Poco prima dell’anno 1000 Ottone I è imperatore: la sua politica e le sue influenze

Ottone I fu imperatore dal 962. La sua politica e i suoi rapporti con la Chiesa e con il nordest della penisola italica.

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Argomenti trattati

Gli imperatori del Sacro Romano Impero: Ottone I

   Introduzione

   Ottone I di Sassonia

   Il casato di Ottone I

   Ottone I e l'Italia

   La leggenda di Adelaide di Borgogna e l’arrivo di Ottone I in Italia

   Il rinnovamento politico degli Ottoni

   Il Privilegium Othonis

   Gli ultimi anni di Ottone I

La marca di Verona e Aquileia al tempo di Ottone I

Venezia e il patriarcato di Aquileia ai tempi di Ottone I

Il patriarcato di Aquileia al tempo di Ottone I


Introduzione

Il Sacro Romano Impero ebbe una forte influenza nella regione dell’attuale Friuli Venezia Giulia in quanto il legame con i popoli germanici era molto forte.

Gli imperatori del Sacro Romano Impero si sono susseguiti da una epoca all’altra, passando da Carlo Magno fino a Francesco II d'Asburgo-Lorena. Il loro titolo esatto era, in latino, Romanorum Imperator (Imperatore dei Romani), mentre in tedesco era Römischer Kaiser (Imperatore Romano)

Gli Imperatori, prima di essere formalmente incoronati, normalmente a Roma e per mano del papa, erano conosciuti come re dei Romani.

Tra l’888 e il 962 ci fu il periodo dell’anarchia feudale. Per un certo periodo il trono d'Italia continuò a essere collegato al titolo di imperatore dei Romani; vale a dire che solo i sovrani che dominarono il Regnum Italiae furono quelli che riuscirono a farsi assegnare anche il titolo imperiale (cosa che però non riuscì a nessuno in seguito alla morte di Berengario I e fino alla discesa di Ottone I). Si ebbero anche contemporaneamente vari monarchi, il cui potere, poco più che nominale, era sempre limitato dai loro feudatari e dai vari pretendenti al trono.

Dopo un lungo periodo di crisi, nel X secolo gradualmente rinacque l’Impero. Nel 919 infatti i feudatari tedeschi elessero il duca di Sassonia Enrico come re di Germania, smisero di combattersi fra loro e concentrarono le loro energie nel tentativo di fermare le scorrerie dei popoli nomadi nei territori orientali del regno. Nel 955 Ottone I, figlio di Enrico, sconfisse gli Ungari nella battaglia di Lechfeld, liberando definitivamente l’Europa dalle loro scorrerie. Grazie al prestigio acquisito in guerra, nel 962 Ottone I fu incoronato imperatore a Roma dal papa. L’Impero era rinato, però aveva un’estensione molto diversa dal precedente: l’autorità dell’imperatore infatti si estendeva solamente al Regno di Germania e a una parte dell’Italia; per questo venne chiamato Sacro romano Impero germanico.

Ottone I di Sassonia

Il 7 aprile 924 Berengario veniva assassinato a Verona, sulla porta della chiesa di S. Pietro. Il titolo di Imperatore dei Romani rimase vacante per un po’ di anni.

Con Ottone I di Sassonia, detto Ottone il Grande, risorse il Sacro Romano Impero dopo un lungo periodo di anarchia.

Ottone  fu incoronato il 2 febbraio 962.

Negli anni precedenti Ottone si impegnò a sconfiggere gli Ungari.

Nell’estate del 955 gli Ungari stavano mettendo a ferro e fuoco la Sassonia. Interi villaggi erano stati distrutti, la popolazione uccisa in modo spietato. La nobiltà tedesca era impotente. In quel momento Ottone I di Sassonia era impegnato in campagna contro i Venedi, popolazione slava.

Ottone riunì 10000 uomini tra Franchi, Bavari, Sueri e Sassoni.

Il 9 agosto 955 ci fu lo scontro. In quel momento gli Ungari erano impegnati ad assediare la città di Augusta. Quando vennero a sapere che le truppe reali si stavano avvicinando, interruppero l’assedio e marciarono verso di loro.

