Le città del futuro, resilienti e sostenibili, sono più attrezzate per affrontare le sfide del futuro.

Le città resilienti sono come fortezze in grado di resistere alle tempeste del cambiamento climatico e di altri eventi estremi. Non solo minimizzano i danni e la vulnerabilità del tessuto urbano e sociale, ma prosperano di fronte alle avversità.

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Argomenti trattati

Le città tra resilienza e sviluppo sostenibile

   In sintesi

   Introduzione

   Gli effetti della crisi climatica sulle città

   Le città sono i centri vitali delle nostre società

   Che cosa si intende per resilienza?

   Integrazione di infrastrutture verdi 

   Trasporto pubblico sostenibile e capillare

   Edifici efficienti dal punto di vista energetico

   Produzione alimentare locale



In sintesi

Le città resilienti sono come fortezze in grado di resistere alle tempeste del cambiamento climatico e di altri eventi estremi. Non solo minimizzano i danni e la vulnerabilità del tessuto urbano e sociale, ma prosperano di fronte alle avversità.

Adattarsi è la chiave per affrontare gli effetti già in atto. Progettare e realizzare infrastrutture resilienti. Strade, edifici e sistemi di gestione dell'acqua devono essere progettati per resistere a inondazioni, siccità, uragani e altri eventi estremi.

Le città resilienti e sostenibili sono fari di speranza per il futuro. Dotate di infrastrutture resilienti, sistemi di energia rinnovabile e una cultura di consapevolezza ambientale, queste città sono pronte ad affrontare le sfide del XXI secolo.

Investire in queste città è un investimento per il futuro. Promuovere la resilienza urbana significa creare comunità più forti, più coese e più preparate a prosperare in un mondo in continua evoluzione. È un investimento nella sicurezza, nella salute e nel benessere delle generazioni presenti e future.

Introduzione

Nel 2018, il Dipartimento degli affari sociali ed economici delle Nazioni Unite ha riferito che il 55% della popolazione mondiale vive in aree urbane e stima che la cifra raggiungerà il 68% entro il 2050. Questo incessante spostamento dalle zone rurali a quelle urbane aggiungerà 2,5 miliardi di persone nelle città, in cerca di una vita migliore, di nuove opportunità e di emozioni.

Di conseguenza, le città dovranno affrontare sfide enormi: alloggi insufficienti, dignitosi ed economici, crescenti esigenze di gestione dei rifiuti, crescente domanda di accesso all’acqua pulita e all’occupazione e peggioramento della congestione del traffico.

La tecnologia può aiutare, poiché i decisori politici cercano di soddisfare le esigenze di popolazioni diverse che rappresentano diverse etnie, culture, religioni ed età, tentando allo stesso tempo di affrontare la disuguaglianza.

Affrontare la diversità significa anche non lasciare indietro le persone di età pari o superiore a 60 anni, poiché si prevede che questa fascia demografica raddoppierà entro il 2050 a livello globale.

Le città devono affrontare la disuguaglianza tra coloro che sono coinvolti nella globalizzazione e coloro che sono rimasti indietro.

La pandemia di COVID-19 ha dimostrato che le città con un senso di solidarietà sociale relativamente sano hanno avuto più successo nel seguire direttive importanti come il distanziamento sociale e l’auto-quarantena, necessarie per rallentare la diffusione del virus.

Gli effetti della crisi climatica sulle città

La crisi climatica sta avendo un impatto sempre più significativo sulle città di tutto il mondo. Gli eventi meteorologici estremi, come inondazioni, ondate di calore e siccità, stanno diventando sempre più frequenti e intensi, e stanno mettendo a dura prova le infrastrutture e le economie urbane.

Gli effetti degli eventi meteorologici estremi sulle città includono perdite di vite umane, danni alle infrastrutture e danni economici.

I costi economici degli eventi meteorologici estremi sulle città sono enormi. Negli ultimi 20 anni, i disastri naturali hanno colpito 4,4 miliardi di persone, causando la perdita di 1,3 milioni di vite e danni economici per 2 trilioni di dollari. L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che la spesa sanitaria legata agli eventi meteorologici estremi sia compresa tra 0,3 e 0,9 trilioni di dollari l'anno.

La transizione verso città sostenibili e resilienti è necessaria per ridurre l'impatto della crisi climatica. Queste città dovrebbero essere progettate e costruite per resistere agli eventi meteorologici estremi e per ridurre il loro impatto ambientale.

Le città sono i centri vitali delle nostre società

Le città sono i centri vitali delle nostre società, ospitando oltre l'80% della popolazione mondiale e generando oltre l'80% del PIL globale. In quanto tali, le città sono esposte a una serie di sfide, tra cui cambiamenti climatici, disastri naturali, instabilità economica e sociale.

La resilienza urbana è la capacità di una città di far fronte a queste sfide e di riprendersi da esse. Una città resiliente è in grado di assorbire gli shock, adattarsi ai cambiamenti e continuare a funzionare e prosperare.

