Fontanini spiega l’origine della parola Masnade

Dallo studio di antichi documenti del Friuli, il Fontanini spiega l’origine della parola Masnade. In “Delle Masnade ed altri servi secondo l’uso dei Longobardi” parla dei servi in epoca Longobarda.

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Giusto Fontanini (San Daniele del Friuli, 30 ottobre 1666 – Roma, 17 aprile 1736)  fu un arcivescovo e storico.

Come storico si accorse che negli antichi documenti del Friuli ricorreva la parola masnade.

Dallo studio di antichi documenti del Friuli, il Fontanini si accorse che la parola Masnade era sempre associata ad un gruppo di Servi di proprietà dei Vassalli della Chiesa di Aquileia.

La presenza delle Masnade è riportata nei documenti a partire dal XI secolo ossia quando si sviluppò la nobiltà in Friuli, si ingrandirono i feudi  e i castelli grazie al Patriarca Poppone.

Poppone, citato anche come Poppo o Popone e in un solo caso come Wolfgang, (tra la fine del X e l'inizio dell'XI secolo – 28 settembre 1042) è stato un patriarca cattolico tedesco, ricordato come uno dei più importanti patriarchi di Aquileia.

Negli antichi documenti si utilizza la parola Mansi ossia il terreno che componeva il Dominio che, secondo la Giurisdizione dei Feudatari, poteva esser lavorato da dei Coloni.

 I coloni lavoravano una Colonia oppure Curtes che i Franchi chiamavano Mas, denominazione che rimase in Friuli.

Il Fontanini ipotizza che le genti che lavoravano in condizione servile e che nasceva in una Mas fosse chiamata Mas-nata, cioè nata nei Mansi. Quindi la parola Mas, di origine francese, sia stata introdotta in Friuli da Carlo Magno.

I servi durante il periodo longobardo.

Dopo la caduta dell’Impero Romano, molti usi rimasero. Anticamente i servi erano delle persone completamente soggette al padrone. Ai servi era vietato tutto ossia non potevano fare nulla di propria volontà.

E’ probabile che la masnade siano state introdotte dai Longobardi. Re Rotari aveva introdotto una legge che doveva essere utilizzata dai feudatari di Aquileia per liberare le Masnade e la stessa legge fu adottata da Carlo Magno.

Nella società longobarda, alla base della piramide sociale c'erano i servi a cui venivano affidati i lavori di pastorizia e agricoltura che vivevano in condizioni di schiavitù.

A livello inferiore si trovavano invece gli aldii, dotati di una certa autonomia in ambito economico, ma di una limitata libertà, molto più vicini alla condizione degli schiavi.

In origine era probabilmente un nemico sottomesso. Aveva un guidrigildo come il libero, ma non si poteva allontanare dalla terra dove il padrone lo aveva collocato. Non era ammesso nell’esercito né poteva partecipare alle assemblee del popolo. In giudizio doveva essere rappresentato e difeso dal padrone, il solo a poter esigere un’indennità per le offese fatte al suo a. e che era tenuto, entro certi limiti, a rispondere delle offese da lui fatte ad altri.

La fine del nomadismo intensificò la differenziazione economica e sociale tra i Longobardi. La stratificazione sociale era riconosciuta dal sistema del guidrigildo, che calcolava l'ammontare dei risarcimenti alle persone offese seguendo un complesso sistema di valutazione della dignità individuale delle vittime. La distinzione fondamentale, comunque, restava quella tra i liberi (i Longobardi di ogni ceto sociale) e i non liberi; marginale, sostanzialmente, il ruolo dei semiliberi (gli aldii). Nell'Editto di Rotari  si equiparavano gli aldii e i servi ministeriales riguardo al danno ricevuto, mentre erano considerati superiori ai servi rustici. Nel campo matrimoniale un aldio poteva sposare una donna libera, sebbene secondo alcune determinate condizioni, mentre era proibito l'opposto, comunemente con tutte le legislazione germaniche. L'emancipazione, comunque, era possibile e anzi con il tempo divenne un fondamentale processo di incanalamento e di regolamentazione della mobilità sociale. Esponenti degli strati gerarchici inferiori potevano, con atto pubblico, essere "liberati" e considerati da quel momento in poi longobardi a tutti gli effetti, quale che fosse la loro origine etnica.

 

 

Giusto Fontanini, Delle Masnade ed altri servi secondo l’uso dei Longobardi, 1698

 

 

 

 

 

 

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