Al comando dei suoi vassalli e dei suoi alleati, Ottone aveva raccolto intorno a sè un esercito forte di almeno 10.000 unità di cavalleria pesante per fronteggiare un esercito nemico di almeno 50.000 unità di cavalleria leggera. Ottone sperava che i suoi cavalieri, pesantemente corazzati e ben armati avrebbero avuto la meglio sulla cavalleria leggera avversaria. Infatti la tecnica militare dei Magiari era molto simile a quella degli Unni e dei Mongoli: prevedeva di evitare lo scontro diretto, tormentando gli avversari da lontano con lanci di frecce e approfittando di qualsiasi apertura.

Poco prima dell’impatto i magiari scagliarono un pioggia di frecce che colpì solamente le corazze e gli scudi tedeschi, e prima che potessero essere in grado di ripetere il lancio furono investiti dalla furia dei germani. Come previsto da Ottone, la forza dei suoi cavalieri ebbe la meglio sugli avversari che fuggirono rompendo lo schieramento.

Sul campo di battaglia i nobili germanici esultarono per la vittoria e sollevarono sui loro scudi Ottone proclamandolo loro Imperatore.

Alcuni anni dopo, ancora forte di questa vittoria Ottone si recò a Roma e si fece incoronare dal pontefice stesso. Nel frattempo i Magiari si ritirarono lungo le pianure della Pannonia dove si dedicarono all'agricoltura e si convertirono al Cristianesimo. L'espansione magiara in Europa poteva dirsi arrestata.

L’epoca di Ottone I di Sassonia. (azzurro) Imperatori dei romani, (blu) Re d’Italia, (giallo) papa in carica, (rosso) margravio di Verona, (arancione) patriarchi di Aquileia. Clicca sull’immagine per ingrandire

Il casato di Ottone I

 Ottone I faceva parte della dinastia salica.

Il casato deve il suo nome alle sue origini nel ducato di Franconia. Il termine salicus probabilmente trova le sue origini a Clodoveo I, re dei Franchi Sali e alla legge salica.

Ducato di Franconia intorno all’800. (F.W.Putzgers, Historical School Atlas on the old, middle and new history)

Ottone I e l’Italia

Con la morte di Berengario del Friuli, ogni sovrano di un sottoregno franco era libero di adornarsi di splendore imperiale senza provocare reazioni indesiderabili. Tuttavia, il piano di Ottone per l'incoronazione imperiale non sembra essersi solidificati in un vero e proprio piano d'azione fino all'ultimo. Finché visse la regina Edith, l'attività di Ottone si concentrò principalmente nel regno dei Franchi Orientali.

In Italia, il comando di Ugo di Provenza e  successivamente di Lotario II ( entrambi Re d’Italia) suscitò un certo risentimento tra i grandi, capeggiati da Berengario d'Ivrea. Tuttavia, nel 941, questo dovette fuggire alla corte di Ottone, il quale per la prima volta entrò in contatto diretto con i problemi politici dell'Italia. Ottone, tuttavia, evitò di prendere posizione. Non consegnò il suo ospite a Ugo, né gli diede il suo esplicito sostegno quando Berengario tornò di sua spontanea volontà al di là delle Alpi nel 945 e rapidamente mise all'angolo Ugo nel nord Italia. Quest'ultimo morì nel 948 nella sua patria provenzale, dove era fuggito, e lasciò il campo a suo figlio Lotario. Prima di un grande scontro, anche Lotario andò incontro a una morte improvvisa il 22 novembre 950, rendendo la non ancora ventenne Adelaide vedova.

Secondo la tradizione longobarda, Adelaide poteva tramandare la dignità reale attraverso il matrimonio. Per questo motivo, Berengario la fece prigioniera e e il 15 dicembre 950, solo tre settimane dopo la morte di Lotario, si dichiarò re insieme al figlio minore Adalberto come coreggente. 

