Dal secolo di ferro al dominio dei Patriarchi di Aquileia

Il Friuli all’inizio del millennio

Dal secolo di ferro al dominio dei Patriarchi di Aquileia. Il nuovo ducato di Carinzia

 #patriarcato, #medioevo

 

Nel secolo X l’Italia si trovava in una condizione precaria.

Il X secolo è conosciuto principalmente, nella storiografia, come il "secolo di ferro". Fu un'epoca drammatica e turbolenta per l'intera Europa: l'impero carolingio entrò in crisi, incapace di garantire i propri possedimenti da invasioni straniere e faide interne; la Chiesa di Roma
attraversò una delle fasi più nere della sua millenaria storia, vittima delle ambizioni politiche dell'aristocrazia romana; l'autorità si andò spezzettando in mille potentati, fragili e continuamente in lotta fra loro.

Dopo un’epoca di continue lotte, dopo le terribili incursioni degli Ungari, tra paure e vendette la gente cercava un riparo sicuro.  In questo periodo ci fu un fiorire di castelli, mura e torri.

All’interno di queste città fortificate, il governo feudale era basato sullo spirito di guerra e sull’oppressione. Esisteva il soldato e gli altri erano servi e schiavi. Il popolo era oppresso. Il clero era corrotto ed era diffusa la superstizione e la depravazione.

In questa epoca ci fu un graduale cambiamento nel pensiero umano.

L'espressione rinascita dell'anno mille designa una fase storica del Basso Medioevo caratterizzata da una rinnovata religiosità, ma soprattutto da uno sviluppo economico che comportò cambiamenti evidenti nella vita sociale.

Il Friuli con il suo Patriarcato di Aquileia iniziò a rendersi indipendente. Tra la lotte tra i signori contro il potere regio, grazie alle immunità ecclesiastiche, il Patriarcato aumentò il suo potere.

Come in molte parti d’Italia, il feudalesimo divise i territori in tante signorie. In Friuli, la maggior parte dei territori erano in mano dei patriarchi di aquileia a tal punto che la loro potenza prevaleva.

Il Patriarcato era intento a difendere i confini e si opponeva alle invasioni, all’interno lottava contro lo spirito d’indipendenza dei suoi feudatari.

Il Patriarcato riuscì a migliorare la condizione del popolo ma, grazie all’appoggio e alle concessioni dei re germanici si collocò tra i potenti.

A Ratisbona, nel luglio 976, Ottone prese decisioni di vasta portata sulla riorganizzazione dei ducati della Germania meridionale.

La Baviera fu ridotta nei suoi possedimenti di quasi un terzo. Come risultato di questa misura, il ducato di Carinzia fu creato ex novo.

Al ducato di Carinzia fu assegnato anche la Marca di Verona governato da Ottone di Worms, per volontà di Ottone II.

 Il ducato di Carinzia intorno all'anno 1000, comprendente anche la Marca di Verona

Il ducato di Carinzia intorno all'anno 1000, comprendente anche la Marca di Verona. Clicca sull’immagine per ingrandire

Vedendosi private delle contee di Verona e del Friuli, i duchi bavaresi persero anche la loro notevole influenza nell'Italia settentrionale e sulla politica regia italiana.

Il nuovo ducato di Carinzia fu dato al nipote della stirpe salica Ottone di Worms.

Ottone di Worms (detto anche Ottone I di Carinzia) fu anche margravio di Verona dal 978 al 985 e dal 995 fino al 4 novembre 1004.  

 

Ottone I di Carinzia

Ottone I di Carinzia era l’unico figlio di Corrado il Rosso, duca di Lotaringia, e Liutgarda, figlia dell'Imperatore Ottone I di Sassonia. Nel 956 venne investito delle contee di Spira, Worms e Nahe.

A seguito della rivolta guidata dal duca Enrico II di Baviera nei confronti del cugino Ottone II, i territori meridionali, ossia quelli ribelli, vennero riorganizzati. La Carinzia venne separata dalla Baviera e unita alla marca di Verona ed elevata al rango di ducato. Ad amministrare il territorio l'imperatore chiamò suo cugino Ottone di Worms che venne così conosciuto come Ottone di Carinzia. Nel 983 dovette rinunciare alla Carinzia, assegnata al cugino Enrico III di Baviera in un concilio tenutosi a Verona. Nel 995, con la morte di Enrico II di Baviera, la marca veronese tornò sotto il controllo di Ottone. Dopo la morte dell'imperatore Ottone III di Sassonia, Ottone di Carinzia, che era nipote diretto di Ottone I, fu tra i principali candidati alla successione ma egli rinunciò favorendo l'ascesa di Enrico II al trono imperiale. In cambio egli ricevette dal nuovo imperatore la Carinzia.

Nel 1002 venne inviato dall'Imperatore Enrico II in Italia per combattere Arduino d'Ivrea che era stato incoronato Re d'Italia. Tuttavia, grazie ad alcune abili mosse di Arduino, l'esercito di Ottone venne bloccato nella valle dell'Adige e sconfitto, dopo aver cercato di accerchiare il nemico, nella valle del Brenta.

Due anni dopo Ottone morì lasciando le redini del suo ducato al figlio Corrado.

Rodoaldo, patriarca di Aquileia

Al tempo Ottone I, Rodoaldo fu nominato Patriarca di Aquileia nel 963, dopo la morte del predecessore Engelfredo.

Rodoaldo continuò la politica di attiva collaborazione con gli imperatori Ottone I ed Ottone II. In cambio il Patriarca ricevette sempre nuovi donazioni di terre e castelli. Nel 980 l'imperatore Ottone II donò a Rodoaldo Cormons, mentre nel 983 il Castrum Utini (Castello di Udine), unitamente a quelli di Buga (Buia)Fuganea (Fagagna), Groang (Santa Margherita del Gruagno) e Braitan (Moruzzo).

 

Francesco di Manzano. Annali del Friuli. Volume 2. 1858