Al duca del Friuli Rodgaudo si deve l’estrema resistenza longobarda contro i Franchi di Carlo Magno

 

Al duca del Friuli Rodgaudo si deve l’estrema resistenza longobarda contro i Franchi di Carlo Magno. La sua fine in battaglia nel 776 segnò il definitivo declino del regno longobardo.

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Rodgaudo è stato un duca longobardo, ultimo duca del Friuli dal 774 al 776.

La caduta del regno Longobardo.

Secondo alcuni storici, la caduta così repentina del regnum Langobardorum costituisce ancora oggi un problema irrisolto dalla storiografia. Non è possibile giustificare la rapida vittoria di Carlo Magno ragionando solamente sulla superiorità militare dei Franchi rispetto alle forze di Desiderio. Una delle spiegazioni possibili è data dalla profonda frattura tra l’ultimo re longobardo Desiderio e l’aristocrazia friulana, causata dall’ascesa al trono di Desiderio che di fatto privò d’un tratto i membri dell’aristocrazia del Friuli della possibilità di rafforzare le loro posizioni all’interno delle strutture di governo.

Si ipotizza quindi un sostegno significativo nei confronti dei Franchi da parte della aristocrazia friulana contro Desiderio. Un sostegno che avrebbe accelerato notevolmente la caduta del regno in quanto Desiderio non faceva parte del blocco dell’aristocrazia friulana, dal quale provenivano i suoi predecessori Ratchis e Astolfo.

La forza del potere friulano si tradusse nella successiva rivolta contro la dominazione carolingia.

Il principato di Benevento. Con la caduta di Desiderio non scomparve interamente in Italia la dominazione longobarda: Benevento riuscì a rimanere indipendente , il cui duca Arichi per meglio marcare la propria indipendenza, prese d'ora innanzi il titolo di principe. Carlo tentò più volte di assoggettarselo , e nel 786 imprese una spedizione contro lui ma ottenne solo l’obbligo del pagamento annuo di un tributo.

Il duca Rodgaudo si oppone Carlo Magno

In seguito alla caduta di Verona, nel 773-774, e soprattutto di Pavia (774), il regno longobardo passò sotto la corona di Carlo Magno. Il re longobardo Desiderio fu mandato assieme alla moglie Ansa in Francia, e imprigionati in un monastero.

Con Carlo Magno terminò, anche se sopravisse il nome, il regno dei Longobardi. Carlo venne nominato re dei Longobardi.

Molto probabilmente Rodgaudo era già duca sotto il regno di Desiderio, anche se alcune fonti franche (gli Einhardi annales) riportano che a installarlo sul trono di Cividale sarebbe stato Carlo Magno, all'indomani della sua conquista della Langobardia Maior (774)

In ogni caso, Rodgaudo, successore di Pietro,  fu confermato da Carlo Magno.

I duchi longobardi rimasti, anche se confermati della carica di duchi, odiavano il nuovo governo in quanto non avevano più il dominio assoluto della propria regione.

I duchi longobardi decisero di riunirsi clandestinamente.  

I partecipanti alle riunioni segrete erano: Ildebrando duca di Spoleto, Arigiso duca di Benevento, Rodgaudo duca del Friuli e Reginaldo duca di Chiusi. I longobardi iniziarono a tramare una congiura con Adelchi, figlio di Desiderio, che in quel momento si trovava a Costantinopoli. Il piano consisteva nel far arrivare nei pressi di Roma una flotta bizantina, assalire la città e fare in modo di ripristinare il Regno Longobardo.

Il papa scoprì il piano ed avvertì Carlo Magno.

In seguito a queste preoccupanti notizie il re franco, sconfitti i Sassoni, scese per la seconda volta in Italia (a. 776), muovendo contro il ducato friulano, dopo aver pattuito con i duchi di Spoleto e di Benevento.

Carlo Magno mandò in Friuli parte dell’esercito che si trovava in Baviera. Al comando dell’esercito francese c’era Roldano, figlio di Milone Conte di Braut (vedi nota 1). Passate le Alpi raggiunse molto velocemente il Friuli.