NOTA. Il periodo dell’anarchia feudale. Tra l'888 e il 962, per un certo periodo il trono d'Italia continuò a essere collegato al titolo di imperatore dei Romani; vale a dire che solo i sovrani che dominarono il Regnum Italiae furono quelli che riuscirono a farsi assegnare anche il titolo imperiale (cosa che però non riuscì a nessuno in seguito alla morte di Berengario I e fino alla discesa di Ottone I). Si ebbero anche contemporaneamente vari monarchi, il cui potere, poco più che nominale, era sempre limitato dai loro feudatari e dai vari pretendenti al trono.

 

La leggenda di Adelaide di Borgogna e l’arrivo di Ottone I in Italia

Adelaide di Borgogna ,  figlia di Rodolfo II e Berta di Toscana, nasce in Svizzera nel 931. All’età di soli sei anni però Adelaide rimane orfana del padre e così, giovanissima, si fidanza con Lotario, futuro re d’Italia. Entra così alla corte di Pavia, dove continua la sua educazione alla scuola palatina della città.

Colta e bella, intelligente e ambiziosa, di animo mite ma anche coraggiosa, Adelaide è da subito una regina molto amata, grazie anche alla dedizione e all’impegno nell’aiutare poveri ed emarginati. Purtroppo però il matrimonio con Lotario durerà solo tre anni. Il sovrano, infatti, muore avvelenato vittima di una congiura, orchestrata dal marchese di Ivrea, Berengario. Questi voleva così che il figlio Adalberto sposasse la giovane regina per diventare in questo modo il nuovo re d’Italia. Adelaide però si oppone a questa nuova e forzata unione e per questo viene imprigionata in una torre del castello, sulla Rocca di Garda, da cui fuggire era pressoché impossibile.

Secondo la leggenda, grazie all'aiuto di un pescatore e un frate Adelaide riuscì a fuggire dalla prigionia, riparando a Canossa da dove lanciò un appello ad Ottone a scendere in Italia per liberare la penisola da Berengario e Adalberto che vi spadroneggiavano. Ottone fu incuriosito dalla bellezza e dal fascino di Adelaide di cui si favoleggiava e tentato dall'unificazione delle corone di Germania e d'Italia.

Sul finire del 961 Ottone varcò le Alpi, si recò prima a Canossa dove liberò Adelaide per poi sposarla a Pavia.

L'anno successivo Ottone si recò a Roma dove venne incoronato Imperatore da papa Giovanni XII. Da questo momento il Sacro Romano Impero della Nazione Germanica unirà in una corona imperiale le due corone reali, quella d'Italia e quella di Germania.

Confini dell’Impero romano-germanico nel 973. (Fonte Crosio)

Il rinnovamento politico degli Ottoni

Con Ottone I di Sassonia finisce il periodo di instabilità caratterizzato dalla debolezza nel controllo del Regnum che si prolungava con Berengario II ed il figlio Adalberto.

Berengario II era figlio di Adalberto I di Ivrea e di Gisla, figlia di Berengario I re d'Italia e imperatore. Alla morte di Lotario II nel 950, Berengario II ottenne per sé e per il figlio Adalberto a Pavia, nella basilica di San Michele, la corona d'Italia.

Le basi del potere reale di Berengario II erano molto distanti dal territorio veneto e friulano. L’unico atto che interessava la zona orientale del regno italico riguardava una famiglia di origini italiche che si stabilisce in quegli anni nella zona pedemontana, a nord est di Treviso: sono i futuri conti di Treviso che dalla fine del XIII secolo sono noti come conti di Collalto e San Salvatore.

La posizione politica di Berengario fu resa debole dal sospetto che i due avessero avvelenato il loro predecessore, quindi cercò di rafforzare la legittimità dell'investitura costringendo la vedova di Lotario a sposare Adalberto. In Germania vennero accusati di usurpazione e questo provocò l'intervento dell'allora re di Germania Ottone. 

Ottone li costrinse alla fuga e assunse il titolo di Re dei Franchi e degli Italici (951). I due marchesi trovarono successivamente un accordo con Ottone che, nel 952, confermò loro la successione.

