Naones Corte Regia e l’importanza del Noncello come porto

Dalle origini gallo-celtiche all’importanza del fiume Noncello. La dominazione austriaca della Naones Corte Regia

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La prima comunità, d’origine gallo-celtica, si sviluppò nella zona umida e fertile delle risorgive del fiume Noncello.

Grazie alla via romana che a Oderzo si staccava dalla Postumia per portare oltre il greto del Cellina Meduna verso Aquileia da un lato ed il Norico dall’altro, fin dai primi secoli dell’era cristiana il borgo è stato interessato dalla colonizzazione.
Nel VI° secolo l’abitato divenne una “Curtis” dei Longobardi, dai quali discende, in unione con il nome del fiume (Naon), il toponimo principale (Curtis Naonis).


Nei secoli a cavallo del mille le pertinenze del feudo cordenonese dal fiume si estendevano a ventaglio fino a raggiungere il primo lembo delle Prealpi Carniche.

Un diploma di Berengario I, steso nell’897 a “Naones Corte Regia”, ne attesta l’importanza a capo della circoscrizione del Noncello e suggerisce la presenza della Pieve di S. Maria della Cortina, confermata più tardi (1186) da Papa Urbano III .

Le invasioni degli Ungari, pur disastrose, non ne segnarono la fine poiché nel 1029 la Curtis divenne Contea di Ozzi/Otokar di Baviera e poi passò ad altre casate austriache, ultima quella degli Asburgo che ne tennero il possesso fino alla conquista veneziana agli inizi del Cinquecento.

Nel 1029 Corrado II dona al patriarca Poppone della selva estesa nel centro del Friuli tra il Tagliamento e il Livenza, con un riferimento a Cordenons in quanto ai confini della selva

"et ita deorsum per flumen usque ad terminum qui est inter predium Ocini comitis, quod vocatur Curtisnaonis, et inter predium sancte Sextensis abbatie"

(e così giù lungo il fiume fino al confine che è tra il feudo del conte di Ocino, che si chiama Curtisnaon, e il feudo dell'abbazia di S. Sesto)

Il termine predium qualifica un possedimento di piena proprietà, ossia libero da ogni vincolo feudale o pubblico, dove la "Curtisnaonis" viene identificata come una proprietà di un tale conte Ocino, proprietà dall' estensione notevole, se confinava con il possedimento dell' abbazia di S. Maria in Sylvis di Sesto al Reghena.

In sostanza si trattava di un territorio nelle mani delle casate tedesche, interessate al controllo delle vie di transito – di cui nodo importante era appunto Cordenons.

Il Degani sosteneva che Cordenons si cgiamava curtis regia Naonis fino all’898 e nel 1029 di questa Curia Naonis era possessore il conte Ozi di Treffen in Carinzia, fratello del patriarca di Aquileia Poppone.

Successivamente ci fu il passaggio di Cordenons ai Babemberg duchi di Carinzia e quindi ai Duchi d'Austria, sulla sua cessione nel 1254 a Guido di Porcia da parte di Mainardo conte di Gorizia, sui diritti esercitativi dal patriarca di Aquileia Gregorio di Montelongo (fino al 1267).

Il conte Giuseppe di Ragogna (1902-1971) in “Le origini di Cordenons” fece un importante studio della zona.

Il fiume Noncello doveva essere navigabile e proprio a Torre esisteva il suo punto più adatto alla portuosità, dunque a Torre, con le sue ragguardevoli tracce edilizie e portuali, doveva esistere il nucleo della vita sociale ed economica locale, così da determinare il toponimo Nahone, Naones esteso a tutta l'area rurale circostante.

Nella seconda metà del X secolo un organismo vastissimo, tenuto insieme da vincoli unicamente di carattere personale, abbracciò il Friuli, la Carinzia, la Marca Veronese e, per un certo tempo, la Baviera.

Ecco spiegata, dunque, per alcuni studiosi la ragione della ininterrotta appartenenza della curtis Naonis a quanti poi assunsero il titolo ducale di Carinzia, ovvero la ragione dell'essere Pordenone e il suo distretto un corpus separatum rispetto al Patriarcato di Aquileia che lo circondava interamente.  Essi sostenevano che nei primi decenni dell'XI secolo Cordenons-Pordenone apparteneva a Ozzi conte di Treffen in Baviera, fratello del patriarca Poppone.

Dal 976 al 1127 circa il territorio di Pordenone-Cordenons dipendette amministrativamente dai Signori di Carinzia. Quando Enrico di Eppenstein, duca du Carinzia, morì nel 1127 senza discendenza maschile, il territorio passò, per disposizione testamentaria, a Leopoldo il Forte, marchese di Stiria (morto nel 1129) e quindi al figlio Ottocaro (morto nel 1162).

Dal 1180 risulta che Ottocaro VIII di Stiria avesse il dominio pordenonese ma non avendo avuto eredi dalla moglie Cunegonda figlia di Leopoldo V di Babenberg, detto il Virtuoso, lasciò il suo dominio al suocero, che già prima aveva comperato da lui Pordenone.

Nel 1219 venne scritto un documento ove venivano definiti i confini del dominio pordenonese. Ad esso erano inclusi la villa Naum (Cordenons), S, Quirino, il prediun nomine Naunzel (Noncello) e la villa di S. Foca ma non compare ancora l’abitato di Pordenone. Pordenone acquista importanza all’inizio del XIII secolo fra la Curtisnaonis e il fiume  Noncello e venne chiamato Portus-Naonis.

Portus-Naonis divenne ben presto un porto-mercato. Sulle merci che facevano scalo, o erano in transito, si percepiva un dazio.

Tale era l’importanza del fiume e del suo collegamento con il mare, il 1° agosto del 1273 ci fu un trattato tra il re di Boemia e i conti di Prata e Porcia, riconoscendo a quest’ultimi il diritto di costruire un ponte sul Noncello in quanto possedevano terre in entrambe le rive del fiume. Allo stesso tempo non dovevano impedire il transito delle navi che si recavano a Portus-Naonis.

Ubicazione dell’insediamento Curtis Regia Naonis. Clicca sull’immagine per ingrandire

 

 

Comune di Cordenons

Donazione berengariana 5 maggio 897

Giordano Brunettin, Actum naones corte regia: un'esercitazione su tema medievistico (Cordenons 5 maggio 897-1997), 1999

Andrea Benedetti, Storia di Pordenone, 1964

 



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