Claude Ruggieri, a Parigi, fu il primo ad utilizzare i razzi per fini pubblicitari portando in aria piccoli animali
La prima persona che usò un razzo per trasportare le creature viventi fu un artigiano di origine italiana, Claude Ruggieri, che viveva a Parigi all’inizio del XIX secolo.
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Chi era Claude Ruggieri?
Claude-Eugène-Fortuné Ruggieri nacque nel 1777.
I Ruggieri erano una famiglia italiana naturalizzata francese. I cinque fratelli Ruggieri (Antonio, Francesco, Gaetano, Petronio e Pietro) lasciarono Bologna per trasferirsi a Parigi nel 1743. La famiglia proveniva da una tradizione in cui i fuochi d'artificio erano usati come parte del teatro, e accompagnarono la Comédie Italienne a Parigi.
A Parigi fecero subito molto successo ed iniziarono a fare spettacoli pirotecnici per il Re e per tutta la città. Gaetano, il cui merito è stato apprezzato da George II., Re di Inghilterra, si trasferì a Londra dove morì.
Il 30 maggio 1770 un'esibizione progettata da Petronio Ruggieri per celebrare il matrimonio del futuro Luigi XVI e Maria Antonietta si concluse con un disastroso incidente. In risposta, il Comune di Parigi ridusse il budget per i fuochi d'artificio, tagliando la principale fonte di reddito della famiglia Ruggieri.
Claude-Fortuné Ruggieri fu in grado di riportare la famiglia a una posizione di rilievo, utilizzando la nuova scienza della chimica per sviluppare nuovi fuochi d'artificio che distinguevano i Ruggieri dai loro rivali.
“La pirotecnia... è un caos oscuro in cui non si può penetrare senza la torcia della chimica “(Claude-Fortuné Ruggieri)
Con questa frase, Ruggieri sottolinrò l'importanza della chimica come base teorica per la creazione di fuochi d'artificio colorati.
Prima di Ruggieri, il colore predefinito per i fuochi d'artificio era un brillante "fuoco bianco", noto anche come "fuoco naturale". I praticanti a volte tentarono di colorare i loro fuochi d'artificio ottenendo nel migliore dei casi una debole colorazione. I Ruggieri tentarono per la prima volta di sviluppare il fuoco colorato nel 1766 con l'aiuto del chimico Antoine Lavoisier ma con poco successo.
Nel 1802, Claude Ruggieri pubblicò “Elémens de pyrotechnie ... avec un vocabulaire determes compris dans cet onvrage” e successivamente scrisse un trattato sull’arte del creare i fuochi d’artificio, “Précis historique sur les fêtes, les spectacles et les réjouissances publiques”.
Nel 1804, dopo aver ascoltato un resoconto in prima persona del fuoco verde russo, Claude Ruggieri iniziò a sperimentare l'aggiunta di sali metallici per creare fiamme colorate e nel 1810 Ruggieri affermò pubblicamente di usare il fuoco verde.
L’attività di promozione di Claude Ruggieri
Durante il suo periodo di attività, ispirandosi allo sviluppo di razzi avvenuto in quegli anni, decise di pubblicizzare l’affidabilità dei suoi razzi facendo delle dimostrazioni.
Le dimostrazioni consistevano nello sparare razzi che portavano topi e ratti. Agli ospiti veniva garantito il rientro in sicurezza con l’aiuto di un paracadute.
Con il passare degli anni, i suoi razzi diventarono sempre più grandi e affidabili al punto tale che intorno al 1830 annunciò che avrebbe sparato un grande “razzo combinato” (presumibilmente più razzi legati insieme), che avrebbe portato un montone nell’aria.
Subito dopo ricevette un’offerta da un giovane che era disposto a prendere il posto del montone.
Claude accettò l’offerta e proclamò che la salita avrebbe avuto luogo dagli Champs de Mars. Successivamente si scoprì che il giovane era un ragazzo di 11 anni e la polizia fermò immediatamente la manifestazione.
Secondo alcuni studiosi, il ragazzo che si offrì per l’esperimento era Wilfried de Fonvielle che successivamente divenne un famoso aeronauta francese.
Sydney Morning Herald (NSW _ 1842 - 1954), Friday 22 January 1954, page 9
Le Figaro, 1 giugno 1885
"Rockets, Missiles and Men in Space" di Willy Ley (1969)
Lucien Lazard. Deux jardins disparus. Le jardin Ruggieri, le jardin du Delta
Werrett, Simon (2010 ). Fireworks : pyrotechnic arts and sciences in European history . Chicago, IL: The University of Chicago Press.
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