L'Audace Visione di H.G. Wells e la Conquista dello Spazio
(RDM-AI10_24)
Il viaggio sulla Luna in "La vita futura" simboleggia il conflitto tra progresso e semplicità.
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"La vita futura" (1936), diretto da William Cameron Menzies e tratto dal romanzo di H.G. Wells, è una pietra miliare della fantascienza cinematografica, cruciale per la storia del genere. Il film, ambientato in un arco temporale di un secolo, esplora le conseguenze di una guerra globale e la successiva ricostruzione della civiltà. In un mondo devastato, emerge una società tecnocratica che guida l'umanità verso il progresso, culminando in un viaggio verso la Luna.
Dal punto di vista della storia del cinema, "La vita futura" è significativo per diversi motivi. Innanzitutto, per l'innovativo uso degli effetti speciali per l'epoca, che offrirono al pubblico visioni futuristiche mai viste prima, influenzando l'estetica del genere fantascientifico. Il design delle scenografie e dei costumi, anch'essi proiettati verso il futuro, contribuirono a definire un nuovo standard visivo.
Il film si inserisce nel filone della fantascienza degli anni '30, un periodo caratterizzato da ansie e speranze legate al progresso tecnologico e alle tensioni geopolitiche. Insieme a "Metropolis" (1927), "La vita futura" contribuì a codificare i temi e le convenzioni del genere, esplorando le implicazioni sociali e filosofiche del progresso scientifico. La sua visione utopica, seppur critica verso derive tecnocratiche, riflette le aspirazioni di un'epoca in cerca di risposte alle sfide del presente. Il film, inoltre, anticipa temi come la distopia, il totalitarismo e l'importanza della cooperazione internazionale, rimanendo attuale ancora oggi.
Argomenti trattati
Da Wells al Grande Schermo: Un Futuro Che Prende Vita
Il Contesto Storico del 1936 e la Visione del Futuro in “La Vita Futura”
"La Vita Futura" (Things to Come) e il Filone della Fantascienza degli Anni '30
Qual è il significato simbolico del viaggio sulla Luna?
La storia
Un'epopea futuristica che abbraccia un secolo di storia: "La vita futura". Un viaggio attraverso le ceneri di un mondo devastato dalla guerra, dove l'umanità lotta per la sopravvivenza in un'era semi-feudale.
Un mondo in rovina.
Un futuro prossimo, sconvolto da un conflitto globale che ha ridotto la civiltà in macerie. Le rivalità tra fazioni infuriano, le risorse scarseggiano e malattie spietate, come la terrificante "morte che cammina" - una pestilenza che condanna le sue vittime a vagare in uno stato di incoscienza fino alla fine - terrorizzano la popolazione.
Metropolia, la città sull'orlo del baratro.
A Metropolia, il tiranno Rudolph stringe il potere con pugno di ferro, determinato a schiacciare i suoi nemici restaurando gli aeroplani come armi di distruzione. Il tecnico Gordon è costretto a lavorare senza sosta per questo folle progetto. Ma un giorno, il destino della città cambia con l'arrivo di John Cabal, uno scienziato idealista sopravvissuto alla catastrofe. Portatore di un messaggio di fratellanza universale e della legge dell'Unione Mondiale, Cabal cerca di porre fine al regno del terrore e della guerra. Il suo appello alla pace, però, cade nel vuoto e Metropolia viene invasa dalle forze della Legge, che scatenano una pioggia di aeroplani, paracadutisti e un gas soporifero sui suoi abitanti.
Dalle ceneri alla conquista dello spazio.
Il tempo scorre inesorabile e, apparentemente, la guerra sembra essere stata sconfitta. Ma nuove tensioni emergono tra gli scienziati, fautori di un progresso inarrestabile che punta alla conquista della Luna, e coloro che desiderano una vita semplice, breve e felice, lontana dai pericoli di nuove avventure. Il conflitto tra progresso e tradizione infiamma ancora una volta il destino dell'umanità, mentre una nuova era di esplorazione e scoperta si profila all'orizzonte.
La vita futura è un film del 1936 diretto da William Cameron Menzies con Raymond Massey e Edward Chapman. In Italia è stato distribuito una prima volta nel 1937
Un film in tre atti
Atto I (1940). Lo scoppio della seconda guerra mondiale in Polonia segna l'inizio di un conflitto globale che si protrae per decenni, gettando il mondo nel caos.
Atto II (1970). Un mondo regredito al tribalismo, devastato dalla guerra, viene scosso dall'arrivo di un misterioso "aviatore". Portatore di una nuova era di "legge e sanità mentale", l'aviatore seda i signori della guerra locali con il "Gas della Pace", instaurando una "Pax Aeronautica".
