Verso una città sostenibile attraverso la comunità

L'aumento delle sfide urbane, come il cambiamento climatico, l'ineguaglianza e la crescente urbanizzazione, ha portato a un crescente interesse per il placemaking guidato dalla comunità. Le città stanno cercando modi per coinvolgere i residenti nella creazione di spazi pubblici che siano in grado di affrontare queste sfide.

#sostenibilità, #società



Argomenti trattati

Lo sviluppo della città attraverso la comunità

   Il placemaking, una nuova disciplina

   Il placemaking interviene su diversi aspetti

   Il placemaking guidato dalla comunità

  Alcuni esempi di placemaking guidato dalla comunità

   Le co-cities



Il placemaking, una nuova disciplina

Il placemaking è una disciplina che si occupa di progettare, pianificare e gestire gli spazi pubblici in modo che siano attraenti, vivibili e inclusivi.

Questa disciplina si basa su una serie di principi chiave.

Il placemaking è un processo inclusivo che coinvolge tutti gli attori, compresi i residenti, i commercianti, i professionisti e le autorità locali. Gli spazi pubblici dovrebbero essere progettati in modo da essere attraenti, funzionali e inclusivi di tutti gli utenti e dovrebbero essere utilizzati in modo attivo e sostenibile, in modo da promuovere la connessione sociale, la salute e il benessere.

In pratica è un approccio multiforme alla pianificazione , progettazione e gestione degli spazi pubblici. Sfruttare le risorse, l'ispirazione e il potenziale di una comunità locale, con l'intento di creare spazi pubblici che migliorino la vitalità urbana e promuovano la salute, la felicità e il benessere delle persone

Questo nuovo approccio porta a dei benefici in quanto gli spazi pubblici diventano più vivibili e attrattivi per le persone creando una comunità più attiva e connessa. Gli spazi pubblici più vivibili incoraggiano le persone a svolgere attività fisica e a socializzare, con conseguente miglioramento della salute fisica e mentale. Gli spazi pubblici più vivibili, in quanto più frequentati dai residenti, possono ridurre il senso di insicurezza e la criminalità.

Un luogo con degli spazi più vivibili fanno aumentare il valore degli immobili circostanti.

Il placemaking interviene su diversi aspetti

Il placemaking è una pratica importante per creare comunità più sane, vive e sostenibili. Può essere applicato a vari tipi di spazi pubblici, tra cui parchi, piazze, strade, marciapiedi e aree verdi.

Si possono avere progetti di riqualificazione di spazi abbandonati per creare spazi pubblici, pedonalizzare una via, creare nuove piazze urbane, creare evento e attività per promuovere l’uso degli spazi pubblici.

Il placemaking è un processo continuo che richiede la partecipazione attiva di tutti. Con un impegno continuo, è possibile creare luoghi che siano davvero vivibili e inclusivi, per il beneficio di tutti.

Il placemaking guidato dalla comunità

Il placemaking guidato dalla comunità è una pratica che coinvolge i residenti e le altre parti interessate nella progettazione, pianificazione e gestione degli spazi pubblici. Questo approccio si basa sull'idea che le persone che vivono in un quartiere o in una comunità sono le più adatte a definire cosa rende quei luoghi vivibili e inclusivi. Sicuramente è modo per rendere il cittadino più partecipe e ritrovare quel senso civico che in molte città si è deteriorato

L'aumento delle sfide urbane, come il cambiamento climatico, l'ineguaglianza e la crescente urbanizzazione, ha portato a un crescente interesse per il placemaking guidato dalla comunità. Alcune città stanno cercando modi per coinvolgere i residenti nella creazione di spazi pubblici che siano in grado di affrontare queste sfide.

I partenariati informali e i processi decisionali decentralizzati sono due caratteristiche chiave del placemaking guidato dalla comunità. I partenariati informali possono essere creati tra residenti, imprese, organizzazioni non profit e governi locali. Questi partenariati possono aiutare a garantire che le voci di tutte le parti interessate siano rappresentate nel processo decisionale.