Lo sviluppo sostenibile, invece, è lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri. Un'economia sostenibile è efficiente nell'uso delle risorse, protegge l'ambiente e promuove la giustizia sociale.

Resilienza e sviluppo sostenibile sono due concetti strettamente interconnessi. Una città resiliente è più probabile che sia anche sostenibile, e viceversa.

Che cosa si intende per resilienza?

La resilienza è la capacità di un sistema di affrontare e superare le sfide, sia naturali che umane. È la capacità di adattarsi ai cambiamenti e di mantenere la propria funzione e il proprio benessere anche in situazioni difficili.

Il concetto di resilienza può essere applicato a diversi sistemi, tra cui individui, comunità, organizzazioni e sistemi ecologici.

Le città resilienti sono quelle in grado di adattarsi e rispondere ai cambiamenti climatici e ad altri eventi estremi, minimizzando i danni e la vulnerabilità del tessuto urbano e sociale. L'adattamento è fondamentale per affrontare gli effetti già in atto, come l'aumento del livello del mare o l'innalzamento delle temperature. Si tratta di progettare e realizzare infrastrutture resilienti, come ad esempio argini costieri o sistemi di drenaggio urbano più efficienti, che possano resistere all'impatto di eventi climatici eccezionali.

La mitigazione del rischio climatico, invece, si concentra sulla riduzione delle cause del cambiamento climatico, principalmente attraverso la decarbonizzazione dell'economia e la promozione di modelli di sviluppo sostenibile. In questo contesto, le città possono giocare un ruolo chiave investendo in energie rinnovabili, favorendo la mobilità verde e l'efficienza energetica degli edifici.

Le città resilienti non solo sono in grado di assorbire l'urto di eventi estremi, ma possono anche trarre vantaggio da queste sfide per trasformarsi in modo positivo. La resilienza urbana richiede una visione olistica che integri la pianificazione urbana, la gestione delle risorse ambientali, la coesione sociale e la partecipazione attiva dei cittadini.

Integrazione di infrastrutture verdi 

Negli ultimi decenni si presta sempre maggiore attenzione alla urbanistica verde e alla bioedilizia. I cittadini, le imprese ed enti pubblici sono sempre più sensibili alle tematiche ambientali e alla necessità di trasformare le città in ecosistemi più sostenibili.

Le infrastrutture verdi, come parchi, foreste urbane e tetti verdi, possono aiutare a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e migliorare la qualità della vita.

In Italia, molte città hanno iniziato a dare spazio all'integrazione di infrastrutture verdi. Ad esempio Milano ha un piano per piantare 3 milioni di alberi entro il 2030. La città sta anche investendo in progetti di tetti verdi e parchi urbani. Il Bosco Verticale (900 alberi, 5.000 arbusti e 11.000 piante floreali perenni distribuite sulle facciate di due grattacieli) e la Biblioteca degli alberi (90.000 piante, orti, spazi sportivi e percorsi pedonali) hanno rappresentato il modello per molte realizzazioni successive in Italia e nel mondo.

Torino ha un piano per creare una rete di 100 chilometri di parchi fluviali. La città sta anche investendo in progetti di foreste urbane e giardini pensili.

Roma sta investendo in progetti di riqualificazione urbana che includono l'integrazione di infrastrutture verdi. La città ha recentemente inaugurato un nuovo parco urbano, il Parco di Centocelle.
Napoli sta piantando 100.000 alberi entro il 2025. La città sta anche investendo in progetti di tetti verdi e parchi urbani.

A Trieste, nel progetto di riqualificazione del Porto Vecchio, prevede la creazione di un nuovo parco urbano, il Parco del Porto Vecchio, che sarà dotato di una serie di infrastrutture verdi, tra cui alberi, arbusti, prati e giardini. Il progetto Orto Franco prevede il recupero di una zona inquinata, dopo bonifica, con una piattaforma per l’innovazione nella filiera agricola, un parco dell’energia con la produzione di energia pulita con la riconversione delle vecchie cisterne a batterie di energia pulita, una zona degli orti urbani e piste ciclabili e pedonali.

Trasporto pubblico sostenibile e capillare

Il trasporto sostenibile, come la mobilità attiva e il trasporto pubblico, può ridurre l'inquinamento atmosferico e acustico e migliorare la salute pubblica.

Per mobilità attiva si intende la scelta di spostarsi a piedi, in bicicletta o con altri mezzi non motorizzati, in alternativa all'automobile privata. In Italia, la mobilità attiva è ancora poco diffusa. Secondo i dati dell'Agenzia Europea dell'Ambiente, solo il 27% degli spostamenti urbani in Italia viene effettuato a piedi o in bicicletta.
Il trasporto pubblico sostenibile e capillare è un elemento fondamentale per la creazione di città resilienti e sostenibili. Un sistema di trasporto pubblico efficiente e accessibile può aiutare a ridurre l'inquinamento atmosferico e acustico, a migliorare la salute pubblica e a ridurre la congestione del traffico.

