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Gli Stati Uniti dovrebbero sospendere la produzione di etanolo per scongiurare una nuova crisi alimentare dopo quella del 2007-08 a fronte del rialzo dei prezzi dei generi alimentari registrato nelle ultime settimane.

 

 

L’impennata del costo delle materie prime agricole ha causato in luglio un aumento dell’indice mondiale dei prezzi alimentari salito del sei per cento secondo le cifre diffuse dalla Fao.

La brusca impennata è causata dal rialzo dei prezzi in particolare dei cereali, sia in Europa che alla Borsa di Chicago.

L’utilizzo delle materie prime agricole è diversificato, non sono destinate solo all’alimentazione ma anche alla produzione di biocarburanti. Sotto accusa è il granoturco che sta facendo crescere anche il costo dell’olio di semi di mais.

Alla Borsa di Chicago in due mesi il prezzo del grano è cresciuto del 25,8 per cento, il mais del 19,5 e il riso del 7,7 .

La quotazione dei cereali è aumentate addirittura del 40 per cento.

Negli Stati Uniti la previsione di raccolto si è molto ridotta per il clima torrido e la prolungata siccità. E’ l’estate più calda da oltre un secolo. Altre aree del pianeta sono in emergenza per altri sconvolgimenti climatici come le inondazioni.

E quando gli imprevisti gravano sulla maggioranza dei grandi produttori si sottraggono tonnellate di derrate a disposizione della sicurezza alimentare mondiale.

 

Il biocombustibile è un combustibile ottenuto in modo indiretto dalle biomasse: grano, mais, bietola, canna da zucchero, ecc.

I biocarburanti sono accusati di ridurre la disponibilità di derrate alimentari e di aumentare la fame nel mondo. I dati sull'effettiva resa energetica e sull'eventuale riduzione delle emissioni di anidride carbonica sono contrastanti. La coltivazione delle materie prime necessarie a produrli, in generale, è accusata di essere inquinante. La produzione di biodiesel è molto dispendiosa anche dal punto di vista idrico. Per produrre un litro di biodiesel servono 4000 litri di acqua per l'irrigazione delle colture e durante il processo chimico di trasformazione. Le critiche alla produzione di biocarburanti attraverso grandi piantagioni sta arrivando da parte di tutte le più importanti organizzazioni internazionali.

Oltre il 6% dei cereali prodotti nel mondo diventa biocarburante. E’ quanto e’ emerso da una elaborazione del Barilla Center for Food and Nutrition (Bcfn),su dati Oecd/Fao 2011, che stima la produzione cerealicola attuale in 2,245 miliardi di tonnellate in crescita a 2,633 miliardi di tonnellate al 2020, quando le derrate alimentari destinate a produzione agroenergetica saranno oltre il 7%.

 


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