Contrastare la crisi climatica e ambientale è una sfida globale che richiede una transizione verso un’economia più sostenibile, con minori pressioni sull'ambiente.

 

Il Goal 13 si occupa del tema della crisi climatica monitorando le misure di mitigazione e di adattamento, il rafforzamento della resilienza, e supportando l’estensione, a tutti i livelli, della conoscenza dei temi connessi ai cambiamenti climatici.

Per fronteggiare il rischio climatico, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite e gli accordi a essa collegati, quali il Protocollo di Kyoto e gli Accordi di Parigi, hanno impegnato i Paesi a contenere l’incremento della temperatura media globale tramite la riduzione delle emissioni e l’aumento degli assorbimenti (mitigazione), e altresì a predisporre strategie di adattamento per difendersi dagli effetti avversi.

Contrastare la crisi climatica e ambientale è una sfida globale che richiede una transizione verso un’economia più sostenibile, con minori pressioni sull’ambiente.

Per sostenere gli sforzi, a livello globale occorre che i Paesi adottino politiche di forte incentivo, finalizzate a dimezzare le emissioni entro il 2030 e a operare la transizione alla neutralità carbonica entro il 2050, coniugando competitività economica, giustizia sociale e equilibrio ambientale.

Il 2019 è stato il secondo anno più caldo mai registrato e la fine del decennio più caldo, dal 2010 al 2019. Inoltre, con una temperatura media globale di 1,1°C al di sopra dei livelli preindustriali, la comunità globale è lontana dal raggiungere gli obiettivi di 1,5 o 2°C previsti dall'accordo di Parigi. 

Sebbene le emissioni di gas serra dovrebbero diminuire del 6% nel 2020 e la qualità dell'aria è migliorata a causa dei divieti di viaggio e del rallentamento economico derivante dalla pandemia, il miglioramento è solo temporaneo. I governi e le imprese dovrebbero accelerare le transizioni necessarie per raggiungere l'accordo di Parigi, ridefinire il rapporto con l'ambiente e apportare cambiamenti sistemici e cambiamenti trasformativi per ridurre le emissioni di gas serra e le economie e società resilienti al clima.

Un totale di 85 paesi hanno riferito di avere una strategia nazionale di riduzione del rischio di catastrofi allineata con il quadro di Sendai per la riduzione del rischio di catastrofi 2015-2030.

Emissioni di gas serra

Il riscaldamento globale, provocato dall’aumento delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera, è dovuto principalmente alle emissioni di origine antropica. L’insieme di reazioni che si producono a catena comprende le alterazioni del sistema pluviometrico, lo scioglimento di ghiacciai, l’aumento della temperatura dei mari e degli oceani e la loro acidificazione, l’innalzamento del livello del mare, l’intensificarsi di fenomeni meteorologici avversi.

Queste trasformazioni sono in atto e hanno effetti distruttivi sull’ambiente: alterazione degli ecosistemi, perdita di biodiversità, di quantità e qualità di suolo, ondate di calore e crisi idriche, con gravi ripercussioni sul sistema economico e sociale. Per fronteggiare il rischio globale sono necessarie urgenti misure di mitigazione e adattamento in un approccio sistemico e integrato, su scala globale, da declinare su scala locale.

A livello globale, le emissioni di anidride carbonica da combustione di carburante fossile sono aumentate di oltre il 41% rispetto ai valori del 2000. Dal 2000 la quota di emissione dei paesi in via di sviluppo è cresciuta in modo significativo (+118%), allo stesso tempo i paesi sviluppati hanno ridotto le loro emissioni.

 

Emissioni di gas serra (CO2 equivalente) nei principali Paesi Europei. Anni 1990-2017 (numeri indice anno base 1990=100)

 

I tre quarti delle emissioni sono generate dalle attività produttive, il restante quarto dai consumi delle famiglie. La fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata e l’industria manifatturiera sono i settori economici responsabili della quota più elevata di emissioni (rispettivamente 21,3% e 20,0%), mentre trasporto (13,8%) e riscaldamento/raffreddamento (11,6%) sono le attività delle famiglie che forniscono il contributo maggiore.

Nella composizione delle emissioni di gas serra, l’elemento predominante è l’anidride carbonica che incide per più dell’80%; il metano contribuisce per quasi il 10%; il protossido di azoto è presente per circa il 4%; gli idrofluorocarburi per il 3,4%. In minima parte sono presenti i perfluorocarburi (0,4%) e gli esafluoruri e trifluoro di azoto (0,1%).

Rafforzare la resilienza e la capacità di adattamento

La gestione del rischio è un processo ciclico e continuo che si fonda sulla prevenzione, sulla gestione dell’emergenza, sulla valutazione dei danni, sullo sviluppo della conoscenza per accrescere la resilienza e intervenire in modo efficace ai fini del recupero, della ricostruzione, e per ridurre il rischio di shock futuri. I cambiamenti climatici sono causa di fenomeni meteorologici avversi e calamità naturali che si stanno intensificando anche in Italia, con eventi disastrosi: frane, alluvioni, incendi boschivi, nubifragi, fenomeni meteorologici estremi, ondate di calore, siccità e desertificazione. Il nostro paese e inoltre soggetto a fenomeni di origine vulcanica e terremoti. Nel 2017, è stato esposto a rischio di alluvioni, ovvero al rischio di danni alla persona (morti, dispersi, feriti, evacuati), il 10,4% della popolazione, mentre la percentuale esposta a rischio frane è stato pari al 2,2%. I valori variano molto da una regione all’altra. Le persone decedute per causa di frane, alluvioni o allagamenti nel periodo 2010-2018 sono state 240; i feriti più di 300.

Nel 2018, in presenza di condizioni meteo-climatiche particolarmente favorevoli rispetto agli anni precedenti, si sono verificati 3.220 incendi.

Le anomalie di temperatura media sulla terraferma nel 2018 riportano un incremento pari a 1,71°C in Italia e di 0,98°C a livello globale. Dalla serie storica 1991-2018 si conferma il trend positivo del periodo

 

Anomalie di temperatura media sulla terraferma globali e in Italia rispetto ai valori climatologici normali 1991-2018 (°C)

 

 

Friuli Venezia Giulia (SDGS 2019)

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

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