L’Europa tra il X e il XII secolo. In sintesi i Regni e la politica
L’Europa tra il X e il XII secolo. Ducati e regni in sintesi. La politica locale. L’importanza della Chiesa
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Il periodo post-carolingio
Ludovico il Pio, figlio di Carlo, riuscì a tener unita l’eredità paterna in quanto i suoi fratelli morirono prima del padre.
Quando morì Ludovico nell’840, i tre figli sopravvissuti, Lotario, Ludovico, detto il Germanico, e Carlo, detto il Calvo, si disputarono l’eredità.
Nell’842 Ludovico e Carlo stipularono il Giuramento di Strasburgo, con il quale si giurarono reciproca fedeltà.
Il conflitto si concluse con la stipula del trattato di Verdun (843). Con esso si stabilì una divisione che attribuiva a Lotario il titolo imperiale e il possesso dell’Italia, della Provenza e della cosiddetta Lotaringia (un’ampia fascia di terra compresa tra le Alpi e il Mare del Nord); a Carlo va il territorio a ovest di questa zona; a Ludovico il territorio ad est.
L'ex impero carolingio dopo il trattato di Verdun. Clicca sull'immagine per ingrandire
Nella seconda metà del IX seguirono ulteriori ripartizioni che riguardarono soprattutto la Lotarigia.
Alla Lotarigia rimane solo la parte settentrionale che nei secoli successivi entrerà nella sfera di influenza dei franchi orientali.
Con il trattato di Prüm dell'855, il 19 settembre dell'855, l'imperatore Lotario I, gravemente ammalato, suddivise l'impero rimastogli dopo il trattato di Verdun tra i suoi tre figli, Ludovico, Carlo e Lotario.
L'Europa dopo il trattato di Prüm. I firmatari furono Ludovico II il Giovane, Lotario II di Lotaringia, Carlo di Provenza.
Provenza e Borgogna si organizzarono in domini autonomi. A sud, sorse un’entità che si cominciò a chiamare Regno d’Italia.
Al trattato di Verdun si fa risalire la distinzione tra Francia e Germania.
Il Regno di Francia e il Ducato di Normandia
Nel X secolo il Regno di Francia aveva un modesto potere, concentrato soprattutto tra le città di Parigi e Orléans. Oltre a questa area dominavano le casate aristocratiche. Agli inizi del X secolo, in seguito alle incursioni dei Normanno, nasceva il Ducato di Normandia.
Il regno di Germania
Nello spazio franco-orientale, ossia in Germania, erano presenti cinque ducati: Sassonia, Baviera, Svevia, Lotaringia e Franconia.
Il Regno dei Franchi Orientali nell'anno 962. I cinque ducati: Sassonia, Baviera, Svevia, Lotaringia e Franconia. Clicca sull’immagine per ingrandire
La coesistenza dei vari ducati era regolamentata dal fatto che la carica regia era elettiva e per eleggere il nuovo re era necessario un qualche accordo fra i duchi. Poteva capitare per i re meritevoli la possibilità della successione ma il cambio di dinastia era sempre possibile.
L’ambizione degli Ottoni
I successori di Enrico I di Sassonia, noto anche come Enrico l'Uccellatore (in tedesco Heinrich der Vogler) vollero rilanciare il progetto imperiale carolingio.
Ottone I, figlio di Enrico I , divenne re di Germania nel 936. Nel 951 approfittando dei conflitti interni all’aristocrazia italica, conquistò la corona d’Italia.
Ottone era molto interessato a intervenire in Italia. Essendo egli stesso vedovo dal 946, ebbe l'opportunità di sposare Adelaide (moglie di Lotario e rimasta vedova nel 950) ed estendere così il suo governo all'Italia. Ottone I fu incoronato re degli Italici nel 951 e nel 962 divenne re d’Italia.
Ottone I cercò di cacciare Bisanzio dall’Italia meridionale ma non ci riuscì. Riuscì a combinare il matrimonio di suo figlio Ottone II con una nipote dell’imperatore d’Oriente, Teofano.
Ottone II, salito al trono, fece guerra contro i saraceni ma venne sconfitto. Morì poco dopo. Succede Ottone III suo figlio.
