Dall'influenza della Guerra Fredda alle missioni Pioneer, un'esplorazione del programma spaziale americano degli anni '50 e '60
Able 2, in seguito denominato Pioneer 1, fu il primo veicolo spaziale lanciato dalla NASA. A causa di un malfunzionamento, la sonda non ha mai raggiunto la Luna ma ha restituito dati sull'ambiente vicino alla Terra.
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Contesto storico nel 1958
Nel 1958, il contesto storico era fortemente influenzato dalla Guerra Fredda tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Questo periodo di tensione politica e militare ha visto anche l’inizio della cosiddetta corsa allo spazio.
La corsa allo spazio iniziò ufficialmente nel 1957 con il lancio dello Sputnik 1 da parte dell’URSS, il primo satellite artificiale a orbitare attorno alla Terra. Questo evento segnò un punto di svolta e stimolò gli Stati Uniti a intensificare i propri sforzi nello spazio. Di conseguenza, il 29 luglio 1958, gli USA fondarono la NASA (National Aeronautics and Space Administration), con l’obiettivo di recuperare il terreno perduto e competere con l’URSS nella conquista dello spazio.
Durante la corsa allo spazio, entrambe le superpotenze investirono ingenti risorse per raggiungere traguardi significativi. L’URSS ottenne successi importanti come il lancio del primo uomo nello spazio, Yuri Gagarin, nel 1961. Tuttavia, gli Stati Uniti alla fine superarono l’URSS con l’atterraggio sulla Luna nel 1969.
La corsa allo spazio non fu solo una competizione tecnologica e ideologica, ma ebbe anche un impatto significativo sul progresso tecnologico, le cui conseguenze si percepiscono ancora oggi.
Gli obiettivi principali della corsa allo spazio durante la Guerra Fredda tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica erano molteplici e si possono riassumere in:
- Dimostrazione di superiorità tecnologica: Il successo nelle missioni spaziali era visto come un simbolo di avanzamento tecnologico e scientifico.
- Propaganda ideologica: Ogni traguardo raggiunto nello spazio era utilizzato per promuovere il sistema politico e sociale del paese che lo aveva conseguito.
- Potenziali applicazioni militari: La tecnologia spaziale aveva implicazioni dirette per la sicurezza nazionale, inclusa la possibilità di sviluppare nuovi sistemi di armamenti.
- Esplorazione e ricerca scientifica: La corsa allo spazio ha spinto verso nuove scoperte scientifiche e ha ampliato la conoscenza dell’universo.
- Conquista della Luna: Uno degli obiettivi più emblematici era l’atterraggio sulla Luna, che è stato infine realizzato dagli Stati Uniti nel 1969 con l’Apollo 11.
Questi obiettivi riflettevano la rivalità culturale, tecnologica e ideologica tra le due superpotenze.
Cronologia degli eventi
Le varie fasi della corsa allo spazio. (rosso) missioni dell’Unione Sovietica, (blu) missioni degli USA, (verde) missioni della Gran Bretagna. Clicca sull’immagine per ingrandire.
Il programma Pioneer
Il Programma Pioneer del 1958 fu un progetto statunitense costituito da una serie di missioni spaziali senza equipaggio destinate all’esplorazione dei pianeti del Sistema Solare. La responsabilità del programma era inizialmente dell’United States Army Space and Missile Systems Center. La prima generazione di sonde, note come tipo Able, furono lanciate tra il 1958 e il 1960. Tuttavia, a causa di frequenti fallimenti, il programma venne inizialmente sospeso.
Nel 1965, la NASA riaprì il Programma Pioneer con una nuova generazione di sonde spaziali. Alcune di queste sonde, come le Pioneer 7 e 8, sono ancora funzionanti oggi. Le missioni più famose furono quelle delle sonde Pioneer 10 e Pioneer 11, che esplorarono i pianeti esterni e lo spazio oltre il sistema solare. Queste sonde portavano a bordo una placca d’oro con il disegno di un uomo e di una donna e informazioni sulle origini e i creatori delle sonde, destinate a eventuali entità extraterrestri che le trovassero.
La serie di veicoli spaziali Pioneer ha effettuato esplorazioni uniche del Sole, Giove, Saturno e Venere.
Pioneer 0, 1 e 2 furono i primi tentativi lunari degli Stati Uniti. Questi veicoli spaziali identici, che non riuscirono tutti a raggiungere i loro obiettivi lunari, furono seguiti da Pioneer 3 e 4, che riuscirono a diventare le prime missioni lunari di successo dell'America.