Atto III (2036). In una scintillante utopia bianca, costruita da tecnocrati al potere, si tenta l'impensabile: lanciare un proiettile con equipaggio umano nello spazio, usando un'avveniristica pistola elettrica. Ma anche in questo mondo apparentemente perfetto, resistono voci discordanti: "artisti" che invocano la prudenza e ricordano che "ci sono cose che l'uomo non dovrebbe sapere"
Wells ed il film
Things to Come (1936) è un'opera cinematografica che, pur mostrando qualche segno del tempo, rimane un pilastro della fantascienza. H.G. Wells, con la sua visione di un'umanità guidata da un'élite tecnocratica, crea un mondo che, già nel 1936, appariva retrogrado e antidemocratico. Eppure, il film trascende queste premesse grazie a una potenza visiva straordinaria, sostenuta dalla maestosa colonna sonora di Arthur Bliss.
La sceneggiatura del film segue da vicino le linee narrative principali del romanzo di Wells, The Shape of Things to Come (1933). L'immaginario visivo del film, con le sue città futuristiche e le tecnologie avanzate, è fortemente influenzato dalle descrizioni presenti nel romanzo. La visione di Wells di un futuro tecnologicamente avanzato è stata trasposta sullo schermo con grande fedeltà. Anche i costumi e l'architettura riflettono la visione utopica di Wells. I design eleganti e moderni dei costumi, insieme agli edifici futuristici, incarnano l'idea di un'umanità in continua evoluzione.
Nonostante alcune inquadrature statiche, il film è un'esplosione di effetti speciali, curati dal mago di Hollywood Ned Mann, e impreziosito dalla regia di William Cameron Menzies, scenografo di fama (ricordato soprattutto per Via col vento). Things to Come si impone come una pietra miliare del cinema di fantascienza per l'audacia delle sue ambizioni e per la passione con cui dipinge il volo spaziale come l'inizio della trascendenza umana. Wells stesso ne pubblicò una versione della sceneggiatura nel 1935.
Things to Come si rivela profetico. Immagina una guerra mondiale che inizia nel 1940 (solo un anno dopo la vera data d'inizio) e anticipa la figura del dittatore che, con la guerra ormai persa, continua a promettere una "vittoria finale", mantenendo il suo popolo in uno stato di isolamento e terrore.
Il film dipinge un futuro ipertecnologico dove l'uomo perde il contatto con la natura, intrappolato in un mondo artificiale. Certo, alcune scelte stilistiche e tecnologiche appaiono datate agli occhi di oggi: nel 1936 non si potevano certo immaginare le moderne basi spaziali come Cape Canaveral. E il viaggio nello spazio è ancora concepito con l'immagine suggestiva, ma ingenua, di un proiettile, un'idea cara agli albori del cinema.
Da Wells al Grande Schermo: Un Futuro Che Prende Vita
Come la visionaria concezione del futuro di H.G. Wells si è evoluta dalla pagina scritta al fotogramma?
L'eco dei temi wellsiani – il progresso scientifico inarrestabile, le cicatrici della guerra e la resiliente ricostruzione della civiltà – risuona potente sia nel romanzo che nel suo adattamento cinematografico. Entrambe le opere ci proiettano in un futuro utopico, dove la scienza e la ragione emergono trionfanti dalle ceneri della distruzione e dell'ignoranza.
Mentre il romanzo dispiega una narrazione ampia, abbracciando un vasto arco temporale e offrendo uno sguardo dettagliato sull'evoluzione sociale e tecnologica, il film, con la sua durata limitata, condensa l'essenza di questa epopea. L'obiettivo? Focalizzarsi su eventi cardine e personaggi chiave, preservando l'anima della storia originale e rendendola accessibile a un pubblico più ampio.
Le città futuristiche prendono vita sullo schermo, influenzando profondamente l'estetica della fantascienza cinematografica.
Grazie alle tecnologie cinematografiche dell'epoca, il film seppe rendere giustizia alla visione di Wells.
L'adattamento cinematografico non è solo una trasposizione fedele del romanzo, ma anche un riflesso delle inquietudini e delle speranze del periodo in cui è stato realizzato. Negli anni '30, un'epoca di grandi cambiamenti e incertezze, il film riuscì a toccare le corde delle sue paure e delle sue aspirazioni per il futuro.
Il Contesto Storico del 1936 e la Visione del Futuro
Immaginate un film capace di catturare l'angoscia di un'epoca e, al tempo stesso, di proiettare uno sguardo audace verso il futuro. "La vita futura" non è solo un film di fantascienza del 1936: è uno specchio deformante del suo tempo, un'eco delle paure che serpeggiavano in un mondo sull'orlo del baratro, ma anche un inno alla speranza e al potere trasformativo della scienza.