L’Europa intorno all’anno 1000. Clicca sull’immagine per ingrandire
Solo dal tempo di Ottone I (962) l’impero assunse la struttura geografica che lo avrebbe caratterizzato in seguito. Dopo l’elezione, infatti, il candidato riceveva separatamente le corone di re di Germania e di re d’Italia (o dei Romani) – e dal 1032 anche quella di re di Borgogna – per essere poi incoronato imperatore a Roma dal papa.
La sua supremazia militare ne faceva il difensore naturale della cristianità e della chiesa che, fino alla riforma gregoriana (1075), ne accettò la preponderanza anche nella designazione dei più alti uffici ecclesiastici.
Con la dispersione del potere militare fra i diversi nuclei signorili, nel rapporto fra le due forze prevalse infine il papato che, pur riconoscendo le funzioni eminenti dell’impero, si sovrappose e si sostituì a esso.
Il Sacro romano impero germanico nei secoli X-XI. Clicca sull’immagine per ingrandire
Con gli Ottoni ci fu la dottrina renovatio imperii in chiave cristiana. Infatti Ottone III trasferì la sua corte a Roma e sostenne l’elezione a papa di Gerberto d’Aurillac, vescovo e suo precettore. Gerberto d’Aurillac prese il nome di Silvestro II.
Silvestro II, insieme a Ottone III, cercò di restaurare l'ordine politico e religioso nell'Europa del Saeculum obscurum, idealizzando una renovatio imperii.
Il trasferimento della corte a Roma non fu gradita dall’aristocrazia tedesca e nemmeno da quella italiana.
La presenza semistabile della massima autorità politica occidentale in una città come Roma, abituata da più di un secolo e mezzo a governarsi in modo del tutto indipendente, cominciò a risultare scomoda per l'aristocrazia romana. Quest'ultima e il popolino non si rivoltarono alla prima assenza dell'imperatore, avvenuta nella prima metà del 1000. I rapporti si deteriorarono tra l'agosto del 1000, quando Ottone rientrò a Roma risparmiando, d'accordo con Silvestro II, la città di Tivoli, nemica acerrima di Roma, e gli inizi del 1001.
A seguito di una rivolta a Roma, Ottone III lasciò la città e morì poco dopo senza figli (1002)
Silvestro, ormai solo e senza più alcun sostegno temporale, ritornò a Roma poco dopo la morte di Ottone, dovendo sottomettersi alla potente famiglia dei Crescenzi,
La fine della dinastia degli Ottoni
Con la morte di Ottone III si aprirono conflitti sia in Germania, per la scelta del successore, sia in Italia, per una parte dell’aristocrazia voleva rompere la subordinazione al regno tedesco.
“Alla morte di Ottone III segui una grande sollevazione in Italia: assalgono la scorta del feretro che i soldati portavano in Germania; ed i primati, radunati in fretta a Pavia, eleggono re un italiano, Arduino marchese d’Ivrea, che teneva signoria su tutti i comitati ch’ erano sulla riva sinistra del Po, da Vercelli a Saluzzo. Dall’altra parte gli Alemanni eleggono a re Arrigo di Sassonia, il quale pretende alla corona d’Italia, per la infeudazione di essa fatta da’ Berengarii a’ re di Alemagna.” (Giuseppe la Farina)
I conflitti si conclusero con la discesa in Italia del nuovo re di Germania Enrico, duca di Baviera e cugino di Ottone III che nel 1004 riconquistò la corona italica. Nel 1014 prese la corona imperiale con il nome di Enrico II.
I rapporti con la Chiesa di Roma
Ottone I aveva potenziato l’autorità politica dei vescovi. La carica di vescovo era elettiva e ciò lasciava all’imperatore un margine d’intervento.
L’autorità del vescovo partiva dalle città dove erano ubicati le cattedrale e il palazzo episcopale, I diplomi imperiali lo rafforzavano, arricchendolo di terre e diritti.
Nel loro territorio, i vescovi dovevano rispondere solo all’imperatore. All’aumento del potere corrispose un aumento della autorevolezza culturale e religiosa, necessaria per governare la società urbana.
In qualche modo Ottone I sottrasse il papato all’aristocrazia locale. Ottone I confermò ai potenfici poteri e territori dell’Italia centrale in cambio della fedeltà all’imperatore (Privilegium Othonis).
La frammentazione del potere e i signori territoriali.
In questo periodo ci fu la moltiplicazione dei poteri signorili ed in parallelo l’indebolimento dei poteri del re.
