Da Aquileia, proseguendo verso Palmanova, dopo il grosso centro di Cervignano, si entra nel territorio di Strassoldo. Si ipotizza che, dopo che Aquileia venne distrutta da Attila, in quel luogo venne costruita una roccaforte con due torri utilizzando i ruderi di Aquileia.
Quando Attila invase le terre italiane, nell’esercito dell’Imperatore Valentiniano militava il comandante Rambaldo di Strassau. Quando venne ucciso Aezio, capo supremo dell’esercito romano, Rambaldo venne nominato suo successore.
Rambaldo, insieme a suo figlio Bernero, si trasferì dalla Franconia (una regione della Germania) sul territorio di Trassoldo nel 453. Bernero e la sua discendenza diede origine alla famiglia dei Conti di Trassoldo.
La potente famiglia di Varmo, originaria di Ravenna, tentò in tutti i modi di sconfiggere la famiglia dei Conti di Trassoldo senza riuscirci.
Dopo il passaggio degli Unni nel 452, la terra friulana e giuliana era stata completamente devastata.
Molti abitanti della città di Trieste fuggirono via mare verso la laguna e molte famiglie nobili raggiunsero Venezia. A quel tempo, a Trieste, vivevano molte famiglie nobili di Roma che, rendendosi conto della pericolosa vicinanza dell’Ungheria, decisero di trasferirsi.
Dalle ceneri delle città distrutte da Attila sorsero nuove città. Con la caduta di Aquileia, la gente scappò sull’Isola Gradese fondando Grado. Gli abitanti di Concordia si ripararono sull’Isola di Caorle fondando una città.
La città di Venezia, da piccolo villaggio, divenne un grande centro in quanto accolse molte persone che scappavano dalle terre circostanti.
Gli altri luoghi del Friuli che non furono coinvolti dalla distruzione degli Unni e di Attila videro un momento prospero. Udine crebbe a causa del soggiorno degli stessi Unni. Fu eretta la porta di San Bartolomeo e numerose torri e forticarono la città con delle mura.
Tutti coloro che erano fuggiti verso i monti tornaro nelle proprie città e le ricostruirono.
Anche Niceta, nominato vescovo di Aquileia nel 454, rifugiatosi a Grado durante l’invasione fece ritorno ad Aquileia. Nonostante le difficoltà, riorganizzò la Chiesa e la società aquileiesi ed acquistò la fama di uomo pio e saggio, nonché quella di buon amministratore.
Uno dei problemi che incontrò il nuovo Vescovo di Aquileia fu la condizione della donna.
Negli anni che seguirono molti uomini ritornarono alle proprie case e trovarono le proprie mogli sposate con altre uomini. In questa situazione particolare di difficile soluzione, Niceta scrisse a Papa Leone I per chiedere consiglio. Il Papa ordinò che le donne dovessero ritornare ai primi mariti anche se avevano contratto un nuovo matrimonio.
- Giovanno F. Palladio degli Olivi. Historie della provincia del Friuli. Vol I. 1660
- Giuseppe Mainati. Croniche ossia memorie storiche di Trieste. 1819
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