Nel 952, Ottone re di Germania separò dal Regno d’Italia le Marche di Verona e di Aquileia.
Nel 952, Ottone re di Germania separò dal Regno d’Italia le Marche di Verona e di Aquileia. Per la prima volta furono assegnate a principi oltrealpe cioè a duchi bavaresi. La leggenda di Adelaide di Borgogna
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Nasce la Marca di Verona e Aquileia
L ’invasione magiara ebbe profonde conseguenze nell’ordinamento dell’ Italia, giacché il duca della Baviera, dopo aver ripetutamente combattuto contro gli Ungari, per impedire a loro di solcare nuovamente i confini italiani occupò la Marca Veronese e quella di Aquileia.
Ci fu così uno smembramento dell’Italia, sanzionato da Ottone I appena discese la prima volta nella Penisola. L ’Istria, il Friuli e la regione di Verona, riunite in una Marca (detta veronese e aquileiese), furono poste alla dipendenza del duca della Baviera e annesse alla Germania. La decisione venne presa nella Dieta di Augusta nel 952.
Le assemblee denominate Dieta di Augusta furono le seduta della Dieta del Sacro Romano Impero avvenute nella città tedesca di Augusta (Augsburg), dal 952 al 1582.
Alla Dieta di Augusta (952) Ottone I re di Germania ridistribuisce i feudi:
- Il regno d’Italia è assegnato in feudo a Berengario II re d’Italia.
- La marca del Friuli, insieme a quella di Verona (fino all’Adda), con gli importanti passi alpini, è aggregata al ducato di Baviera.
- Il ducato di Carinzia è assegnato al fratello Enrico I (di Sassonia) duca di Baviera, che riceve anche la Carantania, elevata a ducato, e l’Istria.
Proprio l’esame della documentazione veronese conferma come le decisioni assunte in quel contesto portarono alla modifica dei precedenti assetti favorendo un controllo ancor più diretto della marca veronese da parte della grande aristocrazia imperiale.
La marca veronese e aquileiese da questo momento viene governata da una figura di altissimo livello della familia imperiale, il duca di Baviera Enrico il Leone, potenziale e temuto concorrente del fratello Ottone I. Con questa azione, Ottone I dominava i valichi delle Alpi Giulie e si assicurava l’entrata nella Penisola.
Questo importante passaggio portò ad un indebolimento della figura del conte-marchese del Friuli e limitò allo stesso tempo il disegno di natura regionale che i patriarchi di Aquileia stavano perseguendo.
L’influenza imperiale giunge fino ai margini dell’area lagunare e dei territori di Adria e Rovigo con la nomina di rappresentanti filoimperiali fra il clero di vescovadi minori come quello di Altino e di Cittanova.
La Baviera nel 976, con le marche d'Austria, Carinzia e Verona. (fonte Maximilian Dörrbecker)
Il rapporto tra il potere centrale e l’alto clero veneto e friulano continua a rimanere saldo soprattutto in forza della provenienza prevalentemente tedesca dei vescovi posti al comando delle diocesi venete e friulane. Questo ruolo di fedeltà favorì ulteriormente i piani di riorganizzazione imperiale sul Friuli resi manifesti oltre vent’anni dopo la dieta di Augusta con l’annessione della regione alla Carinzia (976)
Con il passare del tempo, l ’impero ampliò la potenza temporale dei Patriarchi d ’Aquileia, rendendo sempre più tenue la dipendenza del Friuli dalla signoria transalpina. Anche il conte d’Istria fece rapidamente autonomo il suo governo.
La leggenda di Adelaide di Borgogna e l’arrivo di Ottone I in Italia
Adelaide di Borgogna , figlia di Rodolfo II e Berta di Toscana, nasce in Svizzera nel 931. All’età di soli sei anni però Adelaide rimane orfana del padre e così, giovanissima, si fidanza con Lotario, futuro re d’Italia. Entra così alla corte di Pavia, dove continua la sua educazione alla scuola palatina della città.
Colta e bella, intelligente e ambiziosa, di animo mite ma anche coraggiosa, Adelaide è da subito una regina molto amata, grazie anche alla dedizione e all’impegno nell’aiutare poveri ed emarginati. Purtroppo però il matrimonio con Lotario durerà solo tre anni. Il sovrano, infatti, muore avvelenato vittima di una congiura, orchestrata dal marchese di Ivrea, Berengario. Questi voleva così che il figlio Adalberto sposasse la giovane regina per diventare in questo modo il nuovo re d’Italia. Adelaide però si oppone a questa nuova e forzata unione e per questo viene imprigionata in una torre del castello, sulla Rocca di Garda, da cui fuggire era pressoché impossibile.