Carlo Magno aveva previsto la divisione del territorio in comitati e, nel caso di territori di confine, in marche. Questi territori venivano affidati a dei funzionari pubblici (conti e marchesi).
Inoltre si prevedeva un vincolo tra un signore e un vassallo. Alla fine dell’VIII secolo il rapporto di vassallaggio era diventato cruciale per garantire le risorse militari. Conti e marchesi erano vassalli del sovrano.
Il vassallo faceva un giuramento di fedeltà nei confronti del proprio signore e si impegnava, al bisogno, aiuto armato e consiglio. In cambio il signore gli condeva un vantaggio economico, beneficio o feudo, con l’atto dell’investitura.
Con il passare del tempo, ci fu una concentrazione dei poteri a livello locale . I discendenti di Carlo Magno concessero molto ai loro sostenitori aumentando l’autonomia di quest’ultimi. I feudi, via via, presero le caratteristiche di proprietà personali, trasmissibili e divisili come un bene di famiglia.
L’insicurezza dilagava ed era necessario aumentare la sicurezza delle popolazioni. Il signore doveva essere in grado di proteggere la propria comunità. In questa epoca proliferarono i castelli, dove le popolazioni potevano trovare rifugio. In cambio il proprietario del castello chiedeva contributi economici e prestazioni lavorative innescando una forma di dominazione sui villaggi circostanti.
Le crociate e i movimenti religiosi
Iniziarono in questo periodo le crociate, una sorta di pellegrinaggio armato diretto ad aiutare i "fratelli d'Oriente" in cambio del ritorno della Chiesa d'Oriente nel seno della Santa Romana Chiesa, ma anche una valvola di sfogo alla cristianità della giovane Europa gonfia di violente energie che rivolgeva contro se stessa.
Il Pieno Medioevo fu un periodo di grandi movimenti religiosi. La nascita di nuovi ordini monastici (Certosini e Cistercensi) e di ordini religiosi cavallereschi nell'XI secolo avevano già manifestato l'esigenza di ritornare alla povertà della Chiesa primitiva.
Si diffusero fra il XII e il XIII secolo movimenti pauperistici fondati sull'ideale della vita apostolica e sulla volontà dei laici di predicare il Vangelo. Gruppi religiosi come i Valdesi e gli Umiliati furono condannati come eretici dal papato. I Catari (o albigesi) nel sud della Francia fecero presa su gran parte della popolazione, e contro di essi fu avviata una vera e propria crociata nel 1209. Nel novembre del 1215 Papa Innocenzo III convocò il Concilio Lateranense IV, in cui venne definitivamente dichiarata la superiorità della Chiesa rispetto a qualunque altro potere secolare, quale unica depositaria della Grazia e esclusiva mediatrice tra Dio e gli uomini. Se da un lato si istituiva il tribunale dell'Inquisizione contro le eresie nel 1231, dall'altro si incoraggiava la predicazione popolare legittimando gli Ordini mendicanti (Francescani e Domenicani), che avevano giurato voti di povertà e si guadagnavano da vivere mendicando.
Il rinnovamento artistico
Il progresso nella società si accompagnò anche a un rinnovamento artistico e a un rinnovato slancio architettonico verso edifici di grandi dimensioni, soprattutto edifici religiosi: era infatti dall'epoca romana che in Europa occidentale non si costruivano opere monumentali su larga scala e diffusamente. Tra XI e XII secolo si diffuse lo stile "romanico", caratterizzato da una ritrovata monumentalità e da una maggiore complessità negli edifici. L'edificio simbolo di questa epoca fu la cattedrale, che iniziò a simboleggiare la ricchezza e il prestigio dell'intera comunità cittadina, con gare tra città vicine per avere l'edificio più grande, bello e maestoso. Già dalla metà del XII secolo si diffuse in Francia un nuovo stile, detto poi gotico , che gradualmente conquistò tutta l'Europa. L'architettura gotica fu rivoluzionaria per il modo innovativo di concepire la struttura degli edifici: il peso non veniva più sorretto dalle pesanti pareti, ma da una serie di elementi (colonne, archi, volte, contrafforti, pinnacoli, ecc.) che permettevano di svuotare le pareti riempiendole di grandi e luminose vetrate, e di raggiungere altezze in verticale inimmaginabili.
Zanichelli, storia digitale
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