L’arte del bonsai per coloro che sanno osservare la natura e che amano starci dentro

 

L’arte del bonsai permette di coltivare delle piante in vaso e di dargli, in un piccolo spazio, l’aspetto che la pianta avrebbe in un ambiente naturale. Riportando i lavori dei più grandi maestri di questa arte è possibile apprezzare la meraviglia della natura.

 

L'ideogramma cinese "pun-sai" (piante in vaso) apparve per la prima volta in Cina durante la dinastia Tsin (265-420 d.c.). Ma solo durante la dinastia T'ang (618-907) inizia la popolarità di quest'arte.

Nella successiva dinastia Sung (960-1280) alle piante in vaso si aggiunsero rocce e figure per ricreare paesaggi in miniatura: "pun-wan", l'attuale Bonkei..
La Cina ebbe notevoli influenze sulla cultura giapponese soprattutto a partire dal VI-VII secolo, sino alla metà del periodo Heian (794-1185). Quindi è probabile che una qualche forma di Bonsai sia giunta in Giappone al più tardi in questo periodo. Ma solo a partire dal periodo Kamakura (1185-1333) è presente una documentazione sulla coltivazione del Bonsai.

In questo periodo si diffonde in Giappone il Buddismo Zen proveniente dalla Cina e certamente il Bonsai arrivò da questo paese portatovi dai monaci. I monaci Zen, che facevano uso del Bonsai e suiseki per illustrare simbolicamente delle verità filosofiche, diedero un importante contributo alla diffusione di queste arti presso le classi dominanti e così per molto tempo il bonsai fu prerogativa di nobili e samurai.

La prima comparsa del Bonsai in Europa si ebbe in una mostra a Parigi nel 1878, seguita da una seconda esposizione a Londra nel 1910 e il primo libro scritto da un occidentale è degli inizi del secolo ed è un opera del botanico francese Albert Maumenè, che operò una classificazione semplice e razionale degli stili, oggi ampiamente superata, ma degna senz'altro di attenzione. Parallelamente anche in America intorno agli inizi del secolo compaiono i primi Bonsai. Ma a parte queste sporadiche apparizioni, il Bonsai è stato scoperto dagli occidentali soltanto dopo la seconda guerra mondiale. La scoperta ha suscitato un interesse tale che ha rivitalizzato il Bonsai nello stesso Giappone ove gli eventi bellici avevano provocato una stasi.

 

E’ necessario capire cosa si intende quando parliamo di estetica orientale e quale è la strada da intraprendere per raggiungere IL BELLO nel bonsai. L’estetica è considerata “la meditazione dell’arte”, si fa bonsai per rendere fruibile l’arte e la bellezza agli altri e suscitare in loro emozioni. Non si fa arte per se stessi ma per gli altri, infatti alla fine del percorso il bonsaista deve lasciare libera la sua opera allontanandosi da essa. Quindi in oriente il bonsai e l’estetica orientale vengono visti come un percorso di vita che si divide in 3 passaggi: SHU dove si apprendono le regole osservando il maestro, HA dove si mette in pratica la tecnica appresa e infine RI dove l’allievo diventa maestro e va oltre la regola. Questo percorso in oriente è visto non solo come percorso relativo al bonsai ma in generale in tutte le cose che si fanno come percorso vero di vita che porta a capire, apprendere per poi andare oltre.

Fare bonsai è una forma d’arte che unisce direttamente l’uomo alla natura attraverso la coltivazione e la lavorazione di un piccolo-grande albero; per cui questa forma d’arte è per coloro che sanno osservare la natura e che amano starci dentro. La natura nel bonsai è considerata una grande maestra, fonte d’ispirazione, che ci permette di elevare la tecnica ad espressione artistica, che rappresenta nel bonsai il fattore di diversificazione rispetto a ogni altra forma di coltivazione delle piante e ad altre forme artistiche.

Il bonsai può essere considerato un’opera mai finita e sempre fonte di nuova ispirazione e comunicazione; essendo un essere vivente e in continua evoluzione ci permette di intraprendere un viaggio affascinante, fatto di esperienze, messaggi, lavorazioni con il nostro bonsai. Questi

Con il bonsai si cerca di ricreare la maestosità e la bellezza di un grande albero secolare in un piccolo alberello coltivato in un vaso. “La maestosità della natura ridotta in piccola scala nei confini di un vaso, la concentrazione dell’universo nel piccolo, come atto di per se magico”.

 


 

 

 

 

Il maestro Shinji Suzuki in un estratto di TREE STORIES trasmessa da RAI5

 


 

 

 

 

 

 

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