Un sistema di trasporto pubblico sostenibile è quello che utilizza mezzi di trasporto a basso impatto ambientale, come autobus elettrici o a idrogeno, treni e tram.

Per favorire l’uso del trasporto pubblico, esso deve essere anche capillare ossia offrire un'ampia copertura del territorio, raggiungendo tutti i quartieri della città. Questo rende il trasporto pubblico più accessibile e conveniente per i cittadini, incoraggiandoli a utilizzarlo invece dell'automobile privata.

Ci sono diversi modi concreti per incentivare il cittadino ad utilizzare i mezzi pubblici. Ad esempio rendendo il  trasporto pubblico più conveniente e accessibile: questo può essere fatto attraverso l'introduzione di tariffe ridotte o gratuite, l'estensione dell'orario di servizio o la realizzazione di nuove fermate. Migliorare la qualità del servizio: questo significa garantire un servizio puntuale, efficiente e confortevole.

Nel 2022, il governo tedesco ha lanciato un'iniziativa per favorire l'uso dei mezzi pubblici. L'iniziativa, denominata "9 für 90", prevedeva l'introduzione di un biglietto mensile a soli 9 euro per l'utilizzo di tutti i mezzi di trasporto pubblico locali, inclusi autobus, U-Bahn, S-Bahn, tram e treni locali e regionali. Il biglietto era valido per i mesi di giugno, luglio ed agosto. L'iniziativa ha avuto un enorme successo, con oltre 30 milioni di biglietti venduti. Secondo un sondaggio condotto da YouGov, il 73% dei cittadini tedeschi ha dichiarato di aver utilizzato i mezzi pubblici più del solito durante il periodo dell'iniziativa.

L'obiettivo dell'iniziativa era quello di ridurre l'uso dell'automobile privata, contribuendo a migliorare la qualità dell'aria e a ridurre le emissioni di gas serra. L'iniziativa ha anche contribuito a promuovere la mobilità sostenibile e a rendere le città tedesche più vivibili.

L'iniziativa tedesca è un esempio di come le politiche pubbliche possono essere utilizzate per promuovere la mobilità sostenibile. L'iniziativa ha dimostrato che è possibile incentivare i cittadini ad utilizzare i mezzi pubblici, anche attraverso misure relativamente semplici e convenienti.

Edifici efficienti dal punto di vista energetico

Un edificio efficiente dal punto di vista energetico è un edificio che consuma meno energia rispetto a un edificio tradizionale. Questo significa che gli edifici efficienti utilizzano meno energia per il riscaldamento, il raffreddamento, l'illuminazione e altri servizi.

L’efficientamento degli edifici  viene fatto attraverso:

  • l’isolamento termico in quanto un buon isolamento aiuta a mantenere la temperatura interna costante, riducendo il consumo di energia per il riscaldamento e il raffreddamento
  • impianti di riscaldamento e raffreddamento efficienti in quanto utilizzano meno energia per fornire un comfort termico adeguato
  • illuminazione efficiente
  • utilizzo di fonti rinnovabili, come l'energia solare o l'energia eolica, può contribuire a ridurre il consumo di energia da fonti fossili

I centri storici in Italia rappresentano una parte significativa del patrimonio edilizio del Paese. Secondo i dati dell'ISTAT, in Italia ci sono circa 10.000 centri storici che ospitano circa il 25% della popolazione totale.

Gli edifici storici possono essere particolarmente inefficienti dal punto di vista energetico in quanto sono spesso costruiti con materiali e tecniche che non rispettano i moderni standard di efficienza energetica. La riqualificazione  di questi edifici è molto complessa e costosa, che deve tenere conto delle caratteristiche architettoniche e storiche degli edifici

 

Produzione alimentare locale

La produzione alimentare locale è la produzione di cibo all'interno di un'area geografica relativamente piccola, come una città, una regione o un paese.

La produzione alimentare locale favorisce la riduzione dell’impatto ambientale in quanto il cibo viene trasportato su brevi distanze.

Inoltre il cibo locale è spesso più fresco rispetto a quello importato ed è un sostegno all’economia locale.

L'orticoltura urbana è la pratica di coltivare ortaggi e frutta all'interno di una città.

In Italia, la produzione alimentare locale è un settore in crescita. Secondo i dati dell'ISPRA, nel 2022 la produzione alimentare locale ha rappresentato il 12% del totale della produzione alimentare italiana.

Un progetto che vuole recuperare un sito inquinato nella periferia di Trieste è stato ideato dall’Autorità portuale che prevede un parco dell'innovazione con l'area di zona franca, una vera e propria piattaforma per l'innovazione nella filiera agricola; un parco dell'energia con la produzione di energia pulita on-site attraverso la riconversione delle vecchie cisterne esistenti a batterie di energia pulita; infine una zona degli orti urbani con aree produttive ed orti utilizzabili da associazioni e privati.



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