Dalla Battaglia contro gli Avari alla Tragica Fine a Oderzo: Il Destino dei Figli di Gisulfo II

 Il Friuli dopo la morte di Gisulfo II.

(fonte FederArcheo)

 Dopo la morte del duca Gisulfo II, in Friuli ci fu un periodo di pace. I nuovi duchi del Friuli furono Caco e Tasone. I due fratelli ricercarono un'alleanza con i bizantini come il padre, ma caddero in un'imboscata tesa loro nella città di Oderzo dal patrizio bizantino Gregorio

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Gisulfo II del Friuli fu una figura centrale nella storia longobarda del VII secolo. Appartenente alla stirpe dei Gausi, il suo regno fu segnato da conflitti esterni e lotte interne.

Nonostante la tragica morte in battaglia contro gli Avari, il suo retaggio si perpetuò attraverso i suoi figli. Caco e Tasone, divenuti duchi del Friuli, continuarono l'opera paterna, espandendo il ducato e affrontando minacce esterne come gli Slavi. Tuttavia, la loro alleanza con l'esarca bizantino Gregorio si rivelò fatale. Ingannati e attaccati a Oderzo, i due fratelli trovarono una morte gloriosa in battaglia.

Il ritorto dei figli di Gisulfo II

Albero genealogico di Gisulfo II

Albero genealogico di Gisulfo II. Clicca sull’immagine per ingrandire, (fonte RDM)

 

Caco e Tasone erano i figli maggiori del duca Gisulfo II del Friuli e di Romilda, già adolescenti quando il padre cadde in battaglia contro gli Avari.

Fatti prigionieri, furono condotti come tutti i Longobardi catturati dagli Avari in Pannonia; giunti nella terra lasciata dal loro popolo ai tempi di Alboino, appresero l'intenzione dei loro nemici di uccidere tutti i maschi maggiorenni, dopo essersi spartiti le donne e i bambini come schiavi. Caco, Tasone e il più grande dei loro fratelli ancora bambini, Radoaldo, tentarono allora la fuga a cavallo. Uno di loro temette che il fratellino più piccolo, Grimoaldo, non fosse in grado di sostenere la cavalcata e fece per ucciderlo, ritenendo "che era meglio per lui morire di spada che sopportare il giogo della prigionia". Il piccolo Grimoaldo, tuttavia, lo convinse a desistere, dimostrandogli di saper cavalcare. Catturato nuovamente, riuscì a uccidere il suo carceriere e a ricongiungersi con i fratelli.

Tornati sani e salvi a Cividale divennero duchi i due figli maggiori, Tasone e Caco, che ressero il ducato per almeno quindici anni.

Tra il 610 ed il 617-625 circa, Caco e Tasone assunsero il governo del ducato e lo espansero a danno degli Slavi, che da allora furono costretti fino ai tempi di Rachis a versare un tributo ai Longobardi.

Nonostante il periodo di pace, nel 615 ci furono molti terremoti in tutta la penisola. Muratori segnala anche una epidemia di lebbra. Un morbo che, nei secoli successivi, più volte fece la sua comparsa. In questo periodo serpeggiava anche un’altra malattia: l’elefantiasi. Una malattia che era diffusa soprattutto nei paesi confinari, come Aquileia, in quanto commerciavano con paesi ove era diffusa questa malattia.

Non sono note altre attività politiche e militari fino alla definitiva scomparsa di Caco e Tasone dalla scena politica; Paolo Diacono la fa coincidere con l’alleanza stretta con l’esarca di Ravenna Gregorio (619-625), tradizionalmente datata a poco prima del 625.

L’adozione dei due duchi friulani tramite la cerimonia del taglio della barba, sinonimo di un cambio di alleanze nella parte nord-orientale del Regnum, e forse un riflesso delle lotte tra Adaloaldo e Arioaldo, fu fatale a entrambi: attirati a Oderzo dall’esarca Gregorio, Tasone e Cacco furono uccisi dalle truppe bizantine. Come loro successore si preferì Grasulfo II, fratello di Gisulfo II, anziché la seconda coppia di fratelli Radoaldo e Grimoaldo, che fuggirono presso il Ducato di Benevento.

La morte di Caco e Tasone

I due fratelli ricercarono un'alleanza con i bizantini come il padre, ma caddero in un'imboscata tesa loro nella città di Oderzo dal patrizio bizantino Gregorio. Questi aveva promesso a Tasone di adottarlo come figlio, con il rito del taglio della barba; il duca lo raggiunse insieme al fratello e a una piccola scorta. Appena arrivati a Oderzo, Gregorio fece chiudere le porte della città e inviò i suoi armati contro i Longobardi. I fratelli compresero immediatamente la situazione, si prepararono a combattere e si scambiarono il bacio della pace e l'ultimo saluto. Si dispersero quindi per le strade, uccidendo chiunque si trovassero davanti e, scrive Paolo Diacono, "facendo grande strage dei Romani; ma alla fine anche loro furono uccisi". Gregorio mantenne comunque la sua promessa: ordinò che gli portassero la testa di Tasone e gli tagliò la barba. All'epoca la città di Oderzo era retta dal vescovo san Tiziano.

La vendetta arriverà cinquant'anni dopo ad opera di Grimoaldo, fratello minore dei due divenuto nel frattempo re dei Longobardi: questo raderà definitivamente al suolo la città nel 667.

 

Nota. L'usanza del taglio della barba era molto sentita nella società longobarda, in quanto segnava idealmente il passaggio dei giovani all'età adulta; da questa usanza derivano i due termini in lingua veneta tosàt e tosa, che significano rispettivamente ragazzo e ragazza.

 

 Paolo Diacono, Storia dei Longobardi, Edizioni Studio Tesi, 1990

Marco Stoffella - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 95 (2019)

Francesco di Manzano. Annali del Friuli. Volume 1. 1858

Marco Franzoni, Al di là dei monti: La frontiera del Friuli dall’arrivo dei Longobardi all’anno 1000, Tesi di Laurea, Università Ca’ Foscari di Venezia

 



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