Ottone III fu re dei Franchi Orientali dal 983 alla morte e re degli Italici ed Imperatore Romano dal 996 alla morte

Ottone III succede a suo padre nel 973. Il conflitto con Enrico II il Litigioso. La nascita del Ducato di Carinzia.

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Argomenti trattati

Imperatori del Sacro Romano Impero: Ottone III

   Introduzione

   I primi anni di Ottone III

   Il viaggio in Italia e l’incoronazione

   Il secondo Italienzug

   Ottone III e la politica in Italia

   Ottone e il suo rapporto con la Chiesa

   La morte di Ottone III e la sua successione



 

Introduzione

Il Sacro Romano Impero ebbe una forte influenza nella regione dell’attuale Friuli Venezia Giulia in quanto il legame con i popoli germanici era molto forte.

Gli imperatori del Sacro Romano Impero si sono susseguiti da una epoca all’altra, passando da Carlo Magno fino a Francesco II d'Asburgo-Lorena. Il loro titolo esatto era, in latino, Romanorum Imperator (Imperatore dei Romani), mentre in tedesco era Römischer Kaiser (Imperatore Romano)

Gli Imperatori, prima di essere formalmente incoronati, normalmente a Roma e per mano del papa, erano conosciuti come re dei Romani.

Tra l’888 e il 962 ci fu il periodo dell’anarchia feudale.

Dopo un lungo periodo di crisi, nel X secolo gradualmente rinacque l’Impero. Nel 919 infatti i feudatari tedeschi elessero il duca di Sassonia Enrico come re di Germania, smisero di combattersi fra loro e concentrarono le loro energie nel tentativo di fermare le scorrerie dei popoli nomadi nei territori orientali del regno. Nel 955 Ottone I, figlio di Enrico, sconfisse gli Ungari nella battaglia di Lechfeld, liberando definitivamente l’Europa dalle loro scorrerie. Grazie al prestigio acquisito in guerra, nel 962 Ottone I fu incoronato imperatore a Roma dal papa. L’Impero era rinato, però aveva un’estensione molto diversa dal precedente: l’autorità dell’imperatore infatti si estendeva solamente al Regno di Germania e a una parte dell’Italia; per questo venne chiamato Sacro romano Impero germanico.

La politica di Ottone I era di limitare il potere dei signori locali, sia laici sia ecclesiastici, e creare una monarchia forte.

Quando Ottone il Grande morì il 7 maggio 973, il disegno per una sicura successione era stata preparata da tempo.

Durante il suo regno, Ottone II operò una graduale riorganizzazione nel sud dell'impero. Rafforzò il potere imperiale e assicurò la successione di suo figlio omonimo. Il tentativo di includere tutta l'Italia nel dominio imperiale portò a conflitti con Saraceni e Bizantini nell'Italia meridionale.

Ottone II morì improvvisamente all'età di ventotto anni in Italia. La morte di Ottone II provocò rivolte contro la stirpe ottoniana sia in Italia che nell'est dell'impero.

La madre di Ottone III, Teofano, funse da reggente dell'impero dal 985 fino alla sua morte.

Nel 21 maggio 996 Ottone III venne incoronato imperatore e morì nel 1002.

L’epoca di Ottone I di Sassonia. (azzurro) Imperatori dei romani, (blu) Re d’Italia, (giallo) papa in carica, (rosso) margravio di Verona, (arancione) patriarchi di Aquileia. Clicca sull’immagine per ingrandire

I primi anni di Ottone III

Alla morte del padre, Ottone III aveva tre anni.

La morte di Ottone II provocò rivolte contro la stirpe ottoniana sia in Italia che nell'est dell'impero. Ottone era troppo piccolo per succedere al trono e si innescarono delle lotte per la successione.

 Enrico il Litigioso era il parente maschio più prossimo al sovrano e l’arcivescovo di Colonia gli consegnò, secondo il diritto di parentela (ius propinquitatis), il giovanissimo re neo-incoronato in quanto la  madre di Ottone, Teofano, sua nonna Adelaide e sua zia Matilde erano in Italia.

Enrico cercò di usurpare il trono ma nel 985 lo restituì e fu la madre Teofano a fare le veci di reggente ed Enrico Il Litigioso si sottomise alla volontà reale.

Anche se le cose erano rimaste tranquille sul confine orientale durante i mesi della disputa del trono con Enrico il Litigioso, la rivolta slava del 983 provocò enormi battute d'arresto per la politica missionaria ottoniana. Pertanto, gli eserciti sassoni condussero campagne contro gli slavi dell'Elba nel 985, 986 e 987. 

 La campagna slava del 986 fu accompagnata da Ottone, all'epoca di sei anni, che prese così parte per la prima volta ad un atto di guerra

Teofano morì alla presenza di suo figlio il 15 giugno 991, Ottone aveva 11 anni.

Per gli ultimi anni della minoranza di Ottone, sua nonna Adelaide assunse la reggenza del regno.