I cittadini possono fare molto per contribuire al placemaking guidato dalla comunità. Oltre ad essere informati, farsi coinvolgere nella progettazione e pianificazione attraverso, ad esempio, l’istituzioni di organizzazioni locali.

Alcuni esempi di placemaking guidato dalla comunità

I processi decisionali decentralizzati consentono ai residenti di avere un maggiore controllo sulla progettazione, la pianificazione e la gestione degli spazi pubblici. Questo può aiutare a creare spazi pubblici che siano più rispondenti alle esigenze e ai desideri delle comunità locali. Allo stesso tempo si aiuta la comunità ad essere più matura e partecipativa.

Lo spostamento globale verso una serie di partenariati sta rimodellando la governance urbana da zero. I governi locali stanno riconoscendo che le comunità locali hanno un ruolo importante da svolgere nella creazione di spazi pubblici vivibili e inclusivi.

A New York City, i residenti hanno contribuito a riqualificare un parco abbandonato per creare uno spazio pubblico più sicuro e accessibile.

A Toronto, i residenti hanno collaborato con il governo locale per creare una nuova piazza urbana con panchine, fontane e spazi verdi.

A Rio de Janeiro, i residenti hanno contribuito a pedonalizzare una strada per creare un'area pedonale più vivibile e attraente.

A Bologna, ad esempio, le comunità hanno avuto più voce in capitolo nel decidere come utilizzare i famosi portici, le piazze, i parchi e i quartieri residenziali a prezzi accessibili della città. Il municipio ha creato partenariati con organizzazioni non governative, settore privato, istituzioni accademiche e agenzie per prendere decisioni collettive. 

Dieci anni dopo, l'approccio centrato sulle persone di Bologna sembra essere sempre forte. La città ha sviluppato un nuovo regolamento per governare i beni comuni urbani e ha stretto 500 patti di collaborazione (con Università, l'agenzia per l'edilizia pubblica, le banche locali, i portici, le piazze, i mercati contadini, i centri commerciali e molti altri) .

Le co-cities

Foster, autore del libro “Co-Cities: Innovative Transitions Toward Just and Self-Sustaining Communities”, afferma che in un contesto di co-città incentrato sulle persone, la governance della città va oltre la costruzione fisica della città e si estende a vari quartieri per coinvolgere i residenti con progetti civici che possono promuovere lo sviluppo economico, l’equità e la resilienza. 

Costruire partenariati intersettoriali per i beni pubblici che mettano gli abitanti di una città al centro della progettazione e della gestione urbana offre un cambiamento di paradigma rispetto allo sviluppo incentrato sul business, ma aumenta anche complessità e sfide. 

Tuttavia, la semplice identificazione delle risorse cittadine e del loro valore può ostacolare fin dall'inizio la creazione di luoghi e lo sviluppo di “co-città”.  Prima di iniziare a lavorare in una città, il primo passo è fare il punto sulle risorse della città e sui modelli di business necessari per la gestione delle infrastrutture. È importante ricordare che le città sono sistemi complessi che vanno oltre la somma delle loro parti. Le città sono luoghi di interazione tra persone, idee, tecnologie e risorse.

Fare un inventario delle risorse cittadine significa includere le risorse fisiche, come edifici, strade e infrastrutture, nonché risorse immateriali, come la cultura, l'istruzione e le persone.

Le città possono utilizzare le risorse fisiche per creare spazi pubblici più vivibili e inclusivi. Ad esempio, le città possono riqualificare spazi abbandonati o creare nuovi spazi verdi. Possono utilizzare le risorse immateriali per promuovere la partecipazione e la cooperazione tra i cittadini. Ad esempio, le città possono organizzare eventi e attività che riuniscono le persone. Utilizzare i modelli di business innovativi per rendere le infrastrutture più sostenibili ed efficienti. Ad esempio, le città possono utilizzare l'energia solare o l'energia eolica per alimentare le loro infrastrutture.

 

 

 

Lisa Palmer, New inroads on community-centric placemaking, Nature Cities volume 1, pages2–4 (2024)



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