Quando Roldano raggiunse il Friuli, Rodgaudo non era ancora pronto alla battaglia in quanto attendeva l’arrivo degli Slavi che aveva da poco assoldato per rinforzare il proprio esercito. Rodgaudo si asseragliò tra le mura di Cividale e dopo un consiglio di guerra decise che avrebbe affrontato l’esercito francese in campo aperto.

Un antico testo narra che le truppe di Rodgaudo si schieraro nella pianura prossima a Cividale e attesero le truppe francesi. Seguì una battaglia cruenta che durò molte ore. Ad un certo punto, Roldano ordinò di non toccare Rodgaudo in quanto dovevano lasciarlo a lui. Roldano ando all’assalto del duca. I combattenti di entrambe le fazioni si fermarono ad ammirare l’estremo valore dei due capitani. Nella lotta, la spada di Rodgaudo si ruppe lasciandolo disarmato. Roldano approfittò del vantaggio e fece cadere da cavallo il suo avversario.  

Rodgaudo fece capire ai suoi uomini che era giunto il momento di deporre le armi e arrendersi.

Nel frattempo  arrivò Re Carlo per dichiarare la pace e prendere il comando della provincia. Carlo Magno liberò i sudditi dalle oppressioni sottolineando le colpe del duca Rodgaudo che pagò con la testa (vedi Nota 2).

Successivamente il patriarca Sigualdo scrisse a Carlo sottolineando la tragica e disperata situazione che attraversava in quel momento il Friuli.

Con Carlo Magno, Al Regnum Langobardorum succedeva il Regnum Italiae

Nel 774, in seguito alla conquista del Regno longobardo, Carlo Magno assunse il titolo di Gratia Dei rex Francorum et Langobardorum atque patricius Romanorum ("Per grazia di Dio re dei Franchi e dei Longobardi e patrizio Romano"), realizzando un'unione personale dei due regni. Carlo scelse di mantenere le Leges Langobardorum anche se in seguito alla rivolta del 776, capeggiata dal duca del Friuli Rodgaudo, sostituì con i conti, dei funzionari pubblici, i duchi longobardi e ridistribuì i patrimoni di questi ultimi tra gli aristocratici franchi. Così anche il Ducato del Friuli venne riorganizzato su base comitale e nel 781 venne inquadrato assieme agli altri territori ex-longobardi nel Regnum Italicorum, affidato a Pipino sotto la tutela del padre Carlo.

Nell'846 il feudo fu trasformato in marca.

 

Nota 1. Alcuni testi antichi ipotizzano che Roldano fosse lo stesso personaggio conosciuto nella letteratura con il nome di Orlando.

Nota 2. Per la contraddittorietà delle fonti, inoltre, non è possibile determinare con certezza se Rodgaudo cadde ucciso in battaglia, o se piuttosto fu decapitato come traditore: le fonti più antiche propendono per la prima versione (la più attendibile, sulla scorta delle fonti private), quelle successive per la seconda. Molti ribelli perirono in battaglia, alcuni furono condotti come ostaggi in Francia, altri fuggirono presso gli Avari o in Baviera, altri continuarono a risiedere localmente, privati dei propri beni. Non si conosce la data esatta della morte di Rodgaudo, da collocare comunque non oltre la fine della primavera del 776.

 

Francesco di Manzano. Annali del Friuli. Volume 1. 1858

RODGAUDO, duca del Friuli, Treccani 

Francesco Palladio degli Olivi, Historia del Friuli, 1660

Mario Brozzi, I duchi longobardi del Friuli, Memorie storiche forogiuliesi, 1972, vol 52, 11-32

Andrea Galletti, Visti da fuori. La rappresentazione dei Longobardi nelle narrazioni del regno dei Franchi, Tesi di laurea in Storia dell’Europa medievale, Università di Bologna, Anno accademico 2015/2016

 


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