Il passaggio al governo indipendente non avvenne in un atto dimostrativo o in una data specifica, ma piuttosto attraverso la perdita graduale della reggenza delle donne imperiali.

Nel settembre 995, il vescovo Giovanni Filagato e il vescovo Bernoardo di Würzburg furono inviati a Bisanzio per tentare di trovare una consorte per Ottone III; Bernoardo morì il 20 settembre 995 sull'isola Eubea, prima che la legazione potesse raggiungere Costantinopoli. Le trattative con Bisanzio continuarono con una seconda ambasciata condotta dall'arcivescovo di Milano Arnolfo II e si concluse con successo poco prima della morte di Ottone, e si riuscì ad ottenere la mano della principessa Zoe: ella si recò in Italia e sbarcò a Bari accompagnata da Arnolfo, ma Ottone era ormai già morto da qualche tempo e dovette tornare a Bisanzio.

Il viaggio in Italia e l’incoronazione

Non fu solo la desiderata incoronazione imperiale che spinse il re Ottone III a fare un viaggio in Italia, ma anche un grido di aiuto di papa Giovanni XV, che aveva dovuto lasciare Roma a causa del conflitto con il partito capitanato dal prefetto della città romana Crescenzio il Giovane. 

A marzo del 996 Ottone partì per l’Italia. A Verona divenne il padrino di un figlio del doge veneziano Pietro II Orseolo, Ottone Orseolo, che sarebbe poi diventato anche doge dal 1009 al 1026, continuando così la tradizionale buona relazione degli ottoniani con i dogi.

A Pavia, dove venne incoronato re degli Italici il 12 aprile, una legazione romana si incontrò con Ottone per negoziare la successione a papa Giovanni XV, che nel frattempo era morto. Mentre era ancora a Ravenna, nominò il suo parente e cappellano di corte Bruno di Carinzia successore alla cattedra pontificia come Gregorio V divenendo il primo "tedesco" ad essere elevato al papato.

Con questa decisione, Ottone III superò la capacità di azione di suo nonno Ottone I, in quanto non si accontentò più di approvare un'elezione papale, ma la indirizzò deliberatamente nella direzione del proprio candidato. A causa di questa decisione personale, però, il papa non poteva avere alcun appoggio a Roma ed era pertanto ancora più dipendente dall'aiuto dell'imperatore. 

Il 21 maggio 996, Ottone III fu incoronato da Gregorio V.

Il secondo Italienzug

Già alla fine del settembre 996, solo pochi mesi dopo il suo perdono, il prefetto di Roma Crescenzio espulse papa Gregorio V da Roma e nominò un antipapa nella persona dell'arcivescovo di Piacenza ed ex confidente di Teofano, Giovanni Filagato. 

 La dimensione del suo esercito è sconosciuta, ma era accompagnato da una moltitudine di grandi secolari ed ecclesiastici.

Quando Ottone apparve a Roma nel febbraio 998, i romani raggiunsero un accordo amichevole con lui e gli permisero di marciare pacificamente su Roma. Nel frattempo, il prefetto della città Crescenzio si trincerò a Castel Sant'Angelo. L'antipapa Giovanni Filagato fuggì da Roma e si nascose in una torre fortificata dove fu catturato e il suo naso e la sua lingua furono mutilati ed infine fu deposto in un sinodo.

Dopo un intenso assedio, l'esercito imperiale guidato riuscì a catturare Crescenzio e lo decapitò.

Nota. L'Italienzug è un termine tedesco indicante la marcia del re dei romani per recarsi a Roma, dove sarebbe stato incoronato imperatore romano.

Ottone III e la politica in Italia

Ottone III sostenne una intensa attività politica in Italia, infatti sui circa quattrocento diplomi emanati dalla cancelleria fra il 984 e il 1002 un buon quarto era di ambito italiano.

La fervente dedizione di Ottone III al “regnum Italiae” scaturiva dall’urgenza di dominare la porzione più prospera e densamente popolata di istituzioni ecclesiastiche dell’impero, cruciale per un disegno politico dalle aspirazioni meridionali e orientali. Senza dimenticare Roma, cuore dell’incoronazione imperiale e fulcro ecclesiastico del cristianesimo. Una quarantina sono i diplomi concessi a monasteri, una trentina quelli per episcopati.

A differenza dei loro predecessori, i re d’Italia, Ottone I e Ottone II limitarono notevolmente le concessioni ai laici. All’interno del contesto ecclesiastico e religioso, si affidarono a sedi di prestigio, come alcune importanti chiese cattedrali e sedi metropolitane, tra cui Milano, Aquileia, Ravenna e Roma. I laici destinatari delle concessioni di Ottone III si configurano in un segmento molto elevato dell'aristocrazia italica.