Nel X secolo, c’era un panorama di generale frantumazione del potere centrale e di rafforzamento delle più significative isole periferiche.

Ugo e Lotario ed i successori Berengario II ed Adalberto avevano rinunciato ad una politica di diretta gestione del patrimonio pubblico su vasta scala, portando all’estremo quella tendenza di riconoscimento locale delle clientele, già presente nel contesto friulano sotto Berengario I. Ma a differenza degli atti operati dal nonno materno, che comunque rispondevano ad una logica di natura territoriale legata al consolidamento del proprio potere in Friuli ed in Veneto, con Berengario II mancavano le condizioni oggettive per dar vita ad un regno unitario e stabile, anche se di dimensioni regionali.

A questo contribuì la formazione di una aristocrazia locale sempre più forte e svincolata dalle politiche regie mantenendo soprattutto le importanti posizioni acquisite anche in caso di decadimento dei sovrani.

Ottone I «ingessa», con una serie di conferme, il patrimonio storicamente accumulato da vescovi ed abati, aprendo in parallelo un rinnovato interesse per la figura del funzionario pubblico. Ai vescovi non vengono attribuite, se non in sporadici casi, prerogative comitali che erano attribuite agli uffici pubblici.

Ottone I mirò a un obiettivo fondamentale: limitare il potere dei signori locali, sia laici sia ecclesiastici, e creare una monarchia forte.

La causa principale della debolezza dell’Impero era l’autonomia dei grandi feudatari; Ottone I capì che, per limitarla, bisognava impedire loro di lasciare i feudi in eredità ai figli, e per questo decise di assegnare i principali feudi a ecclesiastici (detti vescovi-conti) che non potevano avere eredi legittimi. In questo modo, alla morte di un vescovo-conte l’imperatore tornava in possesso del feudo e si impediva la formazione di famiglie di signori troppo potenti. Inoltre questo sistema garantiva ai territori governati una migliore amministrazione, dato che i vescovi e gli abati erano più istruiti e preparati dei nobili laici.

Ottone I riuscì a nominare numerosi vescovi-conti soprattutto nei territori tedeschi. In questo modo si assicurò il controllo dei vescovati e delle abbazie, e quindi dell’intera Chiesa germanica. A questo punto, egli cercò di sottomettere alla propria autorità anche il papa e gli ecclesiastici italiani, che erano più legati al pontefice.

Il Privilegium Othonis

l 2 febbraio 962 Ottone venne incoronato con il titolo di ‘Imperatore dei Romani’ da papa Giovanni XII nella Basilica di San Pietro a Roma: la suddetta incoronazione aprì un nuovo capitolo nella storia europea, giacché si venne a riconoscere un nuovo potere imperiale dotato di un efficace influenza politico-militare sul continente europeo.

Il 13 febbraio dello stesso anno venne promulgato per mano del neo-imperatore Ottone il ‘Privilegium Othonis’, un documento in cui l’imperatore venne a proclamarsi come garante dell’indipendenza papale oltre che naturalmente dell’elezione degli stessi papi, i quali avrebbero avuto d’ora in avanti una sorta di approvazione imperiale.

Il documento stabiliva che 1) l'elezione papale dovesse avvenire soltanto con il consenso dell'Imperatore del Sacro Romano Impero e alla presenza di suoi rappresentanti; 2) inoltre, Ottone attribuì a se stesso reali diritti di sorveglianza, anche militare, sulla città di Roma. 3) Ottone si impegnava poi a riconoscere tutte le donazioni territoriali elargite da Pipino III e Carlo Magno alla Chiesa (le erano state sottratte dai Re d'Italia), che rimasero però sotto la tutela imperiale.

Con il Privilegium Ottone, molto religioso, si ergeva a difensore della cristianità: il suo intento era quello di incitare una riforma della Chiesa, caduta nel lusso e nella corruzione, e, al contempo, legittimare il controllo imperiale sul papato.

Il Privilegium fu riconfermato attraverso il Diploma Heinricianum, stipulato il giorno di Pasqua del 1020 tra il papa Benedetto VIII (1012–1024) e l'Imperatore Enrico II (1002–1024) a Bamberga, in occasione della visita del papa alla città.

