L'impatto crescente dell'uomo e del clima sui mari del mondo

(DMN-AI09_25) - (credit RDM - CC BY 4.0)
Entro il 2050, l’impatto umano sugli oceani raddoppierà, minacciando ecosistemi vitali: servono politiche urgenti contro pesca e clima.
Entro il 2050, l’impatto umano sugli oceani raddoppierà, minacciando ecosistemi vitali. Le zone tropicali, polari e costiere saranno le più colpite da inquinamento, innalzamento del mare e pesca intensiva. Il riscaldamento delle acque e la perdita di biomassa ittica aggravano la crisi. Servono politiche mirate per gestire la pesca e contrastare il cambiamento climatico, ma la previsione degli impatti futuri resta incerta per carenza di dati.
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Il Futuro a Rischio dei Nostri Oceani
I mari hanno sempre sostenuto la vita umana. Tuttavia, un nuovo studio dell'Università della California a Santa Barbara rivela che stanno raggiungendo un punto critico. La combinazione di pressioni climatiche e umane sta spingendo gli oceani verso una soglia pericolosa.
Un Impatto Umano in Crescita
Per secoli, abbiamo considerato gli oceani come una risorsa illimitata per cibo, commercio e turismo. Eppure, il futuro appare preoccupante. Secondo i ricercatori del National Center for Ecological Analysis and Synthesis (NCEAS), l'impatto cumulativo delle nostre attività sugli oceani raddoppierà entro il 2050, in soli 25 anni.
Ben Halpern, ecologo marino e direttore del NCEAS, ha spiegato che gli oceani sono sotto pressione a causa di vari fattori, tra cui:
- · Riscaldamento delle acque
- · Perdita di biomassa ittica
- · Innalzamento del livello del mare
- · Acidificazione
- · Inquinamento da nutrienti
Le Zone più Vulnerabili
Lo studio, condotto con l'aiuto della Nelson Mandela University in Sudafrica, ha scoperto che i cambiamenti più rapidi avverranno nelle zone tropicali e polari. Anche le aree costiere subiranno le conseguenze più gravi.
La salute degli ecosistemi marini è minacciata da molteplici attività umane:
- · Pesca e estrazione di risorse
- · Costruzione di infrastrutture marine
- · Inquinamento da agricoltura e industrie
Queste pressioni mettono a rischio la sopravvivenza di specie e habitat, compromettendo i benefici che traiamo da un oceano sano. Comprendere questi cambiamenti è essenziale per pianificare un futuro sostenibile e proteggere i nostri preziosi ecosistemi marini.
Gli oceani verso un futuro a rischio: diversi mari, diversi impatti
Entro il 2050, gli impatti cumulativi delle attività umane sugli oceani raddoppieranno, aumentando tra 2,2 e 2,6 volte. Gli effetti saranno più forti nei tropici e ai poli.
Le aree costiere, fino a 20 km dalla costa, sono già oggi molto più colpite del resto dell'oceano. Questo accade perché le pressioni come l'inquinamento da nutrienti e l'innalzamento del livello del mare si concentrano lì. Le pressioni legate alla pesca si concentrano nelle Zone Economiche Esclusive (ZEE). Anche se il tasso di aumento degli impatti sarà più lento, le coste continueranno a essere le aree più colpite.
Le minacce principali
Le due cause principali degli impatti futuri sono il riscaldamento degli oceani e la perdita di biomassa ittica a causa della pesca. La perdita di pesce è destinata ad accelerare, perché le flotte di pesca diventano più grandi e la tecnologia per trovare il pesce migliora. Inoltre, la domanda di pesce aumenta a livello globale.
Le aree che vedranno i maggiori aumenti di impatto sono:
- · Artico e Antartico
- · Mari intorno alla Russia orientale (Mar di Okhotsk e Stretto di Bering)
- · Mar Mediterraneo
- · Sud-est asiatico
- · Regioni costiere vicino a India e Medio Oriente
Al contrario, alcune aree come quelle attorno all'Australia, nel Pacifico, nell'Atlantico meridionale e nell'Oceano Indiano vedranno impatti bassi o in calo. Piccole diminuzioni sono previste anche in alcune aree dell'emisfero settentrionale, come il Mar Baltico.
Soluzioni e limiti degli studi
Per ridurre gli impatti futuri, sono necessarie politiche mirate a contrastare i cambiamenti climatici e a gestire meglio la pesca. Gli studi previsionali, però, hanno dei limiti: si basano su modelli che non possono sempre considerare tutte le attività umane a causa di dati mancanti o incompleti. C'è ancora molto da scoprire sulla distribuzione e l'intensità delle pressioni attuali e future.
Benjamin S. Halpern et al. , Cumulative impacts to global marine ecosystems projected to more than double by midcentury. Science0,eadv2906 DOI:10.1126/science.adv2906
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