L’antico castrum di Nimis e l’antica via che univa Cividale a Tricesimo e Gemona.

I passi di Paolo Diacono fanno riferimento ad un “castrum Nemas”. Una possibile ubicazione è sul Monte Zuccon.

#nimis

A partire dal III secolo la penisola italiana è soggetta a numerose incursioni, oltre ad essere, dalla fine del V secolo, teatro dello stanziamento dei Goti e delle guerre tra questi e i Bizantini (535-553) e del lungo conflitto tra questi ultimi e i Longobardi (568-774). E in questo contesto in cui le frontiere si modificano continuamente e vari sistemi difensivi vengono predisposti per rispondere alle necessità di controllo dei territori e dei confini.

La viabilità dell’area è da ricondurre alla via Forum Iulii – Ad Tricesimum, che consisteva in un percorso “basso” che iniziava a Rubignacco e proseguiva per Tricesimo, superando Ronchis, Magredis, Ravosa e Savorgnano.  A questo si aggiungeva il percorso alto, più importante in epoche antiche che passava per Nimis e raggiungeva Tricesimo.

Numerose altre strade locali si distaccavano da quella principale e penetravano le valli interne: una di esse si distaccava in una zona posta tra il Torre e Tricesimo per inoltrarsi nella valle del Cornappo fino all’imbocco della stretta all’altezza di Torlano.

Il complesso archeologico del Monte Zuccon è ubicato nel territorio di Nimis, nel Friuli orientale, a ca. 20 km a nord di Cividale. Grazie alla sua morfologia e agli affioramenti di roccia che circondano i margini della dorsale, il sito gode di un’efficace protezione naturale e di un’ampia visuale sul territorio circostante, caratteristiche che lo hanno reso storicamente come un luogo favorevole per la difesa e il controllo del territorio.

L’esistenza di un antico “castello” in quest’area (il “Cjscjel di San Zorz”) era nota da sempre a livello locale, grazie ai resti di fortificazioni visibili presso i ruderi di una chiesetta, dedicata per l’appunto a San Giorgio, abbandonata agli inizi del XIX secolo. Ma fu soltanto alla fine degli anni ’80 che venne avviato un progetto di esplorazione archeologica del luogo che miravano a individuare il “castrum Nemas”, menzionato da Paolo Diacono tra i luoghi fortificati del Friuli al tempo dell’invasione àvara.

L'estensione del sistema riferibile al castrum Nemas potrebbe ipotizzarsi organizzato tra la chiesa di San Gervasio e Protasio a sud e l’abitato di Monteprato a nord, difeso ad ovest dalla forra del torrente Cornappo e ad est dal rio Montana.

Gli scavi hanno rivelato la presenza di un insediamento  tra l’età del Bronzo finale e la prima età del Ferro.

In seguito, almeno allo stato attuale delle ricerche, fa supporre come il monte Zuccon non ospitasse insediamenti umani per circa un millennio, si assiste alla rioccupazione dell’altura intorno al V secolo d.C., un periodo in cui le particolari contingenze storiche spinsero a una generale riorganizzazione della rete difensiva in tutto l’arco alpino.

In questa nuova fase insediativa i tratti più esposti della dorsale, ma forse l’intero profilo del colle, vennero fortificati con una cinta muraria larga circa un metro, costruita in pietrame legato da malta.

Tra l’VIII e il X secolo d.C. si impostò un’aula di culto.

I passi di Paolo Diacono nei quali si fa riferimento a un “castrum Nemas” (Hist. Lang., IV, 37; V, 22) dove le popolazioni trovarono rifugio al tempo delle scorrerie àvare agli inizi del VII sec. e presso cui sarebbe morto il duca Arnefrido, sono riferibili solo ipoteticamente al castrum di San Giorgio.

Le fonti documentarie certamente attinenti al sito riguardano quasi esclusivamente la chiesa, a partire dal 1281, quando l’edificio compare tra i beneficiari del testamento di un canonico cividalese, fino alla sua parziale demolizione nel 1819, a favore della nuova chiesa di Monteprato che ne utilizzò i materiali da costruzione.

Nel 1512 il monte di San Giorgio veniva concesso in affitto a un abitante di Cergneu, con il patto che curasse l’illuminazione della chiesa e vi facesse celebrare messa almeno una volta al mese. La frequentazione del colle in questo periodo e durante i secoli successivi era legata alla chiesa, che serviva l’abitato di Torlano e le campagne circostanti, ed era sede curaziale per le popolazioni di etnia slava (“vicariatus Sclaborum”).

Sicuramente nel territorio di Nemas esisteva un castrum ma non è certa l’esatta ubicazione.



Localizzazione del castrum Nemas. Clicca sull’immagine per ingrandire

La Chiesa di San Gervasio e San Protasio.

A Nimis erano presenti due borghi con due cente. Una intorno alla pieve dei Santi Gervasio e Protasio e l’altra a Borgo Centa. Per quanto riguarda la prima, essa si era costituita ai piedi del colle dove sorgeva il castello. 

La pieve intitolata ai Santi Gervasio e Protasio è una delle chiese più antiche del Friuli.
Le ricerche archeologiche hanno permesso di rimettere in luce più fasi costruttive, la più antica delle quali è identificabile con una piccola basilica a pianta rettangolare (VI-VIII sec.) con presbiterio quadrangolare e preceduta da un nartece.

Epoca costruttiva della Chiesa di San Gervasio e San Protasio. (Credit. AAcanfora)

Nel corso del IX sec. venne aggiunta una torre.

La torre della Chiesa di San Gervasio e San Protasio. (Credit. AAcanfora)

Nel XII sec. ha assunto le dimensioni attuali mentre gli influssi gotici sono relativi ad una ricostruzione successiva al terremoto del 1348.

La facciata della Chiesa di San Gervasio e San Protasio. (Credit. AAcanfora)

L’interno, suddiviso in tre navate, presenta nell’arco trionfale, su tre registri sovrapposti, gli affreschi più antichi, databili interno alla II metà del XIV sec. e raffiguranti un ciclo comprendente Annunciazione, Resurrezione, Visitazione, Madonna col Bambino e Santi.

Interno della Chiesa di San Gervasio e San Protasio. (Credit. AAcanfora)

Ubicazione della Chiesa di San Gervasio e San Protasio. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

NIMIS (Ud), Nemas Castrum e la chiesa di San Giorgio.

NIMIS (Ud). Chiesa di San Gervasio e San Protasio.

William Sambo, Le fornicazioni tardoantiche  in Friuli e le ricerche sul castrum nemas

 

 

 



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