Dall'influenza della Guerra Fredda alle missioni Pioneer, un'esplorazione del programma spaziale americano degli anni '50 e '60

(Pioneer-0, -1, -2 lunar probes - fonte NASA)

La sonda spaziale Pioneer 2 avrebbe dovuto esplorare lo spazio nei pressi della Luna ma il lancio fallisce.

#Guerrafredda, #USA, #NASA, #Esplorazioneplanetaria, #Pioneer



Argomenti trattati

8 novembre 1958, il fallimento del Pioneer 2

    Contesto storico nel 1958

    Cronologia degli eventi

    Il programma Pioneer

    Il lancio del Pioneer 2 e le rilevazioni scientifiche

    Reazioni della stampa

    I protagonisti: Charles (Charlie) F. Hall



Contesto storico nel 1958

Nel 1958, il contesto storico era fortemente influenzato dalla Guerra Fredda tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Questo periodo di tensione politica e militare ha visto anche l’inizio della cosiddetta corsa allo spazio.

La corsa allo spazio iniziò ufficialmente nel 1957 con il lancio dello Sputnik 1 da parte dell’URSS, il primo satellite artificiale a orbitare attorno alla Terra. Questo evento segnò un punto di svolta e stimolò gli Stati Uniti a intensificare i propri sforzi nello spazio. Di conseguenza, il 29 luglio 1958, gli USA fondarono la NASA (National Aeronautics and Space Administration), con l’obiettivo di recuperare il terreno perduto e competere con l’URSS nella conquista dello spazio.

Durante la corsa allo spazio, entrambe le superpotenze investirono ingenti risorse per raggiungere traguardi significativi. L’URSS ottenne successi importanti come il lancio del primo uomo nello spazio, Yuri Gagarin, nel 1961. Tuttavia, gli Stati Uniti alla fine superarono l’URSS con l’atterraggio sulla Luna nel 1969.

La corsa allo spazio non fu solo una competizione tecnologica e ideologica, ma ebbe anche un impatto significativo sul progresso tecnologico, le cui conseguenze si percepiscono ancora oggi.

Gli obiettivi principali della corsa allo spazio durante la Guerra Fredda tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica erano molteplici e si possono riassumere in:

  1. Dimostrazione di superiorità tecnologica: Il successo nelle missioni spaziali era visto come un simbolo di avanzamento tecnologico e scientifico.
  2. Propaganda ideologica: Ogni traguardo raggiunto nello spazio era utilizzato per promuovere il sistema politico e sociale del paese che lo aveva conseguito.
  3. Potenziali applicazioni militari: La tecnologia spaziale aveva implicazioni dirette per la sicurezza nazionale, inclusa la possibilità di sviluppare nuovi sistemi di armamenti.
  4. Esplorazione e ricerca scientifica: La corsa allo spazio ha spinto verso nuove scoperte scientifiche e ha ampliato la conoscenza dell’universo.
  5. Conquista della Luna: Uno degli obiettivi più emblematici era l’atterraggio sulla Luna, che è stato infine realizzato dagli Stati Uniti nel 1969 con l’Apollo 11.

Questi obiettivi riflettevano la rivalità culturale, tecnologica e ideologica tra le due superpotenze.

 

Cronologia degli eventi

Le varie fasi della corsa allo spazio. (rosso) missioni dell’Unione Sovietica, (blu) missioni degli USA, (verde) missioni della Gran Bretagna. Clicca sull’immagine per ingrandire. (fonte RDM)

Il programma Pioneer

Il Programma Pioneer del 1958 fu un progetto statunitense costituito da una serie di missioni spaziali senza equipaggio destinate all’esplorazione dei pianeti del Sistema Solare. La responsabilità del programma era inizialmente dell’United States Army Space and Missile Systems Center. La prima generazione di sonde, note come tipo Able, furono lanciate tra il 1958 e il 1960. Tuttavia, a causa di frequenti fallimenti, il programma venne inizialmente sospeso.

Nel 1965, la NASA riaprì il Programma Pioneer con una nuova generazione di sonde spaziali. Alcune di queste sonde, come le Pioneer 7 e 8, sono ancora funzionanti oggi. Le missioni più famose furono quelle delle sonde Pioneer 10 e Pioneer 11, che esplorarono i pianeti esterni e lo spazio oltre il sistema solare. Queste sonde portavano a bordo una placca d’oro con il disegno di un uomo e di una donna e informazioni sulle origini e i creatori delle sonde, destinate a eventuali entità extraterrestri che le trovassero.

La serie di veicoli spaziali Pioneer ha effettuato esplorazioni uniche del Sole, Giove, Saturno e Venere.

