L'incidente di Cipro (1372) e l'escalation che portò alla Guerra di Chioggia

Rappresentazione della conquista genovese di Famagosta (DMR-AI_10_25; CC BY 4.0)
Nel XIV sec., la rivalità tra Venezia e Genova culminò con la conquista genovese di Famagosta (1373) e la Guerra di Chioggia (1378–1381)
Nel XIV secolo, Venezia e Genova si contendevano il controllo del Mediterraneo orientale. Nel 1372, una disputa tra consoli a Cipro sfociò in violenza a Famagosta. Genova reagì con una spedizione militare nel 1373, conquistando la città e imponendo tributi al regno cipriota. L’episodio accrebbe l’influenza genovese e inasprì i rapporti con Venezia, portando alla Guerra di Chioggia (1378-1381), culmine della loro storica rivalità.
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Contesto storico
Nel XIV secolo il Mediterraneo orientale era un mosaico di poteri marittimi e territori insulari contesi. La Repubblica di Genova e la Serenissima Repubblica di Venezia erano le principali potenze commerciali italiane, tra loro in competizione per il controllo delle rotte, dei porti e dei privilegi mercantili. L’isola di Cipro, per la sua posizione strategica tra Levante e Occidente, era centro di attrazione per mercanti e flotte; la città di Famagosta era uno dei porti più ricchi e contesi dell’isola, nodo per il commercio di merci orientali, spezie e tessuti.
Linea del tempo
Linea del tempo. (azzurro) Imperatori del Sacro Romano Impero, (giallo) papa in carica, (arancione) patriarchi di Aquileia, (viola) dogi di Venezia, (verde) patriarchi di Grado, (rosa) duchi di Carinzia, (rosso) vescovo di Trieste. (credit RDM) Clicca sull’immagine per ingrandire
L’incidente dell’incoronazione del 1372
Nell’autunno del 1372 si svolse a Nicosia la cerimonia di incoronazione di Pietro II, nuovo re di Cipro, ancora in tenera età.
Alla cerimonia parteciparono delegazioni mercantili e diplomatiche di entrambe le repubbliche marinare. Durante le varie fasi della cerimonia scoppiò una disputa sulla precedenza e sui seggi riservati a Genova e Venezia.
All’incoronazione avvenne che Paganino Doria console dei Genovesi a Cipro pretese, contro l’antico costume, la precedenza su Malipiero console veneziano.
La tensione degenerò in una colluttazione, che a Famagosta e tra le rispettive fazioni locali si trasformò rapidamente in rissa violenta.
Numerosi Genovesi furono uccisi con l’aiuto del popolo di Cipro. L’episodio fu percepito a Genova come un affronto intollerabile e una minaccia diretta ai suoi interessi commerciali.
La spedizione genovese e l’assedio del 1373
In risposta al massacro e alla perdita di vite genovesi, la Repubblica di Genova organizzò una spedizione militare nel 1373. La flotta partì con l’obiettivo di punire i responsabili e assicurarsi il controllo diretto sul porto di Famagosta. Il doge genovese ebbe un ruolo chiave nella decisione e nel supporto all’impresa, che combinò operazioni navali e forze terrestri per mettere sotto assedio la città.
Contemporaneamente il re di Cipro chiese aiuto a Venezia chiedendo di trovare una riconciliazione ed evitare la guerra.
Pietro di Campofregoso fratello del doge di Genova arrivò con trentasei galere e il 10 ottobre 1373 conquistò Famagosta.
Cattura del re e condizioni imposte nel 1374
A seguito della caduta di Famagosta la corona cipriota si trovò in una posizione di estrema debolezza. Il re Pietro II venne catturato e costretto a negoziare con Genova.
Nel 1374 fu sottoscritto un trattato che impose pesanti condizioni finanziarie e politiche al regno di Cipro. Tra le condizioni più gravose figurava l’obbligo di pagare a Genova un tributo annuo di 4000 fiorini e l’accettazione di garanzie politiche e commerciali che incrementarono l’influenza genovese sull’isola.
La gestione pratica del controllo sul porto di Famagosta e sui traffici fu affidata a una compagine finanziaria e commerciale genovese nota come Maona Vecchia di Cipro, istituzione privata che aveva partecipato all’impresa e si assunse la responsabilità dell’amministrazione e dello sfruttamento economico del territorio.
Dopo la conquista, Famagosta rimase sotto l’influenza e il diretto controllo genovese per decenni. La Maona gestì diritti di dogana, concessioni commerciali e la difesa delle installazioni portuali. La presenza genovese si tradusse in un rafforzamento delle rotte mercantili genovesi nel Levante e in un ridisegno degli equilibri tra potenze marittime nell’area. La dominazione genovese su Famagosta e le sue prerogative rimasero attive fino a metà del XV secolo, quando mutamenti geopolitici e nuove forze in campo modificarono la situazione nel Mediterraneo orientale.
Contesto immediatamente dopo il 1373
Dopo il 1373 la rivalità fra Genova e Venezia rimase centrata sul controllo delle rotte e dei mercati del Levante, con episodi periodici di scontro in Adriatico e in Dalmazia che logorarono relazioni e fiducia fra le due repubbliche.
Negli anni successivi a quel 1373 la competizione commerciale si intensificò: Genova ampliò la sua presenza nel Levante e sulla rotta per Cipro, mentre Venezia cercò di difendere il suo monopolio sulle vie marittime e sugli scali adriatici; questi scontri economici si tradussero ben presto in operazioni navali e prese di possesso territoriali che esasperarono le parti.
Nel 1378 la situazione degenerò in guerra aperta: Genova lanciò operazioni offensive contro il mare e le coste veneziane fino all’assedio della laguna e alla celebre presa di Chioggia, mentre Venezia reagì organizzando la difesa della laguna e una controffensiva che porterà infine al ribaltamento della situazione e alla trattativa di pace di Torino nel 1381.
S. Romanin, Storia documentata di Venezia, tomo III, 1853-1861
Daniele Chinazzi di Treviso, Cronaca della guerra di Chioggia, versione ridotta di Ludovico Anton Muratori 1865
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