

La sostenibilità ambientale del processo è un punto di forza indiscutibile: utilizzare la CO2 dei gas di combustione e la luce solare per produrre idrogeno è un esempio di economia circolare. Tuttavia, la redditività commerciale dipenderà dalla capacità di migliorare significativamente l'efficienza del processo.

L'idrogeno da microalghe non è solo una promessa, ma una sfida che richiede un impegno congiunto di ricerca, industria e politica. Investimenti mirati, innovazione tecnologica e una visione a lungo termine sono essenziali per trasformare questa promessa in realtà.

In un mondo sempre più consapevole dell'urgenza di una transizione energetica, l'idrogeno verde da microalghe rappresenta una via promettente verso un futuro più pulito e sostenibile. Un futuro in cui la forza della natura si fonde con l'ingegno umano per creare un'energia a misura di pianeta.

Una breve storia della scoperta

La storia inizia nel 1939, quando il ricercatore tedesco Hans Gaffron, osservando l'alga verde Chlamydomonas reinhardtii, notò un fenomeno enigmatico: il passaggio dalla produzione di ossigeno a quella di idrogeno. Un mistero rimasto irrisolto per decenni, un'intuizione geniale che attendeva solo di essere compresa.

Il vero punto di svolta arriva sessant'anni dopo, grazie al lavoro del professor Anastasios Melis dell'Università della California a Berkeley. Melis scoprì che la chiave di questo cambiamento risiedeva nella privazione di zolfo. In assenza di questo elemento, l'alga interrompeva la produzione di ossigeno e attivava un meccanismo sorprendente: l'idrogenasi, un enzima capace di produrre idrogeno.

Nasce così il bioidrogeno, un combustibile pulito e rinnovabile, prodotto da microrganismi come l'alga Chlamydomonas reinhardtii.

 

Batteri e alghe generano idrogeno verde per un’energia infinita, la scoperta rivoluzionaria fatta “per caso”

Dark fermentation e bioidrogeno

Microalgae: The Future Supply House of Biohydrogen and Biogas

Recent advances in sustainable hydrogen production from microalgae: Mechanisms, challenges, and future perspectives

 



Articoli correlati