Pioneer 0, Pioneer 1 e 2 furono i primi tentativi lunari degli Stati Uniti. Questi veicoli spaziali identici, che non riuscirono tutti a raggiungere i loro obiettivi lunari, furono seguiti da Pioneer 3 e 4, che riuscirono a diventare le prime missioni lunari di successo dell'America.

Pioneer 5 ha fornito le prime mappe del campo magnetico interplanetario.

I Pioneer 6,7,8 e 9 sono stati la prima rete di monitoraggio solare.

I veicoli gemelli Pioneer 10 e 11 furono i primi veicoli spaziali a visitare Giove e Saturno. La navicella eseguì un'ampia varietà di osservazioni scientifiche dei due pianeti e restituì dati ambientali che furono utilizzati durante la progettazione delle più sofisticate sonde Voyager.

La missione Pioneer Venus, composta dal Pioneer Venus Orbiter (Pioneer 12) e dal Pioneer Venus Multiprobe (Pioneer 13), è stata la prima missione a lungo termine degli Stati Uniti ad osservare Venere e studiare la struttura e la composizione dell'atmosfera venusiana. La missione ha anche fornito la prima mappa radar della superficie del pianeta.

Il lancio del Pioneer 2 e le rilevazioni scientifiche

La sonda spaziale Pioneer 2 avrebbe dovuto esplorare lo spazio nei pressi della Luna.

Pioneer 2 è stata l'ultima delle tre sonde spaziali Able progettate per sondare lo spazio lunare e cislunare (cioè lo spazio tra la Terra e la Luna). Poco dopo il lancio, il terzo stadio del veicolo di lancio si separò ma non riuscì ad accendersi e il Pioneer 2 non raggiunse l'orbita lunare prevista.

L’8 novembre 1958 la navicella spaziale raggiunse un'altitudine massima di 1550 km prima di rientrare nell'atmosfera terrestre.

Durante il breve volo è stata ottenuta una piccola quantità di dati, inclusa la prova che la regione equatoriale attorno alla Terra ha un flusso e una radiazione di energia più elevati rispetto a quelli precedentemente considerati e che la densità di micrometeoriti è maggiore intorno alla Terra che nello spazio.

Reazioni della stampa

Pochi minuti dopo il lancio, le autorità diramavano la notizia che l’esperimento aveva ottime probabilità di riuscita. Ma, poco dopo, giunse l’annuncio che il terzo stadio del gigantesco ordigno non si era acceso: la prova era praticamente fallita.

Poche ore dopo il lancio ci fu un comunicato ufficiale da parte della NASA “Il Pioneer II si è disintegrato sull’Africa centro-orientale” e il suo volo durò meno di 45 minuti.

Il volo del Pioneer II è apparso più simile a quello di un missile balistico intercontinentale che all’impresa di una sonda spaziale”.

I protagonisti: Charles (Charlie) F. Hall

Charles (Charlie) F. Hall, gestì molte delle prime missioni spaziali scientifiche della NASA. Morì nell'agosto 1999 all'età di 79 anni. E’ stato il Project manager della missione Pioneer 1. (fonte NASA)

Originario di San Francisco, Charlie si laureò con lode nel 1942 presso l'Università della California a Berkeley con una laurea in ingegneria meccanica. Entrò a far parte dell'agenzia predecessore della NASA, il Comitato consultivo nazionale per l'aeronautica (NACA) nel maggio del 1942.

Gestì il Pioneer Project Office della NASA, che fondò nel 1962 presso il NASA Ames Research Center, Moffett Field, California. Durante i suoi 18 anni di esistenza, l'ufficio ha lanciato 12 veicoli spaziali, che hanno contribuito al successo dei successivi progetti spaziali di Ames, tra cui la sonda Galileo e il Lunar Prospector.

Il Pioneer Project Office ha gestito lo sviluppo e la gestione della serie Pioneer 6-9 di osservatori del vento solare, dei veicoli spaziali interplanetari Pioneer 10 e 11 e delle sonde Pioneer Venus Orbiter, Bus ed Entry. La navicella spaziale ha prodotto un record eccezionale di risultati tecnici, tra cui: i primi Osservatori del vento solare (Pioneer 6-9) che hanno prodotto dati utilizzabili per oltre 30 anni; prima navicella spaziale ad attraversare la fascia degli asteroidi (Pioneer 10); prima navicella spaziale a sorvolare Giove (Pioneer 10); prima navicella spaziale a sorvolare Saturno (Pioneer 11); misurazioni coordinate di Orbiter, Bus e Entry Probe dell'atmosfera di Venere.

Durante la sua carriera, Charlie ha ricevuto numerosi premi nazionali e internazionali per il suo ruolo nelle prime esplorazioni spaziali della NASA.

NASA, Charles Hall (1920 – 1999)

NASA, Pioneer 2

Stampa Sera, 8 novembre 1958



Articoli correlati