Tra i diplomi elargiti da Ottone III in favore di una alta aristocrazia laica, c’è quello destinato nel 1001 al conte Werihen della casata Eppenstein  e che ebbe per oggetto la metà di Salcano e di Gorizia. Questo diploma era collegato al più noto diploma che era stato emanato nell'aprile in favore di Giovanni patriarca di Aquileia che gli aveva destinato l'altra metà di quei luoghi. Si esprimeva così un tentativo di raccordare un vertice ecclesiastico ed un  vertice laico

Non bisogna dimenticare che nel periodo di Ottone III nacquero delle élites sia urbane che rurali. Questi gruppi si manifestarono soprattutto in forme di violenti conflitti interni e di antagonismo alle autorità imperiali.

Non in tutte le aree d'Italia si costituirono le élites attorno a castelli, le ascese di servi, le articolazioni feudali, le formazioni di comunità castrensi, le strutturazioni di collettività politiche cittadine. In regioni come quella nord-orientale ci fu quasi la totale assenza

Nota. Le comunità castrensi erano insediamenti fortificati che si svilupparono in Europa durante il Medioevo, in particolare tra l'Alto Medioevo e il Basso Medioevo. Erano spesso costruiti attorno a un castello o a un'altra fortificazione militare, e fungevano da centri di difesa e di controllo del territorio per i signori feudali. Le comunità castrensi svolgevano un ruolo importante nella società medievale. Erano centri di produzione economica, di scambio commerciale e di vita sociale. Inoltre, fornivano protezione e sicurezza in un periodo di frequenti guerre e invasioni.

Ottone e il suo rapporto con la Chiesa

Durante il suo soggiorno in Italia, che durò diversi anni, l'imperatore e il papa tentarono di riformare la chiesa. I beni ecclesiastici alienati dovevano essere restituiti al controllo delle istituzioni ecclesiastiche. All'inizio del 999 Ottone trovò il tempo per un altro pellegrinaggio penitenziale a Benevento sul Monte Gargano, che gli sarebbe stato imposto dall'eremita Romualdo come espiazione per i suoi atti contro Crescenzio e Giovanni Filagato. Durante il tragitto, Ottone apprese che Gregorio V era morto a Roma dopo una breve malattia a soli 27 anni d'età circa. Dopo il suo ritorno, elevò ancora una volta un non romano al papato, il suo confidente Gerberto di Aurillac, che assunse il nome di Silvestro II. 

Nonostante la lunga assenza di Ottone, non ci furono grandi controversie nel regno dei Franchi Orientali oltralpe e la sua permanenza nella parte settentrionale dell'impero durò solo pochi mesi. 

Da Aquisgrana, Ottone si trasferì nuovamente a Roma nell'estate dell'anno 1000. L'imperatore rimase in Italia per tutta la seconda metà dell'anno senza alcuna attività di governo di rilievo. Solo all'inizio del 1001 gli abitanti di Tivoli si ribellarono al dominio imperiale. 

Successivamente Ottone III e papa Silvestro II si allontanarono da Roma e si spostarono a nord verso Ravenna.

Ottone rafforzò in questo periodo le relazioni amichevoli con il doge di Venezia Pietro II Orseolo.

La morte di Ottone III e la sua successione

Verso la fine dell'anno 1001, si mosse verso Roma con i contingenti di alcuni vescovi imperiali ma, improvvisamente, l’imperatore sviluppò una grave febbre e morì nel castello di Paterno, non lontano da Roma, il 23 o il 24 gennaio 1002, all'età di soli 21 anni. 

Poco tempo, dopo la sua promessa sposa Zoe, principessa bizantina nata nella porpora, sbarcò a Bari, per scoprire della morte di Ottone, ed ella dovette tornare indietro

La morte dell'imperatore fu inizialmente tenuta segreta fino a quando i comandanti dell'esercito non furono designati ed informati. Allora l'esercito si ritirò dall'Italia, costantemente minacciato dai nemici, per compiere la volontà di Ottone e seppellirlo ad Aquisgrana. Quando il corteo funebre si trasferì da Paterno via Lucca e Verona alla Baviera nel febbraio 1002, il duca di Baviera e figlio di Enrico il Litigioso, della linea bavarese dei Liudolfingi, ricevette il corteo funebre a Polling e sollecitò i vescovi e nobili di eleggerlo re.

Al funerale di Ottone nella Pasqua del 1002 ad Aquisgrana, i grandi ribadirono il loro rifiuto, in quanto a loro avviso Enrico fosse inadatto alla regalità. In Italia, invece, già il 15 febbraio 1002 i grandi italici riunitosi a Pavia elessero a re d'Italia Arduino d'Ivrea, un avversario di Ottone III, contro cui Enrico II, una volta al potere e dopo aver surclassato gli altri pretendenti al trono, poté prevalere solo in lunghe trattative e faide negli anni successivi.

 

Francesco di Manzano. Annali del Friuli. Volume 1. 1858

Treccani, Ottone III imperatore e re di Germania

Böhmer-Uhlirz, Regesta Imperii II, 3: Die Regesten des Kaiserreiches unter Otto III., Nr. 1272a, pp. 685 sgg.

Da Ottone III a Massimiliano I. Gorizia e i conti di Gorizia nel medioevo, 2004



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