La nascita della Patria del Friuli

Nel 1077 nasce la Patria del Friuli, una entità atipica nata da particolari rapporti con il Regno di Germania.

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Questo articolo è quadro generale di come nacque la Patria del Friuli

La regione era già sotto il dominio dei germanici, infatti faceva parte  della Marca di Verona e Aquileia.

Sia il margravio che il conte del Friuli e dell'Istria avevano origini germaniche.

La stessa aquila rappresentata su numerose monete e sigilli patriarcali sarebbe un simbolo imperiale a testimonianza della vicinanza all’Impero (piuttosto che alla Chiesa) o, in senso più esteso, del potere temporale concesso ai patriarchi.

 

L’estensione della diocesi di Aquileia e le tappe per la nascita dello Stato Patriarcale di Aquileia

Da un punto di vista ecclesiastico il patriarcato si manifestava in tutta la sua complessità. Il suo capo spirituale era prima di tutto vescovo di Aquileia e la sua giurisdizione era sterminata.

La diocesi di Aquileia nel IX secolo in giallo. In verde la diocesi di Concordia  (fonte. Diocesi di Udine)

Dal 1077, su alcuni di quei territori i patriarchi esercitarono anche i poteri temporali. In quell’anno l’imperatore Enrico IV, di ritorno da Canossa, aveva attribuito al patriarca Sicardo la titolarità della contea del Friuli, segno tangibile di riconoscenza per il sostegno avuto nel duro scontro che lo aveva contrapposto a papa Gregorio VII.

In realtà, come già detto e dimostrato in precedenti articoli, c’erano stati una serie di eventi che hanno portato alla costituzione dello stato patriarcale.

Alcuni esempi:

964: Ottone I dona al patriarca Rodaldo il castello di Cormons.

967: donazione dell’abbazia di Sesto con tutte le sue pertinenze.

1001: Ottone III concede alla chiesa di Aquileia i diritti giurisdizionali sulla metà rispettivamente del castello di Salcano e del villaggio di Gorizia, cui si sommavano, tra le altre cose, la giurisdizione su tutti quei villaggi (e sulle loro pertinenze fino a un raggio di due miglia) sorti nella contea del Friuli, nei territori del vescovado di Concordia e dell’abbazia di Sesto per opera degli stessi vescovi durante e in seguito al periodo delle invasioni ungare. L’altra metà del villaggio di Gorizia e del castello di Salcano furono quasi contemporaneamente affidati al conte del Friuli Guariento.

1028: Corrado II attribuisce al patriarca il diritto di coniare moneta e il godimento delle prerogative imperiali sulle aree boschive della contea del Friuli.

1077:Enrico IV affida al vescovo Sicardo la contea del Friuli con tutti i diritti e i benefici un tempo goduti dal conte, il villaggio di Lucinicco, la contea dell’Istria e la marca di Carniola. Rimane esclusa la contea di Gorizia, affidata al duca di Carinzia.

In   rosso, la Patria del Friuli attorno al 1250. In   crema, la Marca di Verona

 

Come era già successo nel passato, con i poteri che erano passati progressivamente dall’imperatore al patriarca, i poteri vengono poco alla volta ceduti. I motivi possono essere diversi: dall’impossibilità di controllo capillare (se non attraverso funzionari cui delegare parte dei poteri), al voler ripagare per la fedeltà dimostrata pedine strategicamente rilevanti. 

Con il passare del tempo, ne derivò una carta geografica nuova, a pelle di leopardo, in cui i possedimenti dei signori di Gorizia (che erano anche conti di Tirolo) si alterna al potere dei patriarchi.

Cartina rielaborata tratta da: DEGRASSI, Frontiere. (fonte Scarton)Clicca sull’immagine per ingrandire 

L’evoluzione particolare che si avrà per la Patria del Friuli è legata alla sua importanza politica ed economica. 

Elisabetta Scarton, Il patriarcato di Aquileia: una formazione politica originale, Relazione tenuta alla giornata di studi Città della strada, città della spada: Udine medioevale, 29 novembre 2013

 



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