Fin da tempi antichissimi si sono spontaneamente sviluppati itinerari che permettevano di attraversare le aree montane seguendo percorsi più agevoli.
Fin da tempi antichissimi, lungo le principali valli alpine si sono spontaneamente sviluppati itinerari che permettevano di attraversare le aree montane seguendo percorsi più agevoli con pendenze e asperità minori.
Nella parte occidentale della Slovenia, fortemente caratterizzata dall’ambiente montano delle Alpi Giulie, le evidenze archeologiche testimoniano lo sviluppo di culture materiali di notevole rilevanza che confermano l’importanza, dal punto di vista degli scambi culturali e commerciali, degli itinerari lungo le vallate dei fiumi che solcavano questi rilievi, tutt’ora coperti da fitte foreste. Tali percorsi permettevano, infatti, più agevoli collegamenti tra i siti alpini e d’Oltralpe con l’ambito adriatico.
Sulla strada che da Aquileia portava a Iulia Emona, si è ipotizzato che circa all’altezza di Kalce (mansio in Alpe Iulia), anche nell’antichità come ora, si staccasse una via di collegamento verso la valle del fiume Idria, principale affluente dell’Isonzo, al quale si unisce presso Most na Soči. Proprio in questa località, sorta in posizione strategica alla confluenza tra i due fiumi, sono emerse cospicue evidenze archeologiche. Da qui si accedeva al medio e all’alto Isonzo dove, appena sopra Caporetto, si attesta la presenza dell’abitato d’altura di Tonovcov Grad, frequentato fin dal Paleolitico, ma particolarmente sfruttato nel V-VI sec. d.C.
Da Caporetto era possibile raggiungere la valle del Natisone, quindi Forum Iulii, oppure proseguire in direzione di Bovec e, risalendo il fiume Koritnica, valicare il passo del Predil, per congiungersi alla strada che da Aquileia conduceva a Virunum, presso l’attuale Klagenfurt in Austria.
Per Antiche vie, Progetto PArSJAd/Parco Archeologico dell’Alto Adriatico
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