Pioneer 5 ha fornito le prime mappe del campo magnetico interplanetario.
I Pioneer 6,7,8 e 9 sono stati la prima rete di monitoraggio solare.
I veicoli gemelli Pioneer 10 e 11 furono i primi veicoli spaziali a visitare Giove e Saturno. La navicella eseguì un'ampia varietà di osservazioni scientifiche dei due pianeti e restituì dati ambientali che furono utilizzati durante la progettazione delle più sofisticate sonde Voyager.
La missione Pioneer Venus, composta dal Pioneer Venus Orbiter (Pioneer 12) e dal Pioneer Venus Multiprobe (Pioneer 13), è stata la prima missione a lungo termine degli Stati Uniti ad osservare Venere e studiare la struttura e la composizione dell'atmosfera venusiana. La missione ha anche fornito la prima mappa radar della superficie del pianeta.
L'aeronautica militare dagli Stati Uniti lanciò il razzo per la luna
TIPO E NOME: «ThorAble», denominato «Pioneer I».
LUNGHEZZA DEL RAZZO: 28 metri
PRIMO STADIO: è un missile balistico Intermedio del tipo « Thor » a propellente liquido, costruito dall'Aviazione e dotato di una potenza di spinto di circa 70 mila chilogrammi.
SECONDO STADIO: è la seconda fase di un «Vanguard » della Marina, alimentata, da propellente liquido che entra, automaticamente in combustione quando viene a contatto con una miscela ossidante. Potenza di spinto: 8300 chilogrammi. L'accoppiamento del « Thor» con il secondo stadio del: « Vanguard » ha dato origine al « Thor-Able ».
TERZO STADIO: è la terza fase di un tipo perfezionato di «Vanguard» alimentata a propellente solido. Potenza di spinta: mille chilogrammi.
DISPOSITIVO DI FRENAGGIO: contiene la parte terminale dei razzo con i dispositivi necessari a frenare il satellite quando entra nel campo gravitazionale lunare
Programma della missione Pioneer 1
Pioneer 1 è stata la prima navicella spaziale lanciata dalla neonata NASA. La missione aveva lo scopo di studiare le radiazioni ionizzanti, i raggi cosmici, i campi magnetici e i micrometeoriti in prossimità della Terra e sull’orbita lunare. A causa di un malfunzionamento del veicolo di lancio, la navicella raggiunse solo una traiettoria balistica e non raggiunse mai la Luna. Ha restituito dati sull’ambiente spaziale vicino alla Terra.
Il Pioneer 1 della NASA sulla rampa di lancio. (fonte NASA)
Durante il lancio, 11 ottobre 1958, il secondo stadio del Thor si è spento 10 secondi prima a causa di informazioni errate provenienti da un accelerometro che misurava la velocità incrementale.
Di conseguenza, il veicolo di lancio non aveva una velocità sufficiente per consentire alla sonda di sfuggire alla gravità terrestre.
La sonda, tuttavia, raggiunse un'altitudine di 114.750 Km. La sonda verificò l'esistenza delle fasce di Van Allen e fornì altri dati utili sulla superficie terrestre.
La sonda è rientrò nell'atmosfera terrestre circa 43 ore dopo il lancio.
Venne ricavata una piccola quantità di utili informazioni scientifiche, tra cui il fatto che la radiazione che circonda la Terra è presente sotto forma di bande, la misura dell'estensione di queste ultime, la mappatura del flusso ionizzante totale, la prima osservazione delle oscillazioni idromagnetiche del campo magnetico e la prima misurazione della densità delle micrometeoriti e del campo magnetico interplanetario.
In un comunicato stampa subito dopo il lancio, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha ufficialmente conferito il nome “Pioneer” alla sonda, sebbene sia stata spesso conosciuta retroattivamente come Pioneer 1.
Apparentemente il nome è stato suggerito non da un funzionario della NASA ma da Stephen A. Saliga, un funzionario responsabile delle mostre dell'aeronautica presso la base aeronautica di Wright-Patterson a Dayton, Ohio.
Reazioni della stampa
La Stampa Sera annuncia che “Per la prima volta nella storia del mondo l'uomo è riuscito a proiettare un ordigno oltre la zona di gravitazione terrestre -Dieci minuti dopo la partenza i radiotelescopi disseminati In ogni continente captavano i segnali “chiari e forti” emessi dal satellite - Il Pentagono comunica: «Il razzo lunare procede la sua corsa negli spazi alla velocità di circa 40.000 chilometri orari. Ognuno dei tre stadi che compongono il bolide ha regolarmente funzionato«”
L'avvenimento era atteso da mesi (dopo il fallimento del 17 agosto) in quanto rappresentava il primo volo riuscito nello spazio cosmico.
