La temperatura media della superficie del pianeta è aumentata di circa 1,1°C dalla fine del XIX secolo.

 

La temperatura superficiale media del pianeta è aumentata di circa 1,1°C dalla fine del XIX secolo, un cambiamento determinato in gran parte dall'aumento di anidride carbonica e altre emissioni prodotte dall'uomo nell'atmosfera. La maggior parte del riscaldamento si è verificato negli ultimi 35 anni.

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La situazione attuale

L'anno 2020 è stato uno dei tre più caldi da quando sono iniziati i record tra la metà e la fine del 1800, con temperature superficiali globali di circa 0,6°C al di sopra della media 1981-2010. Insieme alle temperature superficiali superiori alla media, si è verificata una diffusione geografica senza precedenti (da quando sono iniziate le registrazioni strumentali) di ondate di calore e ondate di caldo. L'Antartide ha osservato la sua temperatura più alta mai registrata (18,3°C).

I livelli di gas serra hanno continuato ad aumentare, con i tre principali gas serra, CO2, CH4 e N2O, che hanno raggiunto tutti i livelli più alti in almeno 800.000 anni. L'ozono troposferico, un altro gas serra (sebbene di breve durata e non ben miscelato in tutta l'atmosfera), ha continuato una modesta tendenza al rialzo. L'ozono stratosferico, d'altra parte, ha mostrato anomalie negative insolitamente grandi, specialmente nell'Artico e nell'Antartico.

Le temperature più calde sono state avvertite anche nella biosfera, con un inizio di stagione anticipato, una fine della stagione più tarda e, quindi, una stagione di crescita più lunga.

Ciascuno degli ultimi quattro decenni è stato successivamente più caldo di qualsiasi decennio precedente dal 1850.

La temperatura superficiale globale nei primi due decenni del 21° secolo (2001-2020) è stata di 0,99°C superiore a quella del 1850-1900. La temperatura superficiale globale è stata di 1,09°C più alta nel 2011-2020 rispetto al 1850-1900, con aumenti maggiori sulla terraferma che sull'oceano.

L'aumento totale della temperatura superficiale globale causato dall'uomo dal 1850-1900 al 2010-2019 è compreso tra 0,8°C e 1,3°C, con una stima migliore di 1,07°C.

È probabile che i gas serra abbiano contribuito ad un riscaldamento da 1,0°C a 2,0°C, altri prodotti umani (principalmente aerosol) hanno contribuito ad un raffreddamento da 0,0°C a 0,8°C, i fattori naturali hanno modificato la temperatura superficiale globale di -0,1°C a 0,1°C.

È molto probabile che i gas serra ben miscelati siano il principale motore del riscaldamento troposferico dal 1979, ed estremamente probabile che l'esaurimento dell'ozono stratosferico causato dall'uomo sia stato il principale motore del raffreddamento della bassa stratosfera tra il 1979 e la metà degli anni '90.

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Cambiamento della temperatura globale. Clicca sull’immagine per ingrandire

a) Variazioni della temperatura superficiale globale ricostruite dagli archivi del paleoclima (linea grigia continua, 1–2000) e da osservazioni dirette (linea nera continua, 1850–2020), entrambe relative al 1850–1900 e medie decennali. La barra verticale a sinistra mostra la temperatura stimata durante il periodo plurisecolare più caldo degli ultimi 100.000 anni, avvenuto circa 6500 anni fa durante l'attuale periodo interglaciale (Olocene). L'ultimo periodo interglaciale, circa 125.000 anni fa, è un secondo periodo caldo che ha interessato nel passato la Terra. Questi periodi caldi passati sono stati causati da variazioni lente (multimillennali).

b) Variazioni della temperatura superficiale globale negli ultimi 170 anni (linea nera) rispetto al periodo 1850-1900 e media annua, rispetto alle simulazioni del modello climatico CMIP6 della risposta della temperatura ai fattori sia umani che naturali (marrone), e ai soli driver naturali (attività solare e vulcanica, verde).

