Nel 476 Odoacre depone Romolo Augustolo, da quel momento ha inizio il Medioevo

Le invasioni barbariche e la caduta dell’impero romano.

 Tradizionalmente Romolo Augustolo, figlio di Oreste, è considerato l'ultimo imperatore d'Occidente. Tuttavia quando Romolo venne deposto da Odoacre, capo degli Eruli, il 4 settembre 476, non venne nominato un nuovo imperatore: un imperatore esisteva già, era Giulio Nepote e regnava col sostegno dell'Imperatore d'Oriente, Zenone. Da questo momento inizia ufficialmente il medioevo

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... in breve

Dopo i saccheggi di Attila, in pochi anni, ci furono molte incursioni barbariche.

Nel 463 arrivarono gli Alani comandati dal loro Re Beorgor. Gli Alani provenivano, probabilmente, dal Caucaso. Si narra che era una popolazione alta di statura, utilizzavano molto i cavalli ed erano degli ottimi domatori. Era un popolo nomade e si spostava con i carri, con la famiglia e con tutto ciò che possedevano. Nella guerra erano molto crudeli e si narra che fosse un popolo molto superstizioso, infatti predicevano il futuro leggendo i rami degli alberi.

Gli Alani sono stati collegati dagli storici moderni allo Yancai dell'Asia centrale e agli Aorsi. Migrarono verso ovest e diventarono i dominatori della steppa ucraina, sotto il dominio unno fondarono un potente regno nel Caucaso settentrionale.

Questa popolazione attraversò le Alpi Giulie e raggiunse la provincia di Venezia per poi proseguire verso le pianure del nord Italia. Non è certa quale fu la strada che percorsero gli Alani infatti,  secondo il Muratori, i barbari scesero dalle Gallie.

Il Liruti racconta che l’esercito era molto numeroso e raggiunse l’Italia per depredare tutto ciò che era stato lasciato da Attila, ma furono sconfitti e sterminati non molto lontano da Bergamo dall'esercito romano.

 

Trascorsero pochi anni e nel 473 gli Ostrogoti, sotto Teodemiro, devastarono nuovamente il Friuli. L’Imperatore Glicerio riuscì a bloccare l’avanzata non con le armi ma con l’oro. In realtà,  in quel momento era in atto un’altra invasione degli Ostrogoti dalle Gallie con l’intento di unire i due eserciti. L’Imperatore Glicerio non era sufficientemente potente per contrastare contemporaneamente i due eserciti e decise di combattere con uno e con l'altro convincerlo a ritirarsi donando delle ricchezze.

L’Impero Romano d’Occidente era sempre più debole e Glicerio venne deposto da Giulio Nepote.

Successivamente,  il 28 agosto 475, il generale Flavio Oreste prese il controllo di Ravenna e costrinse Nepote a fuggire. Oreste, che era di origini germaniche, non poteva diventare imperatore. Per questo motivo fece acclamare imperatore suo figlio, Romolo Augusto, anche se molto giovane ma di madre romana.

All'arrivo di Oreste, Nepote si trovò nell'impossibilità di organizzare una difesa e preferì ritirarsi nel dominio "di famiglia", la Dalmazia. Ironicamente, a Salona trovò, come vescovo, proprio Glicerio, che aveva deposto pochi anni prima.

Nepote, per vendicarsi di Oreste, invitò Odoacre ad invadere l’Italia.

Come capo delle tribù germaniche che costituivano le truppe imperiali, Odoacre aveva chiesto a Oreste, quale compenso del servizio, un terzo delle terre in Italia a titolo di hospitalitas. Il rifiuto di Oreste scatenò la reazione delle truppe mercenarie, che si rivolsero ad Odoacre come loro guida. Quest’ultimo raccolse un esercito di barbari. Passò attraverso le Alpi Giulie e saccheggiò il Carso e Trieste che, appena risorta dal saccheggio di Attila, fu nuovamente incenerita. Successivamente si mosse verso il Friuli, tralasciò Aquileia, e prese la direzione di Treviso, Vicenza e poi Brescia saccheggiando tutto ciò che trovava.

Oreste cercò di opporsi all’avanzata di Odoacre sapendo benissimo che non ne aveva le forze. Dopo un tentativo di difesa si rifugiò con il proprio esercito a Pavia, ma le forze di Odoacre assediarono Pavia e la conquistarono, catturando Oreste, che fu poi portato a Piacenza e ucciso, mentre Paulus, fratello di Oreste, venne ucciso fuori le mura di Ravenna. I foederati germanici acclamarono quindi Odoacre come «rex Italiae» o «rex gentium».