Secondo la leggenda, grazie all'aiuto di un pescatore e un frate Adelaide riusci a fuggire dalla prigionia, riparando a Canossa da dove lanciò un appello ad Ottone a scendere in Italia per liberare la penisola da Berengario e Adalberto che vi spadroneggiavano. Ottone fu incuriosito dalla bellezza e dal fascino di Adelaide di cui si favoleggiava e tentato dall'unificazione delle corone di Germania e d'Italia.
Sul finire del 951 Ottone varcò le Alpi, si recò prima a Canossa dove liberò Adelaide per poi sposarla a Pavia.
L'anno successivo Ottone si recò a Roma dove venne incoronato Imperatore da papa Giovanni XII. Da questo momento il Sacro Romano Impero della Nazione Germanica unirà in una corona imperiale le due corone reali, quella d'Italia e quella di Germania.
Confini dell’Impero romano-germanico nel 973
Il rinnovamento politico degli Ottoni
Con Ottone I di Sassonia finisce il periodo di instabilità caratterizzato dalla debolezza nel controllo del Regnum che si prolungava con Berengario II ed il figlio Adalberto.
Berengario II era figlio di Adalberto I di Ivrea e di Gisla, figlia di Berengario I re d'Italia e imperatore. Alla morte di Lotario II nel 950, Berengario II ottenne per sé e per il figlio Adalberto a Pavia, nella basilica di San Michele, la corona d'Italia.
Le basi del potere reale di Berengario II erano molto distanti dal territorio veneto e friulano. L’unico atto che interessava la zona orientale del regno italico riguardava una famiglia di origini italiche che si stabilisce in quegli anni nella zona pedemontana, a nord est di Treviso: sono i futuri conti di Treviso che dalla fine del XIII secolo sono noti come conti di Collalto e San Salvatore.
La posizione politica di Berengario fu resa debole dal sospetto che i due avessero avvelenato il loro predecessore, quindi cercò di rafforzare la legittimità dell'investitura costringendo la vedova di Lotario a sposare Adalberto. In Germania vennero accusati di usurpazione e questo provocò l'intervento dell'allora re di Germania Ottone.
Ottone li costrinse alla fuga e assunse il titolo di Re dei Franchi e degli Italici (951). I due marchesi trovarono successivamente un accordo con Ottone che, nel 952, confermò loro la successione.
Nel X secolo, c’era un panorama di generale frantumazione del potere centrale e di rafforzamento delle più significative isole periferiche.
Ugo e Lotario ed i successori Berengario II ed Adalberto rinunciarono ad una politica di diretta gestione del patrimonio pubblico su vasta scala, portando all’estremo quella tendenza di riconoscimento locale delle clientele, già presente nel contesto friulano sotto Berengario I. Ma a differenza degli atti operati dal nonno materno, che comunque rispondevano ad una logica di natura territoriale legata al consolidamento del proprio potere in Friuli ed in Veneto, con Berengario II mancavano le condizioni oggettive per dar vita ad un regno unitario e stabile, anche se di dimensioni regionali.
A questo contribuì la formazione di una aristocrazia locale sempre più forte esvincolati dalle politiche regie mantenendo soprattutto le importanti posizioni acquisite anche in caso di decadimento dei sovrani.
Ottone I «ingessa», con una serie di conferme, il patrimonio storicamente accumulato da vescovi ed abati, aprendo in parallelo un rinnovato interesse per la figura del funzionario pubblico. Ai vescovi non vengono attribuite, se non in sporadici casi, prerogative comitali che erano attribuite agli uffici pubblici.
In questo periodo nascono nuovi gruppi familiari protagonisti dell’amministrazione del territorio.
Nota. La marca di Verona fu istituita nell'888 dal re d'Italia Berengario I, che decise di porre la sua capitale a Verona, relegando a un ruolo subalterno la marca del Friuli, che in precedenza era stata il principale centro di potere dell'Italia nordorientale. Il territorio della marca si estendeva tra il fiume Adda, il fiume Po e i confini orientali del regno, ricalcando i confini dell'Austria longobarda. Al suo interno comprendeva circoscrizioni minori come la marca del Friuli, la marca di Trento e la marca d'Istria.
Francesco di Manzano. Annali del Friuli. Volume 1. 1858
Luigi Zanin, L'EVOLUZIONE DEI POTERI DI TIPO PUBBLICO NELLA MARCA FRIULANA DAL PERIODO CAROLINGIO ALLA NASCITA DELLA SIGNORIA PATRIARCALE, tesi di Dottorato di ricerca in Storia sociale europea dal medioevo all'età contemporanea, Università Ca’ Foscari di Venezia
Attilio Tamaro, Storia di Trieste, volume 1, 1924
HistoriaRegni, Adelaide di Borgogna, l’imperatrice santa
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