L'uomo era riuscito a scagliare per la prima volta un oggetto oltre la zona di gravitazione terrestre, il che costituiva la premessa indispensabile per la conquista degli spazi.
Stampa Sera, 11 ottobre 1958
Eisenhower si congratulò per il successo del lancio della sonda lunare affermando “E’ evidente che esso darà conoscenza di grande utilità al genere umano”
Successivamente si comprese che la Luna avrebbe dovuto aspettare.
Stampa Sera, 13 ottobre 1958
Wernher Von Braun definì il lancio del Pioneer un successo notevole. Inoltre aggiunse che era improbabile il successo della missione al primo tentativo. Inoltre comunicò che era previsto il lancio di due sonde lunari nel prossimo futuro.
Le Figaro mise in risalto “le condizioni differenti nelle quali l’URSS e gli Stati Uniti hanno disputato questa gara siderale”. “Da una parte: il segreto più rigoroso, esperimenti preparati sotto silenzio, enorme pubblicità ai colpi ben riusciti, gettati, questi, nella bilancia politica dal sorridente signor K, con l’aria minacciosa. Dall’altra: un gusto del gioco aperto, un’accettazione pubblica dei rischi di una tecnica così nuova, un’assenza di rispetto umano della stampa americana e mondiale nell’assistere ogni mese alla disastrosa esplosione di un razzo mal regolato. “ L’autore sottolineava che non deve essere la paura ma la fiducia per l’avvenire, esaltata dalle esperienze spaziali, in grado di disarmare le nazioni
Nota. Nella propaganda della Guerra Fredda degli anni '50, Mister K era un personaggio fittizio creato dagli Stati Uniti per rappresentare l'Unione Sovietica e il comunismo in modo negativo
Come risposta alla missione Pioneer 1, un eminente scienziato giapponese comunicò che probabilmente l’Unione Sovietica avrebbe tentato il lancio di un razzo lunare intorno al 7 novembre, anniversario della rivoluzione russa.
I protagonisti: Charles (Charlie) F. Hall
Charles (Charlie) F. Hall, gestì molte delle prime missioni spaziali scientifiche della NASA. Morì nell'agosto 1999 all'età di 79 anni. E’ stato il Project manager della missione Pioneer 1
Originario di San Francisco, Charlie si laureò con lode nel 1942 presso l'Università della California a Berkeley con una laurea in ingegneria meccanica. Entrò a far parte dell'agenzia predecessore della NASA, il Comitato consultivo nazionale per l'aeronautica (NACA) nel maggio del 1942.
Gestì il Pioneer Project Office della NASA, che fondò nel 1962 presso il NASA Ames Research Center, Moffett Field, California. Durante i suoi 18 anni di esistenza, l'ufficio ha lanciato 12 veicoli spaziali, che hanno contribuito al successo dei successivi progetti spaziali di Ames, tra cui la sonda Galileo e il Lunar Prospector.
Il Pioneer Project Office ha gestito lo sviluppo e la gestione della serie Pioneer 6-9 di osservatori del vento solare, dei veicoli spaziali interplanetari Pioneer 10 e 11 e delle sonde Pioneer Venus Orbiter, Bus ed Entry. La navicella spaziale ha prodotto un record eccezionale di risultati tecnici, tra cui: i primi Osservatori del vento solare (Pioneer 6-9) che hanno prodotto dati utilizzabili per oltre 30 anni; prima navicella spaziale ad attraversare la fascia degli asteroidi (Pioneer 10); prima navicella spaziale a sorvolare Giove (Pioneer 10); prima navicella spaziale a sorvolare Saturno (Pioneer 11); misurazioni coordinate di Orbiter, Bus e Entry Probe dell'atmosfera di Venere.
Durante la sua carriera, Charlie ha ricevuto numerosi premi nazionali e internazionali per il suo ruolo nelle prime esplorazioni spaziali della NASA.
NASA, Charles Hall (1920 – 1999)
Desert Sun, volume XXXII, numero 51, 11 ottobre 1958
Stampa Sera, 11 ottobre 1958
Stampa Sera, 13 ottobre 1958
NASA, Pioneer 1
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