Nel rapporto dell'IPCC sugli impatti del riscaldamento globale di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali e relativi percorsi globali di emissione di gas serra, nel contesto del rafforzamento della risposta globale alla minaccia del cambiamento climatico, sviluppo sostenibile e gli sforzi per sradicare la povertà
Nel rapporto dell'IPCC sugli impatti del riscaldamento globale di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali e relativi percorsi globali di emissione di gas serra, nel contesto del rafforzamento della risposta globale alla minaccia del cambiamento climatico, sviluppo sostenibile e gli sforzi per sradicare la povertà
Come ridurre le emissioni
La mitigazione si riferisce agli sforzi per ridurre o prevenire l'emissione di gas a effetto serra o per migliorare l'assorbimento dei gas già emessi, limitando così l'entità del riscaldamento futuro. La mitigazione richiede l'uso di nuove tecnologie, fonti energetiche pulite, riduzione della deforestazione, migliori metodi agricoli sostenibili e cambiamenti nei comportamenti individuali e collettivi. Molti di questi possono offrire sostanziali benefici per la qualità dell'aria, la biodiversità e lo sviluppo sostenibile. Le scelte devono essere efficaci sul lungo.
Le attività di rimozione del biossido di carbonio già presente nell’atmosfera o dette anche "emissioni negative" sono considerate un tipo di attenuazione. La maggior parte dei tipi di attenuazione si concentrano sulla riduzione della quantità di anidride carbonica o gas serra emessi.
Le tecnologie per il CDR sono allo stato embrionale nonostante che su questa tecnica ci siano prospettive molto ambiziose. Sebbene alcune attività di CDR, come il rimboschimento e il ripristino dell'ecosistema, siano ben comprese, la fattibilità di una diffusione su larga scala rimane una questione aperta. Le tecnologie per la rimozione attiva di altri gas a effetto serra, come il metano, sono ancora meno sviluppate.
Oltre alla mitigazione degli effetti è necessario pensare all’adattamento ai cambiamenti climatici ossia intraprendere delle azioni per gestire gli impatti dei cambiamenti climatici. L'obiettivo è ridurre la vulnerabilità e l'esposizione agli effetti nocivi dei cambiamenti climatici (ad esempio aumento del livello del mare, eventi meteorologici estremi più intensi o insicurezza alimentare). Questo aspetto comprende anche l'esplorazione delle potenziali opportunità benefiche associate ai cambiamenti climatici (ad esempio, stagioni di crescita più lunghe o maggiori rese in alcune regioni). L'adattamento può essere incrementale o trasformazionale. Possono esserci dei limiti all'adattamento basato sull'ecosistema o alla capacità degli esseri umani ad adattarsi.
Se non esiste la possibilità di azioni adattative che possono essere applicate per evitare un rischio intollerabile, questi sono definiti limiti di adattamento. Mentre il cambiamento climatico è una questione globale, gli impatti si verificano a livello locale. Città e comuni sono in prima linea nell'adattamento, concentrandosi sulla riduzione e gestione dei rischi di catastrofi a causa di eventi climatici estremi. Anche le aree agricole e rurali, comprese le comunità remote e indigene spesso molto vulnerabili, devono affrontare i rischi legati al clima rafforzando e rendendo più resilienti i sistemi di estrazione agricola e di altre risorse naturali.
Le misure correttive sono distinte se si parla di mitigazione oppure di adattamento, in quanto l'obiettivo è ridurre o compensare temporaneamente il riscaldamento.
Una di tali misure è la Solar Radiation Modification (SRM) che comporta modifiche intenzionali all'albedo del sistema Terra, con l'effetto netto di aumentare la quantità di radiazione solare riflessa dalla Terra a ridurre la temperatura di picco dai cambiamenti climatici. Va notato che mentre alcune misure di modifica delle radiazioni, come il diradamento delle nubi dei cirri, mirano a migliorare le radiazioni a onda lunga in uscita, SRM su larga scala potrebbe potenzialmente essere utilizzato per integrare la mitigazione in scenari di overshoot per mantenere la temperatura media globale al di sotto di 1,5°C e ridurre temporaneamente la gravità degli impatti a breve termine. Gli impatti dell'SRM, i costi, la fattibilità tecnica, la governance e le questioni etiche associate devono essere attentamente considerati.