 

Il rapporto “IPCC, 2021: Climate Change 2021: The Physical Science Basis. “ valuta la risposta climatica ipotizzando cinque scenari che coprono la gamma dei possibili sviluppi futuri dei fattori antropici. Le emissioni variano tra gli scenari a seconda delle ipotesi socioeconomiche, dei livelli di mitigazione dei cambiamenti climatici e i controlli dell'inquinamento atmosferico.

In questo caso si utilizzano i risultati dei modelli climatici che partecipano al progetto di intercomparazione dei modelli accoppiati Fase 6 (CMIP6) del Programma mondiale di ricerca sul clima. Questi modelli includono una nuova e migliore rappresentazione dei processi fisici, chimici e biologici, nonché una risoluzione più elevata, rispetto ai modelli climatici precedenti.

Dal 1880, la temperatura media globale della superficie è aumentata di circa 1,1°C.

La tendenza al riscaldamento è maggiore nelle regioni artiche.

La perdita di ghiaccio dalle calotte glaciali della Groenlandia e dell'Antartico ha continuato a contribuire all'innalzamento del livello del mare. L'aumento delle temperature può anche contribuire a stagioni molto calde più lunghe contribuendo ad un aumento degli eventi estremi.

Le analisi della temperatura della NASA comprendono misurazioni della temperatura della superficie da 6.300 stazioni meteorologiche, da osservazioni con boe e con navi e dalle stazioni di ricerca dell'Antartico.

Esiste l’energia totale, ovvero il calore, che possiede l’intera atmosfera, mentre NON ESISTE alcuna temperatura globale, essendo la temperatura una grandezza intensiva e locale. Le stazioni terrestri sono poche, mal distribuite e tutte diverse l’una dall’altra.

Il metodo elaborato dal GISS della NASA interpola le misure terrestri e quelle delle boe marine per ottenere una temperatura globale, spesso presa come “prova” del global warming. Questo metodo non è esente da critiche proprio per la notevole approssimazione indotta dalla scarsità di misure in molti luoghi.

Qualcosa di più attendibile, in quanto vicino ad una “misura continua”, viene dalle misure satellitari coi metodi RSS e UAH che si basano sulla correlazione della temperatura con la radianza dell’ossigeno. Peccato che questa misura ha una precisione di qualche decimo di grado e che i due metodi diano sempre risultati che si discostano tra loro in misura variabile, anche a seconda della latitudine, ma comunque sempre dell’ordine di qualche decimo di grado. Dunque si stima un aumento “globale” di 0.6°C attraverso misure che hanno una precisione dello stesso ordine di grandezza.

Le temperature con cui abbiamo a che fare ogni giorno su scala locale fluttuano di continuo e sensibilmente a causa di eventi prevedibili, come il passaggio delle stagioni e l’escursione termica tra il giorno e la notte, e di altri più complessi da prevedere come le variazioni del meteo. La temperatura globale, invece, dipende sostanzialmente da quanto calore riceve il nostro pianeta dal Sole e da quanto è in grado di respingerne una parte nello spazio. E questa capacità dipende dalla presenza di particolari composti chimici nell’atmosfera, a partire dai gas responsabili dell’effetto serra, che (semplificando) non consentono al calore di fuoriuscire dagli strati atmosferici più bassi

Il cambiamento di un grado su scala globale è quindi molto significativo perché sono necessarie enormi quantità di calore per riscaldare tutti gli oceani, l’atmosfera e il suolo per arrivare a un simile aumento.

Fu sufficiente la riduzione di uno/due gradi della temperatura globale per far partire la cosiddetta “Piccola era glaciale” tra il XIV e il XIX secolo. Una riduzione di cinque gradi fu sufficiente per seppellire sotto uno spesso strato di ghiaccio il Nord America 20mila anni fa.

 

 IPCC, 2021: Climate Change 2021: The Physical Science Basis. Contribution of Working Group I to the Sixth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change

State of the climate in 2020, Special Supplement to the Bulletin of the American Meteorological Society, Vol. 102, No. 8, August 2021

 

 

 

 

 

 

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