Nei decenni successivi alcuni pontefici, a partire da Leone IX, iniziarono una riforma della Chiesa e, di conseguenza, si opposero al Privilegium, che ne limitava l'autonomia. Esso fu abolito da Niccolò II nel Concilio lateranense del 1059: il papa emanò un decreto con il quale veniva stabilito che, da allora in poi, l'elezione del pontefice fosse esclusivamente una prerogativa di un collegio di cardinali, riuniti in Conclave. L'abolizione del Privilegio fu alla base del duro scontro che contrappose la Chiesa e l'impero dal 1076 al 1122: la lotta per le investiture.

Gli ultimi anni di Ottone I

Con l’incoronazione di Ottone I, le feste di corte divennero il più importante strumento di governo.

La calma in Italia era solo apparente infatti Adalberto II, figlio di Berengario, fece ritorno in Italia.

Adalberto, che era sfuggito alla cattura, rientrò in Italia nel 965, dopo la partenza di Ottone I, cercando di fomentare una ribellione, ma venne sconfitto dal duca Burcardo III di Svevia. Alla fine, nonostante la sua alleanza con Niceforo Foca, imperatore d’Oriente, si rifugerà in Borgogna, paese d’origine della moglie Gerbirga, dove morì nel 975.

Il primo ottobre del 965, papa Giovanni XIII fu eletto successore dell'ormai defunto Leone VIII con l'approvazione della corte ottoniana. Ma solo dieci settimane dopo fu catturato dai romani e imprigionato in Campania. Il suo grido di aiuto spinse Ottone a tornare nuovamente in Italia. Avrebbe trascorso lì i sei anni successivi.

Il 14 novembre 966, Ottone I riuscì a far reintegrare il papa nelle sue funzioni e i dodici capi della milizia romana che avevano catturato e maltrattato il papa furono puniti dall'imperatore e dal papa con la morte su una croce.

Successivamente Ottone spostò il suo raggio d'azione nell'area a sud di Roma. Poiché Bisanzio rivendicava la sovranità su queste aree e i suoi governanti si consideravano gli unici legittimi portatori del titolo imperiale, si intensificarono i conflitti con l'imperatore Niceforo II Foca. 

In ogni caso l'imperatore bizantino voleva impegnarsi a trovare la pace ed Ottone sperava ad un legame matrimoniale tra suo figlio e una principessa bizantina. Allo scopo   Giovanni XIII elevò Ottone II a co-imperatore.

Il matrimonio avrebbe dovuto fungere da catalizzatore per chiarire le questioni aperte ma fu solo dopo l’assassinio di Niceforo II che il nuovo imperatore Giovanni I Zimisce  rispose al corteggiamento degli ottoniani e inviò a Roma sua nipote Teofano. Nel 972, subito dopo il matrimonio, fu incoronata imperatrice dal papa il 14 aprile. Ottone II, in qualità di co-imperatore, assegnò alla moglie grandi possedimenti. Il matrimonio di Ottone II con Teofano alleviò i conflitti nell'Italia meridionale.

Nel 973, Ottone I si ammalò gravemente e, dopo attacchi di febbre, chiese l'estrema unzione e morì il 7 maggio 973, nello stesso luogo dove era già morto suo padre.

Il trasferimento del governo al figlio Ottone II avvenne senza problemi, poiché la successione era già stata stabilita dall'incoronazione di Ottone II.

 

Riferimenti

Cronistoria, Ottone I, la vittoria di Lechfeld e il rallentamento delle invasioni magiare

HistoriaRegni, Adelaide di Borgogna, l’imperatrice santa

Storie parallele, LA DINASTIA DEGLI OTTONI: LE ORIGINI DI UN NUOVO POTERE IMPERIALE

Privilegium Othonis

Walter Landi, Re nazionali senza nazione. Il Regnum Italiae e la marca di Trento fra la fine del IX e i primi anni dell’XI secolo, Bolzano, 2015, p. 66.

La marca di Verona e Aquileia al tempo di Ottone I


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