Il castrum allo sbocco verso la pianura e alla convergenza di due importanti strade
Il castrum fu a lungo presidio d’importanza capitale in quanto sorvegliava lo sbocco verso la pianura e si trovava alla convergenza di due importanti strade che conducevano al Norico: la via Iulia Augusta e la via Claudia Augusta
Il castello di Gemona sorge appena al di sopra dell’antico nucleo storico, sulla cima di un colle impervio strapiombante verso la vallata e separato dal monte Gemina da una sella nella quale si espande l’abitato medievale.
Il castrum fu a lungo presidio d’importanza capitale in quanto sorvegliava lo sbocco verso la pianura e si trovava alla convergenza di due importanti strade che conducevano al Norico: la via Iulia Augusta e la via Claudia Augusta
All’epoca delle prime invasioni celtiche del Friuli c’era già un castelliere a custodia dell’antico sentiero diretto verso Artegna. Riutilizzato dai Carni nel II secolo a. C., fu in seguito trasformato dai Romani in castrum con torre di avvistamento e segnalazione per, poi, essere probabilmente restaurato ripetutamente dopo le invasioni barbariche dei Quadi e Marcomanni (166-167), dei Visigoti di Alarico (409) e degli Unni di Attila (452).
Incisione del 1771 che raffigura il castello di Gemona
Nel 611, in seguito alla prima invasione avarica (610), venne fortificato dagli arimanni del duca longobardo Gisulfo.
Verso l’inizio del Mille fu radicalmente ricostruito dai Signori di Gemona per poi essere modificato ed ampliato, per l’ultima volta, all’inizio del Trecento. Pare che quest’ultima ricostruzione fosse formata da un grande palazzo difeso da tre torri e da una poderosa cinta muraria.
Con l’avvento del domino veneto (1420) il castello cadde in abbandono e fu ripetutamente adoperato come cava di pietra: nel Quattrocento e nel 1522, rispettivamente per la ricostruzione e la sopraelevazione di un piano dell’antico ospitale di S. Michele; nel 1503, per la costruzione dell’attuale palazzo Comunale; nel 1825, per il rifacimento della struttura muraria della facciata principale del Duomo.
Il maniero servì inizialmente come residenza dei Signori di Gemona e, poi, come abituale dimora del capitano patriarcale con annessi gli alloggi per le guardie, l’armeria per le milizie e i magazzini per le vettovaglie in caso d’assedio, nonché il tribunale e le carceri. Esso fu anche scelto come residenza temporanea del patriarca aquileiese.
Il castello subì sicuramente una grave distruzione durante il terremoto del 1511, ma alcune sue strutture difensive rimasero ancora efficienti, poiché nel 1571, in seguito al timore di invasione turca, fu trovato ad avere optimos muros, et ideo facile posse muniri, et ab hostibus defendi.
La leggenda del Castello di Gemona
C’era una volta un uomo che andava intorno con un carrettino sgangherato. Una notte d’estate giunse a Gemona. Non aveva il becco di un quattrino, e non sapendo dove andare a dormire, si distese sulle panchine che stanno sotto il Palazzo Comunale. Quando fu mezzanotte sentì una voce che lo chiamava. Egli si svegliò spaventato e chiese: “Chi è?”
“Costantino,” rispose una voce sommessa, “se tu hai coraggio, io posso darti la fortuna; domani sera, a quest’ora, fatti trovare qui. Io tornerò”.
Costantino, il giorno dopo, pensava impaurito che cosa avrebbe dovuto fare. Alla fine decise di tornare a dormire sotto il palazzo.
A mezzanotte precisa, l’anima ritornò.
“Costantino!” disse, “Armati di coraggio, e vieni con me sulla torre del castello. Tu non mi vedrai, ma io ti sarò sempre vicino. Appena entrato nella torre , lancia un sasso e subito dopo vedrai comparire una bestiaccia a cavallo di una gran cassa contenente un tesoro. Essa terrà una chiave in bocca. Tu non spaventarti, ma afferra la chiave e fa ogni sforzo per levargliela di bocca. Se non ci riuscirai la prima volta, tenta la seconda ed anche una terza. Ricordati, però, che devi far questo prima che suoni il tocco.”
Costantino, tremando, salì la riva del castello ed appena entrato nella torre gettò un sasso. Immediatamente, tra tuoni e lampi, comparve la bestiaccia. Costantino le andò incontro per toglierle la chiave, ma prese a tremare per la grande paura, e la prima volta potè appena toccarla.
Provò la seconda e non riuscì a strappargliela. Provò anche la terza, ma, proprio quando stava compiendo il maggior sforzo, sentì battere l’una, e bestiaccia e cassa scomparirono tra le fiamme.
Costantino, sconvolto, uscì dalla torre, e a metà discesa ritrovò l’anima, che gli disse: “Costantino, io avevo sperato proprio che tu mi avresti liberata. Ora, purtroppo, deve ancora nascere l’albero, con cui sarà fatta la culla di colui che mi libererà”.
Sotto il Castello di Gemona dovrebbe essere sepolto un tesoro. Ci si può, dunque, spiegare perchè, come dicono, compare ogni tanto qua e là qualche buca scavata di fresco. Qualcuno, certamente, tenta nottetempo di scoprirlo.
(V. Ostermann)
Localizzazione del castrum di Glemona. Clicca sull’immagine per ingrandire
Carta archeologica online del Friuli Venezia Giulia
La pappa dolce, Leggenda del Castello di Gemona – Friuli Venezia Giulia
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