Percorsi di trasformazione. Adattamento e obiettivi di sviluppo sostenibile
E’ necessario disaccoppiare la crescita economica dalla domanda di energia e di CO2, ci deve essere lo sviluppo di nuove ed emergenti tecnologie a basse emissioni di carbonio, zero-carbonio e carbonio-negativo
Le trasformazioni necessarie a contenere il riscaldamento 1,5°C potrebbero imporre dei compromessi che possono portare ad un impatto negativo sullo sviluppo.
Approfondimento
L'ingegneria climatica, conosciuta impropriamente anche come geoingegneria, è l'insieme delle tecnologie proposte per tentare di contrastare su scala planetaria le cause o gli effetti dei cambiamenti climatici e in particolare del riscaldamento globale.
Le tecnologie di ingegneria climatica si possono classificare in due grandi categorie: rimozione dell'anidride carbonica dall'atmosfera (CDR - Carbon Dioxide Removal) e riduzione della radiazione solare incidente (SRM - Solar Radiation Management). Esse hanno caratteristiche molto diverse per efficacia, velocità di implementazione, costi e profili di rischio per effetti non voluti poco noti o ignoti del tutto.
Rimozione della CO2 (CDR)
Fra le strategie proposte si possono elencare:
- riduzione della deforestazione, riforestazione e gestione degli usi del territorio;
- generazione di biocombustibili con cattura e sequestro della CO2 (BECS - BioEnergy with CO2 Capture and Sequestration);
- gestione delle biomasse per sequestro della CO2 (produzione di biochar o altre tecniche);
- dilavazione accelerata delle rocce sedimentarie carbonatiche;
- cattura della CO2 via processi artificiali;
- fertilizzazione delle alghe oceaniche via nutrienti quali soprattutto il ferro in forma di minerale solubile, fosforo o azoto;
- modifiche della circolazione oceanica.
Un effetto aggiuntivo positivo dei metodi CDR consiste nella riduzione del fenomeno di acidificazione degli oceani causato dalla presenza di eccessiva CO2 in atmosfera.
Riduzione della radiazione solare (SRM)
Le tecnologie di riduzione della radiazione solare (Solar Radiation Management) cercano di contrastare il riscaldamento globale mitigando l'incidenza e l'assorbimento dell'insolazione sulla superficie terrestre, causando un raffreddamento in grado di pareggiare l'effetto dei gas climalteranti. La riduzione dell'insolazione corrisponde a un aumento della radiazione solare riflessa cioè l'albedo terrestre. Nello specifico, sono state proposti metodi basati sull'aumento della riflettività sulla superficie, in atmosfera e nello spazio.
In superficie l'albedo potrebbe essere aumentata in linea di principio con interventi sulla riflettività delle aree urbane, della vegetazione o dei deserti, tuttavia la scala necessaria a realizzare tali interventi è tale da renderli difficilmente praticabili. Inoltre le modifiche su vasta scala della vegetazione terrestre avrebbero un ovvio impatto sul ciclo del carbonio, sulla produzione agricola e sulla biosfera in generale. Anche il fatto che la riflettività terrestre verrebbe modificata in maniera disomogenea porterebbe a gravi effetti climatici collaterali.
In atmosfera l'albedo potrebbe essere aumentata stimolando la generazione di nubi oppure mediante iniezione di aerosol o materiale riflettente in stratosfera. Nel primo caso la tecnica generalmente proposta si basa sull'incremento dei nuclei di condensazione sugli oceani mediante nebulizzazione di acqua marina. Nel secondo l'approccio principale prevede la diffusione di solfuri in stratosfera, il cui effetto climatico è analogo a quello dei solfuri emessi dalle eruzioni vulcaniche. In entrambi i casi, gli effetti non voluti sia climatici sia sulla biosfera sono poco conosciuti e potenzialmente pericolosi.
Nello spazio sono stati proposti sistemi basati su specchi o nuvole di oggetti riflettenti orbitanti intorno alla Terra.