 

Quest’ultimo, un generale unno, raccolse un esercito di barbari. Passò attraverso le Alpi Giulie e saccheggiò il Carso e Trieste che, appena risorta dal saccheggio di Attila, fu nuovamente incenerita. Successivamente si mosse verso il Friuli, tralasciò Aquileia, e prese la direzione di Treviso, Vicenza e poi Brescia saccheggiando tutto ciò che trovava.

Oreste cercò di opporsi all’avanzata di Odoacre sapendo benissimo che non ne aveva le forze. Dopo un tentativo di difesa si rifugiò con il proprio esercito a Pavia dove divennero preda degli Sciti e trovarono tutti la morte.

Nel 476 Odoacre avanzò su Ravenna e prese la città, costringendo il giovane Romolo Augustolo ad abdicare (4 settembre). Secondo gli Annali Valesiani Odoacre, colpito dalla bellezza e dalla giovane età del deposto imperatore, non solo gli risparmiò la vita, ma gli riconobbe anche una pensione di 6.000 solidi e lo mandò in Campania a vivere con i suoi parenti.

 

Tradizionalmente Romolo Augustolo, figlio di Oreste, è considerato l'ultimo imperatore d'Occidente. Tuttavia quando Romolo venne deposto da Odoacre, capo degli Eruli, il 4 settembre 476, non venne nominato un nuovo imperatore: un imperatore esisteva già, era Giulio Nepote e regnava col sostegno dell'Imperatore d'Oriente, Zenone. Odoacre inviò un ambasciatore a Costantinopoli per farsi riconoscere come rappresentante imperiale in Italia; Zenone accettò, subordinando il riconoscimento di Odoacre alla sua subordinazione a Giulio Nepote. Giulio Nepote rimase in Dalmazia, regnando solo nominalmente sull'Impero d'Occidente, mentre Odoacre governava effettivamente in Italia.

Roma, prima di sperimentare Odoacre come nemico, lo accolse come vincitore. Odoacre si fece chiamare primo Re di Roma. L’Impero Romano d’Occidente non c’era più.

Da qui ebbe inizio il Medioevo.

Da un punto di vista strettamente politico-militare, l'Impero romano d'Occidente cadde definitivamente dopo che nel V secolo fu invaso da vari popoli non romani e quindi privato del suo nucleo peninsulare per mano delle truppe germaniche di Odoacre, in rivolta nel 476. Sia la storicità che le esatte date di questo avvenimento rimangono ancora incerte e alcuni storici negano che possa parlarsi di caduta dell'Impero. Rimangono divergenti perfino le opinioni sul fatto che tale caduta sia frutto di un singolo evento oppure di un lungo e graduale processo.

Quel che è certo è che l'Impero già prima del 476 si presentava rispetto ai secoli precedenti molto meno romanizzato e sempre più caratterizzato da un'impronta germanica, soprattutto nell'esercito, che costituiva l'asse portante del potere imperiale.

Il rovesciamento dell'ultimo imperatore, Romolo Augusto, non fu compiuto da truppe straniere, ma piuttosto da foederati germanici organici all'esercito romano. In questo senso, se non avesse rinunciato Odoacre al titolo di imperatore per dichiararsi invece Rex Italiae e "patrizio" dell'imperatore d'Oriente, l'impero avrebbe potuto perfino dirsi conservato, almeno nel nome, se non nella sua identità, da tempo profondamente mutata: non più esclusivamente romana e sempre più condizionata dalle popolazioni germaniche, che già prima del 476 si erano ritagliate ampi spazi di potere nell'esercito imperiale e di dominio in territori ormai solo formalmente soggetti all'imperatore. Nel V secolo l’esercito romano era composto principalmente da truppe federate di Goti, Unni, Franchi e altri popoli barbarici che combattevano nel nome della gloria di Roma.

 

  1. Francesco di Manzano. Annali del Friuli. Volume 1. 1858
  2. Liruti. Notizie delle cose del Friuli. Volume 2.
  3. Lodovico Antonio Muratori, Annali d’Italia e delle opere varie. Volume II. 1838

 



In breve

Cosa furono le invasioni barbariche?

Con il termine “invasioni barbariche” si intende l'ingresso di popoli provenienti dalla Germania e dall'Europa centro-orientale all'interno dei territori dell'impero romano, seguito dal loro insediamento durevole nelle province occupate.



 

 



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