Il 1936 era un anno di ombre lunghe: la Grande Depressione mordeva l'economia globale, i totalitarismi avanzavano in Europa e lo spettro di una nuova guerra mondiale si faceva sempre più concreto. In questo clima di incertezza e tensione, "La vita futura" emerge come un monito potente. Il film non edulcora la realtà: ci mostra una civiltà devastata dalla guerra, un futuro distopico che riflette le paure di un imminente conflitto globale, con echi ancora vividi della Prima Guerra Mondiale.
Ma "La vita futura" non si limita a dipingere un quadro apocalittico. Come un raggio di luce che squarcia l'oscurità, il film offre una visione ottimistica, un'utopia tecnologica in cui la scienza e l'innovazione diventano gli strumenti per costruire un'era di pace e prosperità. Un futuro dove l'umanità, forte delle sue scoperte, riesce a superare le proprie difficoltà e a forgiare una società migliore.
Il film non risparmia critiche ai regimi dittatoriali, smascherandone l'incapacità di generare vero progresso e benessere. Un chiaro atto d'accusa contro l'ascesa del nazismo e del fascismo, un invito a credere che solo attraverso la cooperazione e la democrazia si possa raggiungere un futuro radioso.
"La vita futura" è, in definitiva, un messaggio di speranza. Un'esortazione a superare le divisioni, a lavorare insieme per l'esplorazione dello spazio e per il miglioramento della vita sulla Terra. Una visione utopica di un'umanità che, imparando dai propri errori, guarda al futuro con fiducia.
Un film che, a distanza di decenni, continua a interrogare il nostro presente e a proiettare la sua luce sul nostro futuro. Un'opera che, attraverso la sua potente narrazione e le sue immagini evocative, ci invita a riflettere sulle nostre paure e sulle nostre speranze, sul nostro potenziale di distruzione e sulla nostra capacità di costruire un mondo migliore.
Il Filone della Fantascienza degli Anni '30
"La Vita Futura" (Things to Come), un'opera che ha plasmato il volto della fantascienza cinematografica negli anni '30, un decennio dirompente di innovazioni e cambiamenti sociali.
In un'epoca in bilico tra speranza e incertezza, questo film visionario, diretto da William Cameron Menzies e ispirato al genio profetico di H.G. Wells, non si limita a raccontare una storia: PREVEDE il futuro.
Uno degli elementi distintivi di "La Vita Futura" è l'uso innovativo degli effetti speciali. Per il pubblico dell'epoca, il film presentava visioni futuristiche attraverso avanzati effetti speciali che contribuivano a creare un'immagine convincente del futuro. Inoltre, il design delle scenografie e dei costumi rifletteva una visione del domani innovativa e ambiziosa, caratteristica che influenzò notevolmente il genere fantascientifico.
Questo film si erge al fianco di giganti come "Metropolis" di Fritz Lang (1927), definendo i canoni estetici e tematici della fantascienza sul grande schermo. "La Vita Futura" cattura le ansie e le aspirazioni di un mondo scosso dalla Grande Depressione e dalle crescenti tensioni geopolitiche. La sua visione utopistica di un futuro guidato dalla ragione e dalla scienza si contrappone ai cupi presagi di un possibile collasso sociale, creando un contrasto potente e suggestivo.
Qual è il significato simbolico del viaggio sulla Luna?
Nel visionario film "La Vita Futura" (1936), la Luna non è solo un corpo celeste da raggiungere, ma un potente simbolo carico di significati che risuonano ancora oggi. Il viaggio lunare è una metafora del progresso umano, un faro che illumina un futuro di speranza e progresso.
Il film dipinge la conquista lunare come l'apice del genio umano, il trionfo della scienza e della tecnologia. Rappresenta la materializzazione dell'innata curiosità che spinge l'uomo a superare ogni ostacolo, tecnico o naturale che sia. La missione lunare diventa la prova tangibile di come la conoscenza scientifica possa espandere i nostri orizzonti e migliorare la nostra esistenza.
In un'epoca segnata da conflitti devastanti, la Luna emerge come simbolo di speranza e di un futuro pacifico. Il viaggio non è un'impresa solitaria, ma il risultato di uno sforzo congiunto, un faro che illumina un nuovo inizio dove l'umanità, unita, può raggiungere traguardi impensabili e superare le divisioni che hanno insanguinato il passato. La Luna diventa quindi emblema di cooperazione e armonia.
Le visioni utopiche di Wells, che spesso immaginava futuri guidati dalla scienza e dalla ragione verso il benessere collettivo, trovano nella Luna la loro massima espressione.
Infine, la Luna rappresenta la sfida per eccellenza, il desiderio di varcare i confini del conosciuto. Il viaggio lunare è un atto di audacia e coraggio, un simbolo della volontà umana di spingersi sempre oltre, di esplorare nuovi mondi e di superare i propri limiti. Questo spirito di avventura, così caro a Wells, trova nella conquista della Luna la sua perfetta incarnazione.
SFE, Things to Come
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