L’impatto dei cambiamenti climatici in regione: ecosistemi terrestri
Il clima è uno dei fattori che influiscono maggiormente sui sistemi naturali, determinandone la composizione, la produttività, la struttura e la funzione. I cambiamenti climatici in atto stanno quindi influenzando in modo decisivo sia la biodiversità sia i processi ecosistemici degli ambienti terrestri.
Le specie possono rispondere alle variazioni climatiche sostanzialmente secondo tre modalità:
1) adattandosi alle nuove condizioni, ad esempio attraverso lo spostamento nel tempo delle fasi del ciclo vitale;
2) migrando, in altre parole spostandosi verso latitudini o quote dove le condizioni sono ancora adeguate o lo sono diventate;
3) quando invece il cambiamento ambientale è repentino e/o si prolunga nel tempo tanto da non permettere un adattamento o una migrazione, si può verificare l’estinzione locale o, nel caso di cambiamenti su tutto l’areale di distribuzione, l'estinzione globale della specie.
Gli effetti dei cambiamenti climatici a breve termine su specie ed comunità ecologiche sono generalmente catastrofiche in quanto si assiste ad una riduzione della biodiversità e il deterioramento o la perdita di interi habitat ed ecosistemi.
Un’altra relazione importante è quella tra cambiamenti climatici e diffusione delle specie provenienti da altre are geografiche, che possono mettere a rischio la presenza di specie native alterando gli ecosistemi.
I cambiamenti climatici e le emissioni di gas serra agiscono negativamente in sinergia con altri driver di cambiamento globale e locale, come la frammentazione e degradazione degli habitat, l’invasione di specie aliene, l’inquinamento e i cambiamenti di uso del suolo. Nell’insieme, queste saranno le principali cause della perdita della biodiversità in ambiente terrestre con importanti ricadute non solo in ambito ecologico, ma anche economico e sociale, a causa ad esempio del peggioramento della qualità delle acque, del declino degli impollinatori, dell’aumento del rischio idrogeologico e del degrado del suolo.
Le zone alpine e appenniniche di alta quota e la regione biogeografica mediterranea, sono le aree a maggior rischio di perdita di biodiversità che, ad oggi, hanno subito gli impatti più evidenti. I siti di alta quota, soprattutto nelle Alpi, sono caratterizzati da un ridotto impatto antropico, in questi ecosistemi le specie presentano adattamenti a condizioni estreme e risultano particolarmente sensibili all’effetto dei fattori climatici. Differente è invece la situazione per l’area mediterranea, dove da millenni l’ambiente è modellato e plasmato dall’attività antropica che concorre, quindi le modifiche saranno meno evidenti e con più difficoltà possono essere ricondotte a cause climatiche.
Il Friuli Venezia Giulia, collocandosi a cavallo delle due regioni biogeografiche mediterranea e alpina, è e sarà interessato in maniera rilevante dagli impatti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi e sulla biodiversità. Data la grande varietà di climi locali, habitat, comunità e specie animali e vegetali la nostra regione avrà un maggiore stress climatico.
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